Poesie che hanno partecipato al concorso Come un granello di Sabbia

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Scritta da: Fabio Turchini

L'Angelo

Sono. Sono presenza che s'avverte,
che scorre labili tracce di un pensiero
scandito in sillabe d'ala incerte,
e segue, sospeso, il lungo sentiero
che al respiro dello smeraldo sale
su frasi di zolla intinte nel cielo,
là dove tra l'Eterno e l'Uomo vale
la stessa trama che intreccia il velo.

Porgendo alla Madre l'intonso stame,
tesso l'attesa con petali di vita,
nell'ordito fatto di latte e brame,
e nell'arcano dell'indole avita.
Spinge la terra il Virgulto radioso
che stille di pianto tergon con cura,
al dolce fondo del pane odoroso
mettendo grazia, stupore e premura.

Guido la luce alla favola bella
tornita d'oro in corone regali
è mescolata a unguento di stella
nel comporre greggi di lodi con ali.
Stempero di bianco il tenue turchino,
sì che di giglio si colori la notte
e al primo giorno dell'Uomo m'inchino
affinché disegni più salde le rotte.
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    Scritta da: Nadia

    Filo d'argento

    Auguri
    amica mia
    per questo giorno importante
    Semplicemente
    teneramente
    "Auguri"

    Il resto
    che vorrei dirti
    Il mio mondo
    contenuto dalla parola
    che due volte ho ripetuto
    per questo giorno importante
    Rimane segretamente appollaiato
    come un tondo pettirosso
    sul filo d'argento
    che lega le nostre vite

    Lui
    con il suo nodo, divino
    ci ha ingarbugliate
    stringendosi e stringendoci

    Sorridendo
    si compiace del suo successo
    adesso
    che ci vede
    fuse l'una nell'altra
    felici della nostra prigionia.
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      Scritta da: Fabio Turchini

      Il tuo nome a primavera

      Accompagnerò il tuo cuore attraverso la vita
      per quel che resta del Tempo Nostro,
      e ogni battito o discreta istanza sua,
      anche la più flebile e lontana,
      mi vedrà pronto a una risposta d'amore.

      Perché ho inseguito l'altezza
      nel riverbero curvato del cielo,
      interrogato il vento che profumava in ampio stormo,
      e ho progettato messi gialle,
      fresche, adesso, nel carme della primavera;
      ho poi sbriciolato terra ancora assonnata
      e baciato il muschio,
      disciolto il male,
      assaggiato il glicine, così dolce nell'ora vespertina.
      Qualsiasi cosa s'intonava con gli orizzonti miei più belli;
      e tutto mi incoraggiava alla pronuncia del tuo nome.
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        Scritta da: Fabio Turchini

        Imminenza del ricordo

        Il baccanale preme contro le tempie
        che scansano a stento convitati di troppo.
        Elargisce fasto e oblio,
        mentre all'orlo d'una impura leggerezza
        s'imbelletta con cipria e frivolezze.
        È troppo acuto il frastuono sull'incudine dell'oro.

        Oramai, posti in controluce,
        i sorrisi sobbalzano e ripiegano,
        dilatando il bianco di stucchevoli decori.
        Se il canone del divertimento forzato ridonda
        è perché manca l'insidia frastagliata del ricordo
        nel languido rituale d'una étagère di chincaglieria.

        Eppure, poco basterebbe alla festa:
        il soffio rinato dell'antica carezza,
        passata tra i serici capelli
        dell'infanzia nostra,
        così trepida e vera
        dinanzi all'imminenza del Natale.
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          Scritta da: azriel

          Sogno d'estate

          Scorsi per caso riflessa nel rigagnolo
          la luce argentea della Luna
          che rischiarava l'acqua.
          Preso d'incanto l'ammirai per ore
          desiderando infine di morirle accanto.
          D'un tratto Lei s'accorse dei miei occhi
          e con modestia scomparve nella notte.
          Chiamai me stesso folle addirittura
          ché nessun uomo può bramare tanto,
          la Luna ne fui certo in quell'istante
          al Cielo apparteneva e a Lui soltanto.
          Ma quando fui per volgere lo sguardo
          udii una voce dolce che era un canto:
          "Sono la Luna
          -disse-
          portami con te"
          e il Cielo ci abbracciò sotto il suo manto.
          Composta mercoledì 16 settembre 2009
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            Scritta da: azriel

            Il lungo addio

            Tacque la pioggia ed arrivò l'inverno.
            A rompere l'incanto del silenzio
            soltanto i passi tuoi lontani
            che senza peso solcavano la neve.
            Non ti guardasti indietro un attimo
            per non sentire il sibilo del vento
            e non mostrare per pudore gli occhi
            feriti dalle lacrime e dal freddo.
            Chissà perché mi torni in mente adesso
            tra i luccichii di un mondo diventato altro
            che non ho mai compreso fino in fondo.
            Forse ti ho amata in uno strano modo
            ma mentre te ne andavi il tempo si è fermato
            e se puoi scusa la leggerezza di un ragazzo
            che non ha mai saputo essere libero.
            Tace la pioggia e arriva l'inverno.
            Il sibilo del vento mi socchiude gli occhi
            e mi costringe a non guardare indietro.
            Con passi lievi mi cammini accanto.
            Composta venerdì 11 dicembre 2009
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              Scritta da: azriel

              Sul fiume Okavango

              Correrò sola
              lungo il delta del fiume
              che non si getta in mare.
              Se ci ritroveremo,
              un giorno,
              voglio non sia per caso.
              Mi siederò in attesa
              sulla sabbia del Kalahari,
              e il tuo ricordo
              sarà il mio castigo.
              Se tornerai,
              un giorno
              chiamami da lontano,
              ascolterò in silenzio
              e non sarà per caso.
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