Chiaroscuri intensi, verniciati freschi sull'anima. Mezzitoni acromatici in rifrazione dall'iride alle ombre per le scale di grigi, in saliscendi, senza corrimano. Il riverbero cangiante è la mia nuance preferita addosso riflettermi come scrittura rovesciata su specchi con la sola luce filtrata dalle serrande a tatuarmi la pelle.
Scarlatta come una lettera strappata dal petto come etichetta portata in mano come trofeo monito riconoscibile, ché i segreti ed i misteri sono altri trattenuti tra le ciglia e la bocca poi invito sui seni poi tra le gambe spalancarmi fagocitarti
L'esaltazione. La desolazione. Una a destra, l'altra a sinistra come mostri epici. Agli angoli delle orecchie, pendenti sul lobo come orecchini pesanti, sulle spalle come grilli parlanti, manipolatori. Vacillante, ballerina insicura e malferma, arrivo a danzare a carponi, pur di avere la sensazione di muovermi ancora.
Conto i miei battiti. Sembrano diversi, ma sono sempre gli stessi.
Stai nudo alle mie spalle e attraversami il corpo dalla notte all'alba percorrimi in ore e mettimi di traverso come spicchio di luna e fammi tutta come quand'essa si fa piena mentre mi posi i respiri sulla soglia d'ogni apertura.
C'è una parte di me che ho strappato via da tempo. Come ciò che è superfluo e che non serve. Avuto in dotazione per sbaglio, questo mio vecchio, stanco e malconcio cuore, ho provveduto a riporlo dentro un forziere. Più o meno sepolto, più o meno agonizzante, quasi sempre in coma farmacologico. È lì, oltre la serratura, separato da me. Pretende! Batte di notte e mi sveglia. Sadico! Vuol ricordarmi la parte umana di me, da indossare e dismettere come fosse un vestito. Arranca, si fa strada ed arriva, rovesciandosi di punta per penetrarmi il petto ed è di nuovo Dolore, ma urla più lui che io.
Mille sfumature di donna. L'aria vintage e le pose barocche, l'anima rococò, il sesso naif. Un'orgia eclettica di modi, stati, umori. Parole in versi endecasillabi e la prosa comprensibile che fa da parafrasi a tutta la mia Poesia notturna. Mi si arricciano i pensieri quando la mia testa tocca altri pensieri svelti e forti come orgasmi multipli di associazioni e somiglianze mentali.
Dipingimi dei colori migliori. Intingili nell'ira cospargili di abiezione miscelali secondari al comando come segno e tatuati intorno alla mia iride che io ti stampi nella crosta d'ogni memoria e che da lì Tu possa scorrermi come resina ed olio
Vermiglio. Dentro e fuori. Con la tua mano sul seno ad imbrattarmi di nero sangue come in trasfusione di sentire _trasfonderti amalgamarti confonderti, ché io non sappia più distinguere te e l'altro da te
E ti sporco di me senza mani - con le sole intenzioni - ché sono macchia in riverbero sui tuoi nervi e tra i miei incubi sei la più reale tra le visioni.