Le migliori poesie di Nello Maruca

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Scritta da: Nello Maruca

Il rimorso

Ogni mattina allo spuntare del giorno,
all'apparire dell'attesa aurora
sorgesse il sole o spirasse bora *
o ch'estate fosse o piovoso inverno

senz'alcun'indugio al campicello
sperando mettere qualcosa nel paniere
t'incamminavi per la ricerca giornaliera,
con chissà qual'altri pensieri nel cervello:

Quante volte, però' fu la ricerca vana,
quante volte il ritorno fu triste e deluso
che vuota fu la cerca quotidiana
e altro giorno in fame s'è concluso.

Nel desolato teterrimo abituro,
sfumata la speranza del mattino
tutt'intorno t'appariva ancor più scuro
ma la speranza non avea confino.

In quegl'anni di epidemica carestia
puranco d'affetti, nonna, fosti scarsa.
Povera in tutto, o nonna, io nol capia
perciò lo cuore me lo stringe morsa.

Grande, se solo poco avessi riflettuto
t'avrei qualche sospiro, forse, lenito.
Nol feci, più nulla or posso, t'ho perduto!
Il rimorso mi rode all'infinito.
Nello Maruca
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    Scritta da: Nello Maruca

    La promessa

    Una barca gongolante
    dalle vele biancheggianti
    è partita da levante
    tra le onde fluttuanti.

    A me viene lentamente
    a portar il pargoletto
    che aspetto trepidante
    di tenere sul mio petto

    per cantare la ninna nanna
    con l'amore di una mamma,
    con l'affetto della nonna
    alla gemma, dolce fiamma.

    Quando, poi, il piccoletto
    addormito s'è sul petto
    nella cuna, caramente,
    lo distendo dolcemente.

    Stringo in mano la manina
    e contemplo il visino.
    L'accarezzo pian pianino
    e mi resto a lui vicina.

    Poi ripenso il vivo scritto
    indi giuro, indi prometto
    per il bene affisso in petto
    che sarà sorriso il pianto
    e allegrezza la tristezza.
    Nello Maruca
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      Scritta da: Nello Maruca

      La serenità

      La serenità non è roba palpabile
      tanto che cosa non è manco visibile,
      nemmanco è qualcosa d'acquistabile
      possederla, però, è anche possibile.

      Di quel che si ha bast'essere contento;
      ti basti il dieci, non cercare il cento,
      non t'irritar se forte soffia il vento
      mentre la pioggia speravi qual'evento.

      Non pensar quel che potea ma che non fu
      pensa, invece, piuttosto a quel ch'hai tu,
      non desiare di scala andar sempre più su
      fermati! Guarda quant'altri a te son giù.

      Indi, restando immoto di serenità
      l'animo t'è pervaso ché sazietà
      ha per quel che il Ciel gli ha dato
      e l'essere n'è tutto inebriato.
      Nello Maruca
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        Scritta da: Nello Maruca

        Carabiniere

        Ah! Se potessi essere non io
        e al par di Dante mi facesse Iddio
        dell'Esercito branca tant'onesta
        con diligenza canterei le gesta.
        Con mano lesta stilerei lo scritto
        e, di Te, Grande, narrerei l'editto.

        Se, poi, di Giotto avessi mente esperta
        Tua storia pingerei con mano certa;
        l'illustrerei su tela ricamata
        come nessuna mai fu disegnata.
        A Dio che innalza e abbassa pregherei
        Onde uguagliare altra mai potrei.

        Se del musico Verdi avessi l'estro
        le lodi canterei da gran maestro:
        Le canterei al suon di cornamusa
        e in ciel l'innalzerei, storia diffusa.
        Dolce all'orecchio il suono giungerebbe
        Tal che manco melodia d'Angeli terrebbe.

        Povero sono, però, in mente e arte
        perciò ogni velleità metto da parte;
        il sangue forte pulsa nelle vene
        sferzando nel cervello forti pene.
        In minuetto mi muovo in queste righe
        come formica nel trascinar le spighe.
        M'accosto, con timore, tremolante
        a narrare di Te, Uomo importante.

        Degno di fede e di vetusto onore
        il bene altrui alberghi dentro al cuore,
        da sempre per l'altrui la vita doni:
        Fedele più dei cani ai lor padroni.
        Quella divisa nera a strisce rosse
        vanta conquiste di molte riscosse:
        La porti con l'orgoglio del gran Fante
        d'importante battaglia reduce zelante...

        Ti volle Emanuele Primo di Sardegna
        quale tutore d'ordine e di legge;
        presente sempre dove il male affligge
        resti al tuo posto fino alla consegna:
        Rivedo la battaglia di Pastrengo,
        della Sforzesca e quella di Novara,
        per questo dentro al cuore mio Ti tengo
        e la Figura Tua m'è dolce e cara.

        In Aspromonte e sul silano monte
        hai combattuto lotte da valente,
        avverso i disonesti, per l'ostaggio,
        reprimesti nel silenzio il brigantaggio.
        In Libia fosti a conquistar medaglie
        lasciandoti alle spalle molte Spoglie,
        nella campagna fosti a Senafè
        e combattesti in quel di Macallè.

        Del sangue Tuo inondasti Podgora
        e quel Tuo sacrificio vale ancora,
        mostrandoti al dovere servo ligio
        rendesti alla Nazione gran servigio.
        Nei secoli fedele: Qesto il Tuo Motto
        fedele resti in tal mondo corrotto,
        lo fai per dedizione al Tuo dovere,
        degno sei d'ogni stima, carabiniere.
        Nello Maruca
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          Scritta da: Nello Maruca

          Gemme

          D'Epifania, d'incerto sole, in tiepida giornata,
          giunge la prima Gemma tant'amata.
          Brillano i suoi occhi per bontà ed amore,
          di tenerezza mi riempie il cuore.
          Suo lamento è dolce nota,
          bel carattere denota.

          La seconda, ch'è seconda in tempo,
          di luce brilla più del firmamento;
          lunghi capelli, grand'occhi, luminoso viso
          a giugno mi perviene all'improvviso.
          Tutto piglia, tira, strilla,
          tutt'intorno ad ella brilla.

          In un febbraio tetro, freddo e gelo
          la terza, poi, calata m'è dal cielo;
          di gioia sussultar fa l'alma mia
          mentre m'appresto a dir l'Ave Maria.
          Occhio piccolo, lucente,
          sguardo fermo, intelligente.

          Nell'odoroso di fiori e biancospino maggio
          mi giunge all'improvviso il grand'omaggio
          di quarta Gemma splendida, lucente che tra le Gemme
          è Gemma delle Gemme.
          Tosto pare assai carino,
          un tantino birichino.

          A capodanno la quinta mi compare
          venuta all'improvviso a illuminare
          la nera notte di fulmini percossa,
          di vento e tuoni forti molto scossa.
          Di furbizia mente fina
          lesto offre lo spuntino. *

          Cinque di Gemme splendide ho nel cuore,
          ognuna d'inestimabile valore.
          La vita che pur tanto m'ha deluso
          in fin sì grandi beni m'ha profuso.
          Nello Maruca
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            Scritta da: Nello Maruca

            Il quadro

            Forgiata da Mastro che dei maestri è Mastro
            di nobili metalli in uno fusi cornice pende,
            di fiori ricamata. Non di minore pregio nastro
            la regge che, ad avorio appeso, più regal la rende.

            Da sfondo, luminoso come sole, appare un cuore
            che a caratteri di fuoco ha inciso: Amore.
            Dal dio Vulcano indelebile la stampa è apposta
            che alle cure affidata l'ha della dea Vasta

            che al focolar dei buoni è attenta e lesta.
            Nel mezzo, la cornice, un quadro la sovrasta
            ch'a le immagini di tre racchiuse in una
            da divinità bendata, detta Fortuna.

            Una, grande e possente è la figura
            che alle altre due profonde dolce cura.
            Dal petto emette solo dolci suoni;
            dolce lo sguardo, occhi belli e buoni.

            Gentile nel suo far, cortese in tutto
            grand'albero v'appar cui pende buon frutto,
            Il frutto coprodotto è dolce e fresco
            ch'anco il pianto per l'anima è rinfresco.

            Altra dolce e buona figura l'accompagna
            ch'è degnamente degna sua compagna;
            reso felice ha lui col pregiato frutto,
            ella è felice mamma e moglie in tutto.

            Assai più bello è il quadro quì descritto
            ma riportar su carta non m'è concesso
            ché ai soli Grandi ascritto è tal diritto:
            Sol loro, a cose belle, han riservato accesso.
            Nello Maruca
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              Scritta da: Nello Maruca

              La felicità

              Non persona che non l'abbia pronunciata,
              non persona che non l'abbia ricercata
              non è persona cui non faccia gola
              ché né uman né cosa può, se non essa sola
              donare contentezza e appagamento
              giacché sol'essa di tanto può far vanto
              e di quanto più belle essere cose
              superando la dolcezza delle Muse
              Per settant'anni io l'ho ricercata
              E manco un poco d'essa ho mai trovato.
              Forse è manchevolezza tutta mia
              O forse vive solo in fantasia.
              Nello Maruca
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                Scritta da: Nello Maruca

                Dialogo

                Tu, che rilassato, all'ombra degl'austeri
                pioppi sprofondato sei in sonno tranquillo
                e resti steso al loco dei misteri,
                tornato sei alla terra, suo pupillo.

                Tutto scordato hai dacché sei chiuso,
                tutto scordato hai dacché sei steso;
                se piove resti là, come recluso,
                tra cielo e terra resti là, conteso.

                Manco ti smuovono i caldi raggi
                di cocente sole d'estiva calura,
                né scuotonti li vermi dei paraggi
                e d'aria t'è ripugna ogni fessura.

                Prima che fosti tu, fui così pur'io.
                Prima che mi partissi stetti lassù,
                non sai che stare dolce è in quest'oblio:
                Ah! perché non scendi pure tu quaggiù?

                Non devi mai dormire perché già dormi,
                non devi mai svegliarti, non è risveglio;
                ten stai disteso sotto i grandi olmi,
                posto più quieto non esiste e meglio.

                Beato te se scendi in quest'anfratto:
                Il luogo lo dimori senza sosta,
                nessuno sogna mai di darti sfratto,
                stai pur tranquillo: Non arriva posta.

                Maestri qui non sono né mastri d'ascia,
                avvocati e notai qui non trovi;
                chi quivi approda tutto a terra lascia,
                non sono né alberghi né ritrovi.

                Pioggia mai fu e immenso mare giace;
                tutt'è frastuono ma rumor non senti.
                Se qui ti stendi resti in grande pace;
                l'Alme son tante e tutte son'assenti.

                Fors'io verrei pure in quella valle
                ove mi dici che c'è tutto e nulla,
                lasciando, ahimè, la conosciuta calle
                per coricarmi in quell'oscura culla.

                Ma il dire che tu fai parmi mistero:
                Nel cranio gira forte l'emisfero,
                nel petto dice il cuor: Voglio pulsare:
                Non dire nulla ancor, lasciam'andare

                Scendere in tale luogo non mi lice
                ove ognuno parla e nessun dice,
                ove tutt'è silenzio e nulla tace,
                ove frastuono è ma è grande pace.

                Il racconto, mi pare d'altro mondo
                e partorito da mente malata;
                è come in aria fare il girotondo
                e la matassa è troppo ingarbugliata.

                Tutto il tuo racconto è un enimma
                che in toto pare solo melodramma:
                Indi, eternamente restati laggiù
                ch'io preferisco starmene quassù.
                Nello Maruca
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                  Scritta da: Nello Maruca

                  Aurora

                  Aurora che in mezzo siedi rosseggiante
                  poi della bianca alba e pria del luccicante
                  sole che di luce cielo e mondo inonda
                  ma tua luminosità supera e abbonda.

                  Pria ch'esso compare e cielo di luce
                  sua colori già tuo splendore riluce,
                  ché qual alba a ritroso lo cammino
                  fai e, di splendore prima sei del trino.

                  Chi già candido origina tra splendore
                  di due e forma di luce e di colore
                  trino, percorso di sua vita è rilucente
                  ché di macchia nell'andar rimane assente.

                  Posta con l'Alba e il Sole nell'Olimpo
                  al mondo doni luce a tutto campo,
                  d'essa ne resti tutta quant'avvolta
                  e la spandi ogni dì dall'alta Volta.
                  Nello Maruca
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