Sfiora capelli lo sguardo del mare, e il sole discende fra onde piccole lontano... Silenzioso nel lisciar orme il confine dell'arenile conta quanti passi ha accolto e quanti sospiri solitari hanno accompagnato suoni volanti di gabbiani... E quel silenzio di risacca che riposa in pensieri come battito cadenza il ricordo... - Dove sei amore randagio, dove respiri l'ora del tramonto, troverai le note d'incanto su riflessi di baci? Dove racchiudi gli sguardi quando l'alba gioca con l'orizzonte? E la carezza scompiglierà il tuo cuore? - Lo sguardo del mare dolcemente invita a sognare anche il tuo amore randagio altrove.
Come soffio appare essere stata la tua vita... Tu, donna, madre, tu, fiera di dolci presagi, tu, promotrice di sogni in te e intorno a te. Tu, carezza d'ogni istante, tu, consolatrice d'occhi stanchi. Tutte le donne in te, Liliana, che come te non intravedevano rancori, e non credevano vie ingabbiate in livori di follie. Tu, che stupita non hai salvato la tua vita offrendo le tue ultime parole a difendere dall'improvviso mostro d'orrore. E il tuo sorriso ora appare e resta più che mai luminoso agli sguardi qui di te piangenti, e così il tuo essere stata donna, madre adorata è come aver accolto tutte le donne in te, che come te, petali fatalmente lacerati, sono state soffi d'amore ora infinitamente per sempre rimpianti nel ricordo struggente d'ogni cuore.
T'ascolto, mano nella tua, t'ascolto udendo parole nei tuoi silenzi, interpreterò ugualmente i tuoi sguardi, e so che nei miei riuscirai ad aprire l'uscio ai sorrisi... T'ascolto amico, nel vento che urla, nel frastuono che confonde, nel buio dove ti perdi. E stringerò la mia mano, alla tua come se tenessimo insieme il mondo e sempre insieme, amico, vedrai, non ci sarà più paura, né in me né in te, d'incontrare la solitudine.
Vado e ascolto l'ora del brusio nella notte che dimentica frastuoni. Vado errando a trovar l'anima balbettante i sogni lasciati nel grigio delle parole disattese, e indugio al lume intimo della solitudine su quei ricordi che avevano trecce lunghe, piedi scalzi sul bagnasciuga dei giochi. Indago dove l'anima ha i suoi bisbigli, dove le sensazioni correvano di albe promesse, o si riposavano alle luci di stelle, mentre carezze erano sigilli di un amore.
Lascio al tempo raccontare il cammino, io piccolo attimo ho perduto prese che sostenessero le mie ore passate da un'infanzia dimenticata a un interpretare al meglio i desideri... Le riflessioni, come vestiti cambiati e ricambiati, poi lisi di corsi affrontati senza mai dire decisa così sarà, così voglio sia... Ho guardato, spesso fiacca, tra pareti spesse di ripieghi, tra finestre socchiuse di sogni, tra vedute appannate di convincimenti ed ora questo tempo sa tutto di me, sa che continuo la trafila delle sensazioni a pelle, delle parole che fiatano ciò che non dico alla vita che mi scorre ancora dentro perdendosi, anonima, come granello caduto nell'arenile solitario dell'anima.
E l'amore diede sfoggio nei tuoi occhi, ti diede il giorno che era già infinito nelle sue promesse... per te. Ti accosti, così, alle ore che camminano ma sono lente per essere solo abbondanti di dolci parole, di sensazioni che hanno sguardi lunghi, carezzevoli ad ogni tuo sorriso... Si pone festone luccicante, per approntare teneri turbamenti per adornare di colori il tuo tempo e la passione e la certezza di ogni altro, di te, innamorato domani!
Se fosse certa la tua volontà capirei l'ardire del tuo pensare volto a un altro sentiero... Se quell'ansia di vivere altrove, tu giovane turbata coscienza, fosse parola scelta e capita non sarebbero così acerbi quei passi tuoi voluti avanzare nell'ignoto. Ragazzina d'occhi vivi, già in frantumi di sogni, pur ancora implumi di saggezza, dove sei, dove riponi le tue emozioni, sei salva da mostri erranti, ridi, attendi o ripensi al fato, scruti ancora lo stesso cielo, o sei, desolata, nel buio feroce della paura senza fine? Se fosse la tua volontà questa lontananza forse sapresti pure che non essere accanto diviene crudele punizione per te, e, disperatamente, per chi hai lasciato ammutolito chiedendosi ora piangendo: quando ho sbagliato da decidere tu il tuo stesso silenzio.
Vestivo l'anima di te. Adornata di raggi d'oro e veli di luna... per essere adamantina di fascino. Sempre i miei occhi raggiungevano la tua anima e coglievo i tuoi respiri come perle sulla mia pelle... E raggiante ti seguivo in ogni sentiero... donandoti essenze di me a profumare il nostro destino... Oh! Queste mete di durezza che ora offri ai miei passi sono baruffe di parole tese che disperdono sogni... Questi silenzi di cui t'ammanti sono catene che feriscono sguardi... Provo a indurti su orme di ricordi con la mano fra le tue. Scosti calore... Lasci avvertire il freddo che del cuore lento s'impossessa e penombre invernali s'addensano cupe sul nostro avanzare senza primavere alle porte.
Come il mare, si, tu, mio riflesso d'argentine spume... Tu, come eterno flusso che inonda il mio sguardo, e che, in mille iridi irriverenti arriva su di me, in sparsi frantumi di parole sulla corazza indossata dal mio silenzio alla realtà dell'abbandono. Ma come mare io t'amo ancora e resto ad attendere il tuo canto, anch'io, sempre pronto arenile della tua risacca.
Dov'è... dov'è l'amore... Ditemi. Qualcuno ne ha parlato, magnificato, esaltato... Dov'è... dov'è l'amore... Qualcuna l'ha anche sfiorato, l'ha scortato, forse visto poi rotolare come perla saltellante, là, perdendosi sotto l'armadio dei vestiti dismessi. Dov'è l'amore... Ditemi... Travestito negli occhi, insinuato nell'anima, appeso su labbra, invaghito nella mente. Ditemi. vaga su un arcobaleno, goccia improvvisa di nube o si confonde nel tramonto. E'alba o fulmine di temporale... È spaventato, timido, imbarazzato, o suadente celato tra iridi boreali che rincorrono effetti di luce a esplodere ardente? Dov'è l'amore... E cerco ancora fermagli impreziositi d'emozione ad appuntare pronta il suo rinomato sospiro quando fuggente va dove il mio cuore proprio non sa.