Preferisco illanguidire il senso irreale che m'appartiene nell'avanzar china sulle scale della vita. Vorrei lentezza di tempo nel proferire illuse dimensioni. Resterei in un soffio di vento, o in un approccio sonnolento, resterei sospeso idillio sulle infinite stelle che mai smettono d'apparire in quel cielo dei sospiri... Vorrei ammiccante dolcezza a invaghire speranza e sguardi nostalgici fuori da quel remoto che mi distanzia oramai. Vorrei udire calmanti melodie, come dolce cantilena a distrarre silenzio del cuore: esso, come bimbo spaurito vorrebbe accanto ancora la tenera visione materna per rassicurare che dietro la porta vi è solo il sole e non amorfa oscurità. Vorrei infine solo un sogno che racconti dell'amore che non scalcia mai, da me fuggendo.
Spiccato sentore di pura fantasia nel vederti reale nella mente, ovunque, lungo lo scorrere di ore lontane per me, ma vicine alle quotidiane tue abitudini... Rimescolo sospirante il divenire di un sogno, lo stendo su labbra, poi lo lascio ondeggiare, piuma al vento dei pensieri senza ritorno... Dove andrà lo sguardo sollevato al cielo che non vede mai orme, dove si fermerà a scrutare se meta si cela d'ignoto? Continua ostinato il sognante volo solitario con leggeri piumati riflessi dell'anima ardente a rivelarlo tracciato chissà perché nel sole, ove però non posso soffermare occhi!
Piano fermo l'istante, pacata assimilo la lentezza dei pensieri, struggo l'anima di languido divenire negli sbocchi dell'anima addolcita, placata dalle paure, dalle lontananze, dall'indifferenza... Ascolto nella sospesa ritualità dei sentimenti, li pongo sul cuore, indelebili fino al respiro vitale, come promessa di vivere amando la vita così come è.
Scorreva l'ora invisibile sulle penombre sberciate del silenzio qualche fruscio di timore fuggente in un rivolo stremato poco più in là definiva presenza Silente l'ombra appariva claudicante di pensieri sola avanzava lumaca del suo tempo. Arrivò Lei, esile muta di silenzio guardò l'ombra infinita, sollevò la piccola mano e la tese alle dita insicure Fu sguardo, fu compagnia senza parole, fu riguardo, fu attenzione dell'esistere insieme, non più viandanti di solitudine, e fu improvviso che labbra distese di sorrisi, riconobbero ove l'Amicizia poneva radici fertili nelle profondità della vita.
Angeli, quel dì hanno addobbato la tua ora, e il tuo respiro fu il dono. Nascesti di verdi edere per salire sulle vette dei sogni, portasti gli sguardi del futuro, eppur non ti promise nulla il tempo. Tu, avanzasti ugualmente semplice e radiosa delle attese che s'inchinavano poi ai tuoi battiti. Le tue parole furono musica che suonasti con lievi note di pensiero nelle ore, nei giorni che s'aggiungono festosi. E ogni anno riunisce voci e cuori di chiunque si rallegra al tuo esistere bello mentre sempre angeli invisibili intonano nel vento lieve auguri divini di vita tra applausi della terra!
Raschiavi il sole per porre frammenti di caldi raggi nella nebbia braccante. Speravi di notare chiara l'ombra dell'orma amata in quei sentieri rumorosi d'ignoto. Poi guardavi le tue dita, erano scarne di forza, e così, roteavi lo sguardo, a cercare dove fosse il punto segnato dal desiderio. Fino ad essere esausta. Lasciando ogni volta quel sogno dell'amore tramontare insieme al sole.
Saranno percorsi o rigidi intermezzi per illusioni al tramonto. Chissà di cosa parlerà il sole dietro monti. Forse, mentre si china agli sguardi amanti, sussurra loro lasciando veli di rossa passione. E snerva il tempo, è viandante di attimi, chiede storie per vestire le sue nudità con cuori palpitanti, con sospiri esitanti, con sensi esaltati. Ah! questi solcati percorsi di randagie illusioni a vendere, come mercanti imbonitori, sorrisi incerti di fama d'amore!
Desolata virtù d'amore, ha terrorizzati occhi opachi nel cammino del destino seviziato... Duole l'attimo dell'istinto ferale che chiama la morte come killer goduriosa della vita da sigillare al buio dell'infinito... e così tu, giovane, tu madre, tu amante, tu tradita, tu, semplicemente donna, tu, ogni volta affogherai nel tuo sangue, se non soddisferai l'orgoglio oscuro del maschio che non sopporta l'umiliazione del tuo abbandono, della tua ribellione, della tua volontà di riscatto, conscio che volevi solo vivere un'altra vita lontano da ogni sua ostile emanazione.
Dipingerò frasi per confondere il grigio informe esteriore... Userò rossi poiché è passione accesa come fuoco caldo e ridente di un ceppo di camino... poi ruberò essenze rosa e carminio a quel fiore, che è lì tra cespugli anonimi a far ammirare, vanitoso, la sua bellezza; rincorrerò anche gocce cristalline di rugiada., o di mare d'argento, dove si riflette l'azzurro di un cielo contagioso d'immenso. Infine guarderò l'emozione in occhi verdi o neri spalancati alla vita e labbra perlate solo di sorrisi, e saprò dell'arcobaleno disegnato, vitale e palpitante, dall'anima turbata addossata alle mie parole.
Nelle emozioni d'amore travalica il gioco del mistero dei sensi... Sulla pelle frange di desiderio, in ogni sussulto... Ed io t'amo, in ogni recondito pensiero, e dono l'alito dell'anima a fiatare il battito celere alle carezze ardite... Voglio sia garbato e lento il tuo amarmi, con dita intrecciate, con corpi animati dall'impeto innamorato senza tempo. Dammi voce... La tua, che narri sincera passione, dammi parole, le tue che suscitino solo l'immenso che cresce per un amore, che non si spegne mai in un ti amo sussurrato in una sola notte.