Può apparir difetto non fermar di getto un battito nel petto, né scordar l'affetto: io per diletto ne faccio orgoglio. Anche se lo voglio "non può lo scoglio arginar il mare". È come amare, fermar non riesce né tempo e spazio e sempre esce energia e tensione che desio t'impone e poi dispone di mente e cuore e poi ti tiene prigionier del bene e ancor sovviene... l'idea di te.
Download di un file, giù dall'alto scaricai e ora son così leggera tra gli anfratti a primavera. Senza darmi alcuna pena poi rivedo quella scena, tra le rocce, la carena di una nave inesistente che viaggiava indipendente, senza meta, senza tempo, senza vela, ma dal vento trasportata in un'isola incantata. Questa nave ora impigliata, non è certo naufragata, dalla mente è liberata: se ne va com'è arrivata.
Sassi di fiume appoggiati alla riva, dove approda ed arriva la mite dolcezza di un soffio di brezza. Sasso lanciato nel fiume argentato, in ricordo, a memoria di un recente passato, per dare il segnale al respiro che sale e al battito d'ale di un passero amico. Finire non può ciò ch'è nato immortale, come un fiume alla foce che si getta nel mare.
Stringimi, tra le parole di una canzone perduta, tu, mite sogno dell'umido volo. Stringimi, nel mistero della mente, se la mia effige non vi vede e non ti sente. Stringimi, tra i pensieri dell'ignoto, del non voluto, del non reale. Stringimi, tra le gocce del temporale. Stringimi, come solo tu, da sempre, riesci a fare.
Chiarore d'inviti, non teme il rumore, sui sentieri infiniti di inerte sapore. Chiarore sul cuore, rischiara il torpore sui battiti accesi, da sempre protesi ai nostri bisogni, sul filo dei sogni. Luce, chiarezza, inebrian gl'istanti con la fattezza di savia saggezza.
Stampate sopra il nostro quaderno del destino, le macchie dell'inchiostro a volte denso e nero turbano il pensiero e deturpano il mistero. Senza più colori, non battono quei cuori, animati dalla sete di sogni e senza mete si trovano sperduti tra il nero dell'inchiostro. Sordi e muti ad ogni costo, non hanno più parole. Ma la pioggia clandestina, caduta stamattina, lo scioglie quel torpore, lo smacchia quel grigiore, e dopo torna il sole.
Tramando la luce degli atti compiuti, aleggiano soffici, gli angeli muti. Mutando gl'istanti di nuvole erranti, mi stanno vicino cambiando il destino, in ascolto o in attesa, ma senza pretesa di voli infiniti.
"Se c'è in me la verità deve esplodere. Non posso rifiutarla, rifiuterei me stesso" Così scriveva Karol Wojtyla passeggiando in solitudine tra abeti e betulle del Nord. Questa verità immolata sull'altare dell'amore, è ora esplosa, coinvolgendo l'animo di tutti, stretti intorno a lui e uniti per una speranza di pace.