Fossi ala del tempo piuma del tuo volo o danzante fuoco scendere per le gole t'arderei di crescente meraviglia mentre mi divampi come cero fino a tramutarmi da fiammella a rogo ed estinguerci nella furia liquida a scambiarci bagnate impressioni.
Ho un graffio d'artiglio che mi ricorda il tuo essermi qui che squama il cuore e vi crea un callo duro intorno un'ossificazione che forma prigione e che m'impedisce l'altro da te.
Mi sei stabile in atrio fisso con un chiodo alla vena.
Abbandonata alla tua metamorfosi ti amo in ogni volto o forgia o sembianza in ciascun mistero o segreto in tutti i tempi passati all'indomani dell'avvenire dove mi accadi in ogni istante come nuovo
Ho un mezzo volo in un mezzo cielo in questa mia terra di finto compenso cardiaco un limbo-purgatorio che segue un inferno per preannunciarne un altro un velo d'esaltata maniacalità un'ala dal tono basso oppresso soppresso depresso e acqua molta acqua sotto ai piedi, ché di divino non ho nulla e camminarci sopra sarebbe blasfemo
Ferma in questa isola emotiva ad inventare le forme alle nuvole e subirne i colori.
Ti riveli in un'apocalisse notturna trionfo fulgido testamento scritto di pugno sul mio seno inchiostro irritante opera senza misericordia furente e belligerante parole e lapilli.
Sai dirmi, il cuore, su quale croce riposa e se gocciola sangue e, dignitoso, resta in silenzio senza lamenti liquefarsi nelle arterie come desinenze emotive.
In Caduta da regni troppo alti a sbattere su pavimenti liquidi che riflettono la mia immagine angelica come fossi Narciso Demoniaco in adorazione del mio male.
Donami ali nuove per disegnare geometrie buie nello spazio o_scuro che mi è dentro, così, fuori.
Se china ed in preghiera tu mi fossi amante crocifisso ed attendessi di dissetarmi del distillato della tua fronte spinata ti prenderei goccia a goccia come pioggia che mi cade da un cielo basso e ti diventerei chiesa per celebrarti sulla mia ara santa nutrendomi di pane, vino e seme.