Scuoiami A veder fili di vene c'ho sotto portare la tua sporca impronta e spezzarle ed interromperle nei punti che fanno spasmo dove il tuo sangue coagula ed il mio da denso a liquefatto ti mormora nel suo s-correre e t'insegue - matto - uscito dal taglio netto di una lama conficcata ancora di traverso tra l'errore e la voglia
Indorami! Elevami! Ti appaio sovrana ma-donna piena ebbra Scrostami di vacuo divinizzami santificami rendimi in sacrificio immòlati in nome delle mie altere sembianze e dell'istrionica seduzione
Ri-conoscimi! Genuflettiti al sacro all'ara dell'impero e glorificami!
Mi possiedo eccedo in orgoglio in tracotanza come la tempesta delle acque grandi
Ti abbasso il capo per ergere il mio mi stacco, come scheggia dall'umano misero
- hybris -
Del vizio, la virtù del peccato, l'espiazione della vanità, Io.
Posso andare in overdose di parole, proseguendo avanti così, all'infinito, a fare la non-poeta deformando pensieri, sudarli, tracimarli, dissacrarli. Inietto in vena una spruzzata di stelle spente su croste di lupi e lune piene, pasticche d'emozioni tristi, essenze di petali strappati. Sono in craving di cattivi pensieri, sintetizzazione di umori maniacali, chimica diluita di quelli immediatamente più bassi. Racconto con la mia mano destra il terrore dei miei sguardi sinistri e la Furia che mi abita come fossi dimora fatiscente.
Eterna Sposa senza carne - Luccicanza Evanescenza - Con gl'occhi dell'oltre mi misturo al terreno - umano fragile - Ti metto gli aliti tra i respiri giungo vestita di sola impressione trasfigurata nell'essenza di non più donna né demone né angelo ma entità che si adagia come un bacio - estremo - su un cuore che ancora pulsa. All'odor del sangue colgo narcisi e spoglie resti della tua mortalità Ti prometto un viaggio come un volo come una viva morte Incontriamoci nei letti d'assenza - presenti - infiniti amanti.
Mentre mi passi fluido tra le bocche dischiuse ed innesti il cuore con schegge del tuo a fiorire e recidere affiggermi il desiderio ai muri dell'eternità paradisiaca ed infernale -affliggermi - Stagliati nel nero visibili ad opera di mezzaluna strofiniamo volti-maschera a dirci falsamente fedeli e stringerci gli anulari nel ferro che spella e mistura tetano a menzogna.
La tempesta parla del vuoto e le solitudini spirano dentro con il vento delle memorie che si portano dietro detriti sul suolo dell'anima s-battuta, in travaglio, stanotte, partoriente - dall'utero deserto - aghi di pino e scaglie liquide di fiume, ché nessun corso mi è dentro spaccato dalle crepe profonde rughe di giovane vecchiaia.
Ma-donna profana a dispiegare piume infrante - affranta - con l'ali a croce ultimo volo dal rigurgito di demoni voyeuristi in danza tantrica trafitta dal sesso buio celebrata sposa sull'altare sacrilego mangiatoia d'agnelli a sillabare il si e suggellare l'oscura unione ed arpe tramutate in tamburi e campane a tempo - il Tempo - e che dorma accanto lo Spavento in tutte le notti di giorni recisi come fiori spampinati _Ultimo salmo.