Quel verso di destino che intristisce solchi di vita, inaridisce labbra in sensi di terrore. E quella lacrima sul viso di donna scivola dagli occhi stupiti in un respiro che va oltre. Ed, esanime, segna in getti rossi fatali il suo spegnersi... dolorosamente trafitta dalla violenza, dall'abuso, dall'impazienza, dal martirio. Ah, lacrima di donna che irrori di perché gote ormai pallide, sei ultima traccia a chiedere giustizia in questo mondo umano che s'infiamma feroce d'irrazionali delitti.
Ah le giornate, ore a sgomitare sensi in un ripassare emozioni. E ogni spunto di pensiero trascina in quei sentieri ingarbugliati da spinosi arbusti, e fai sguardo pungente che oltrepassi armature d'indifferenze. Vuoi sciogliere gelo che non appartiene alla primavera. Ascolti, curiosa come bimbo, la notte che, chiassosa d'indizi di nuova vita, induce a rivedere i tuoi abbandoni all'inerzia di un fato che sembra escluderti dalla gioia di vivere. E sospendi pure malinconia appendendola alla pazienza di una luna che pare, invece, sorrida,.
Amami come non mai e farò mia questa realtà, farò catene di sogni, farò strascichi d'emozioni. Amami con l'ardore di un fuoco d'intenti che non smette scintillare di fiamme il mio buio. E l'orizzonte diverrà tempo, il tempo, infinito... l'infinito, te!.
Finta poesia la vita... a volte, quand'essa si destreggia in insiemi di dolenzie ostili, garbugli di ostentazioni, o ricami sfilacciati di apparenze... e sprofonda così in idee di relativismo, rassicurazioni di verbi imposti a dilagare invece di altere azioni. Ma, quando si pone in visioni naturali, o in appassionati sentimenti, o ancora in assimilazioni del buon vivere senza trascurare pronunce di tenero trasporto, ascoltando interiore umanità la poesia è della vita che si compone, si arreda di significati in dimore di righe descritte, fa nascere delicato anche un pianto che un verso poetico poi può consolare l'emozione.
Spesso mi manca l'espressività di pensieri... quella che racconta presenze, quella che moltiplica sorrisi, quella che fa dei silenzi immediati vocalizzi di piacevole stupore. Mi mancano, a volte, confidenti parentesi in punti attesi decisi pure delle apparenze di un rassegnato distacco. E mi arrangio così di visioni di cielo e mare... e attendo suoni accolti risonanti di ordinaria pacatezza o anche, d'irruenza manifesta e assimilata poi dall'anima come attimi senza intima storia... Unicamente impressi di naturale casualità nell'astratto del tempo quando si consuma senza dedicate parole.
La bestia interiore nasce piccolo germe e pian piano insinua nella psiche irragionevole il suo veleno a conquistare misura di abnorme magrezza... Convince specchio a riflettere ogni volta disarmonia di membra, troppo massicce annuncia, e di fianchi, rotondità troppo imponenti notifica, e di cosce, troppo informi assicura, come gonfi lunghi galleggianti. E obbliga peso al controllo ossessivo sui grammi persi, che non sono persi proclama, anzi recuperati in più. La mente così registra continua disperazione, il cibo è solenne rifiuto, la vita, maldestro contenitore d'infelicità di fisiche dimensioni ingiuste. Orrendo è quindi il viaggio dei giorni, delle ore, dei minuti mentre uno scheletro nenia l'insoddisfazione di sé... Ma ora che la bestia pare solo vincere, ecco improvvisa consapevolezza tornare nel cuore che vuole invece rivivere ascoltando illuminata intenzione in che modo sconfiggere angoscia curando con determinazione proprio lo sguardo della mente che era meramente, totalmente infermo e testardo di irrazionalità!
Domina l'assoluto nelle voci di petali, sussurri d'universo che risuona d'armonia. E l'anima imperfetta accudisce l'estasi in rivoli d'attimi, trasfigura mente allontanando razionalità, divenendo solo spirito che sorvola l'astratto percepire come unico grembo agognato, ove nulla ha crescita al tangibile effetto del dolore.
Mai distanze ti separeranno da me Anche nei percorsi del destino Mia ancorata dimora di grembo, tu Mio essenziale traguardo di vita, tu Amandoti per ciò che sei Tu che hai dato anima semplicemente Insieme ai tuoi pensieri Al tuo desiderio del mio sorridere sereno Musa tu delle mie ancestrali verità Ovunque hai cresciuto spazi e mente Seguendo io te sullo stesso binario Eventi di esistenza accanto piano maturata Moltiplicando ragionamenti del cuore Portando tu silente pesi dolenti celati d'ansia Rovistando segreti e misteri del tempo Esplorando soluzioni risolute Origliando tu le mie tristezze Vociando però forte il coraggio e la volontà dei prosegui Unendo tenacemente speranze Nutrite dalle tue parole materne Quando a volte abbandono io orizzonti Unica tu a disegnare ugualmente il sole Eremo non più scorto solitario Svelato radiante luminoso dai tuoi occhi in me Ancora con carezze del primo bacio Respiro che colgo sicuro come in quel remoto vagito Annusando così tra fiori il tuo esistere amato Invincibile ed eterno profumo di rose d'amore di te.
Favola quel tuo divenire tenerezza... Solleva sipari la mente, e prepara scenografie di gesti, di parole e sussurri. Recito protagonista di un sogno musicante, dolce canto di sensazioni ammorbidite di sguardi. Sarà attimo surreale, sarà infinito tra dita tremanti, sarà alba sfolgorante o notte di luna amante o semplice favola di te, narrata per vagheggiare come danza la felicità.
Sentimenti, post elaborati dalle vibrazioni tonali dell'attimo, e dipinge l'oscuro, amalgama il chiaro, interpreta guardo, gonfia labbra stupite nell'amore, o le stira in una risata pasticciata, di sentimenti grigi, e ancora rinfrescate rosse di tumide speranze sussurrano arcobaleni in tramonti con vesti dorate reclinanti nella notte...