in Poesie (Poesie d'Autore)
Libertà
Nulla possiede
ma si concede,
nulla pretende
e non s'arrende,
nulla ghermisce
e non ferisce.
Nulla ,
niente
ci appartiene veramente.
Il tutto lo troviamo
solamente
nel nostro cuore
e nella nostra mente.
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Nulla possiede
ma si concede,
nulla pretende
e non s'arrende,
nulla ghermisce
e non ferisce.
Nulla ,
niente
ci appartiene veramente.
Il tutto lo troviamo
solamente
nel nostro cuore
e nella nostra mente.
Non ho parole
per chiamar
chi non vuole,
fermar il respiro
e sentirsi ancor vivo
nel fragore dei suoni,
in silenzi interrotti
da nuvole chiare.
Non voglio parlare,
ma solo ascoltare
quel dolce sentore
che proviene dal cuore.
Un battito calmo,
un fremito lieve,
lo sento sul palmo,
lo so che non deve
uscire e volare,
ma non ci sa stare
rinchiuso a sognare:
quel silenzio d'amare.
Avrò gioia
e non tristezza
col calore di una carezza,
avrò colori
e non dolori
con il piacere dei girasoli,
avrò la luce
e non il fuoco
se lo scherzo
sarà per gioco,
avrò vent'anni
se non conterò
i miei compleanni
Avrò rimpianti
se tu ne avrai,
ma non paura
se ci sarai.
Impaziente segue la corrente,
quel sasso trasparente
che insieme ad altri sassi
fa strada ai nostri passi.
Guadare quel torrente
non è stupefacente,
farlo non è niente.
È un gioco lineare
dimenticar d'amare
scordare quel vissuto,
rinnegar l'avuto,
saltare e andare avanti,
lo hanno fatto in tanti.
A me non è concesso
di chiedere permesso
e penetrare il cuore,
di chi non ha creduto
che forse quel torrente
è tutto ciò che ha avuto.
Nel sogno medesimo
del noto incantesimo,
sorge un dilemma:
se stringere ancora
la tenera gemma
stampata negli occhi.
La lascio, la prendo,
risalgo, discendo,
così non mi arrendo
non svelo il mistero
non spezzo lo stelo.
Ma ammiro quel fiore,
quel bel girasole
che torna a segnare
il confine d'amore
di vivo splendore,
godendo al millesimo,
del noto incantesimo.
Parole senza tempo,
trascinate qua dal vento,
parole indefinite,
proposte e non capite,
parole illuminate
non dette
ma sognate:
le parole delle fate
belle e non amate.
Tagliano il presente,
rinfrescano la mente,
invitano a cambiare
il tuo modo di ascoltare,
di vedere, di guardare,
di sentirsi tempestare
di magnifici progetti:
so che tu non te lo aspetti.
Son parole dette a te,
da una fata
non da me.
Il prato si desta:
gira la testa
che vien dalla festa,
non sembra più desta
in ciò che ci resta
di luci e parole.
Ora insieme, ora sole,
in quel girotondo
che domina il mondo
dei tuoi sentimenti.
Sembran assenti
quei tuoi occhi invadenti,
ma incidono lenti
la barriera del cuore.
Trapassano oltre
quel nostro presente
un po' fatiscente.
Girotondo apparente
del mio girasole:
giri danzando dentro il cestino,
vivi volando
sopra al destino.
Ruscelli d'acque chiare,
non si gettano nel mare,
ma vivono d'incanto,
nel frangente di un rimpianto.
Ruscelletti della mente,
così fresca e trasparente,
non bisogna più sognare,
ma tentare di tornare
in un presente intermittente
che prosciughi quel torrente.
Non si asciugano i pensieri
né di oggi, né di ieri,
ma permangono bagnati,
dal torrente trascinati.
Canta la luce
che illumina i gesti,
che sempre conduce
dove tu resti.
Canta il poeta
dei sogni perduti
e sembran di seta
i ritmi compiuti.
Canta il richiamo
del tempo arrivato,
di intere serate
apparse e passate,
di mani gelate
da stringere ancora,
sognando e aspettando
che arrivi l'aurora.
Graffiata dai rovi
le rose non trovi,
ma sboccia il dilemma
di mite speranza
che taglia,
che stringe, che illumina,
che abbaglia.
Dal prato dei sogni
non esci graffiata,
ma a volte stregata,
da un'idea passeggera
che vola sincera
nel cielo del cuore
e somiglia all'amore.