Poesie che hanno partecipato al concorso Come un granello di Sabbia

Frasi di questo concorso le trovi anche in Frasi & Aforismi e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Dora

Notte

Sono sola in questa notte, sola con pensieri che sconvolgono l'anima
con silenzi che fanno rumore, con ombre nelle tenui luci dei fanali
aspetto te e il cuore sussulta, al minimo movimento, al minimo suono
soffro e l'angoscia mi assale, solo tu puoi far svanire il mio tormento
ed alleviare la mia paura, riportami la pace, la notte dolce e tranquilla
che induce al riposo, ai sogni, ai desideri, come quando eri con me tutte le sere.
Ridammi la mia notte di pace, di suoni ovattati e penombre
torna da me presto, non ce la faccio, le ore passano e il mio cuore si stringe
solo quando i tuoi passi risuoneranno per le scale, la porta si aprirà e tu apparirai
solo allora tornerò a respirare e a vivere
fino a quando un'altra notte mi vedrà ancora ad aspettarti...
bambino mio.
Composta giovedì 16 luglio 2009
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    Scritta da: AGONIA83

    Infiniti attimi di vita

    Svanisce l'essenza
    di questa esistenza,
    persiste la paura di me,
    dei miei abissi,
    dei pensieri incompiuti
    che pesano come macigni,
    di speranze infinite,
    travestite da sogni spezzati.
    Se restare è morire,
    nella mente affiora il pensiero di fuggire,
    da me stesso,
    dal solito viso riflesso nello specchio,
    da questi occhi che non hanno più anima,
    da questi giorni,
    che non fanno più notizia.
    E nella mente solo lei,
    madre di un amore straziato,
    odiato,
    disperato,
    mai vissuto.
    E nella notte mi addormento,
    aggrappato alla speranza
    che altri occhi guardino,
    una nuova alba sorgere.
    Composta venerdì 11 dicembre 2009
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      Scritta da: Alba Gnazi

      Metafisico

      Scintilla di giallo e cobalto il cielo
      Nell'inchino del sole dormiente.
      T'affacci sull'orlo della mia distrazione:
      l'impeto del tuo sorriso più maestoso d'una fanfara.
      Se m'accosto alla frangia sfilacciata dei miei pensieri
      Sbigottisco,
      abbattuta dal loro mulinante tergiversare.
      Catene fluorescenti di parole e risa
      La tua voce:
      se ti guardo un istante negli occhi
      sbigottisco,
      rapita dalle sinfonie che
      il tuo sguardo sa costruire.
      E mi soffermo, ripiegando la
      Tenda di un'emozione fugace,
      sui binari di
      un'inattesa, rettilinea constatazione:
      questo è amore.
      Nell'inchino del sole dormiente
      Il cielo giallo e cobalto
      Scintilla anche di me.
      Composta lunedì 31 agosto 2009
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        Scritta da: Alba Gnazi

        Ti ho sognato stanotte

        Ti ho sognato di notte
        Stanotte
        Abbacinata da voci in sordina
        Che ululavano il nome nel nulla del buio che

        e nel fitto degli aghi di pioggia sulle mani
        Quando il sole s'arrende
        Ho scavato e scalato e cercato tra
        Germogli di terra e zolle di
        Grano
        il salmastro del tuo sorriso
        il sapore del tuo collo
        il concerto dei tuoi passi sopra

        Attraverso il bitume di nebbie
        Annoiate
        Di specchi ombreggiati
        sul tramonto ondeggiante
        Il risveglio il tuo tocco il tuo tepore l'odore la molle certezza che

        Ti ho sognato stanotte
        Di notte
        Ho sognato di te.
        Composta sabato 19 settembre 2009
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          Scritta da: Alba Gnazi

          Notturni d'abbandono

          Solfeggio la sensazione
          (scioglimento, dispersione)
          nell'incandescenza ritmica
          del tuo tocco

          a brandelli, in frantumi
          il suono spira dalla veneziana
          socchiusa sul mondo
          che non parla quest'idioma
          che non naviga la
          geografia del tuo busto
          che non mesce l'ebbro
          vino del tuo sguardo

          Io ti sento
          In ogni ione
          In ogni poro
          In ogni sudato, stillante afrore

          Tu Serpente, Farfalla, Angelo, Sciamano
          Sorseggi le aromatiche
          mie umide sponde
          lasci sbocciare i miei capelli
          alle radici dei tuoi fianchi
          Dove inizio io? Dove finisci tu?
          E dolcemente,
          Ferocemente
          Arpeggiamo
          Notturni d'abbandono
          In crescendo
          In crescendo
          e poi

          Ad libitum.
          Composta domenica 22 novembre 2009
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            Scritta da: bimba.mo
            Ci piace fare ciò che è sbagliato, ciò che è proibito,
            brivido lungo la schiena.

            Una scarica elettrica lungo il corpo
            e ti senti viva
            cuore a mille, le mani sudate, il sorriso che spunta leggero all'angolo delle labbra.

            Sentirsi preda della passione
            del non-senso
            di chi non dovremmo desiderare.

            Annullare tutti i pensieri per dieci minuti ed agire
            essere solo un corpo che si scioglie, si avvinghia e sente il calore di un altro.

            Sentire quel piacere così intenso
            e perdere le inibizioni.
            Non avere il controllo, non pensare.

            Essere una preda degli istinti.

            Scindere il corpo dalla mente
            e lasciare che la voce della mente sia sempre più soffusa
            Soffocata dalle sensazioni che crescono dal contatto
            Mentre il nostro corpo si muove lento. E il respiro diventa affannoso.
            La testa si inclina leggermente all'indietro, gli occhi socchiusi. Una sensazione ci pervade.

            Come l'impeto del fiume in piena distrugge la diga
            e l'acqua
            con la sua potenza bagna il letto del fiume
            arido, prosciugato.

            Ci piace.

            Forse perché siamo sempre così concentrati a controllarci,
            a fare ciò che è giusto
            a contare le parole, a sentirci in colpa per quelle dette in più,
            quelle dette in meno.

            A contare i soldi nel portafoglio, controllare di aver chiuso la finestra,
            Di aver ripetuto anche l'ultimo capitolo del libro.
            Composta mercoledì 2 dicembre 2009
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              Scritta da: bimba.mo
              La testa gira, come un tormento. La nausea. L'odore del vino, di quel lambrusco acido.
              Quello che costa poco e ti spacca lo stomaco.

              E cammina verso il bagno. A piedi scalzi.
              Così impari cara mia bella festeggiata.

              La mente ancora parla.
              E ci provi a farla parlare. Per non sentire altre voci, per non sentire il rumoroso affanno di un uomo.
              Di chi ieri ti ha toccato. Di chi ieri ti è entrato nell'anima. Veloce. Poi è sparito.
              Sente il gelo sotto alla pianta del piede, il pavimento di marmo.

              Sembra il gelo del silenzio.
              Quando il respiro si fa più lento, quando il piacere viscido è finito.
              Rimane solo il silenzio. E la paura delle parole, ti si bloccano in gola perché non riceveranno comunque risposta.
              Riceveranno solo attese, lunghe, feroci e sfinenti.

              Apre la porta della camera. La maniglia è calda.
              Il legno scuro sembra accarezzarle il tatto.
              Un secondo di sollievo.
              Composta venerdì 4 dicembre 2009
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                Scritta da: bimba.mo
                Per te che amavi i Pink Floyd
                per te che li hai cantati
                e ricantati.
                Per te che per primo me li hai fatti ascoltare
                allora non li sapevo apprezzare,
                allora non ti ho saputo apprezzare.
                Ma come mi gusto ora questa canzone
                ogni nota mi entra dentro.
                Impressa a fuoco
                come il tuo ricordo.

                So, so you think you can tell Heaven from Hell?

                Te la dedico con tutto il cuore,
                e me la ascolto mille volte.
                E ti ripenso mille volte.
                Ti porto nell'anima
                come un marchio impresso a fuoco.

                How i wish, how i wish you were here.
                We're just two lost souls swimming in a fish bowl,
                year after year,
                running over the same old ground. What have we found?
                The same old fears,
                wish you were here.
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                  Scritta da: ichweissnicht

                  Come un aratro antico

                  Lavorerò il tuo corpo come un tempo
                  lavorava la terra il contadino
                  del mio paese. Con lo stesso amore
                  con lo stesso vigore disperato
                  evocherò la vita dai tuoi solchi
                  e tu sarai per me mensa e giaciglio
                  tempio, rifugio, lavacro ed alcova
                  e non avrò che te nella mia mente
                  nelle mani nella bocca affamata
                  della tua carne e dei tuoi umori. In te,
                  nel tuo intimo vibrare immergerò
                  ogni mio desiderio, ogni mia voglia.
                  Si spegnerà pulsando il mio gridare
                  sfacciato osceno ed esibito al mondo
                  e nel tuo caldo e vellutato esistere
                  io morirò, donna d'incenso e d'oro!
                  Composta nel luglio 2007
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                    Scritta da: ichweissnicht

                    Litania di Loreto

                    Legno madera materia mater
                    vergine madre di legno nero
                    oggi non vivo l'antico sgomento
                    angoscia d'incenso di cera di fumo
                    la mente segue svagata la serie:
                    legno madera materia mater.

                    Vergine, in te si accresceva il terrore
                    che alimentava la madre di carne
                    nelle forzate astruse preghiere
                    ostico verbo dal senso ignoto.
                    Ma oggi c'è quiete nella tua casa,
                    legno madera materia mater.

                    Tra queste mura si ampliava il mio incubo
                    ginocchia dolenti sul marmo scavato
                    occhio di madre a minaccia otteneva
                    che io fossi sempre più buono degli altri
                    e diventassi sepolcro imbiancato,
                    legno madera materia mater.

                    Non c'è più fede e forse mi manca
                    non c'è più angoscia ed è splendido esistere
                    perché mi vive il tuo mito umanissimo
                    in mente ancora? Lo ignoro.
                    Di certo
                    tu non hai colpa di chi lo distorce,
                    legno madera materia mater.
                    Composta nel giugno 2009
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