Poesie che hanno partecipato al concorso Come un granello di Sabbia

Frasi di questo concorso le trovi anche in Frasi & Aforismi e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: ENRICO DANNA

Deserti sono gli occhi

Ombre di solitudine
sedute ai margini di tavole
imbandite di parole.

Il bisogno d'amore,
è il pianto isterico di un neonato
abbandonato al delirio delle coliche.

Deserti sono gli occhi,
al lacrimar dell'anima.

Accendo fuochi fatui
la sera,
per riempire quegli spazi vuoti,
alla mensa dei miei silenzi.

Nell'attesa che quelle ombre
diventino assurdi ritratti
dipinti di carnale euforia.
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    Scritta da: Federica G.

    Piacere, il mio nome è Alzheimer

    Piegata su me stessa lamentavo le mie sofferenze ritenendole le peggiori al mondo.

    Poi ti ho veduta.
    D'improvviso la mia prospettiva è cambiata.

    Io, privilegiata perché trovata dall'Amore; tu, sterile, ti è stata tolta la capacità di dire Ti Amo alle persone che ami: un inferno, dunque.

    Su quel letto di ospedale, al mio fianco, mi hai guardata: ho visto in faccia il dolore.
    Il dolore ha un volto.

    Urlavi nel silenzio della notte. Un gemito incessante, una cantilena di morte.
    Eppure in quel lamento scorgevo la parola familiare: Elohim, Elohim.
    La tua era una forma di preghiera?

    Tuo figlio stringeva quella mano che per anni lo aveva risollevato dalle cadute in bicicletta, dalle azzuffate con gli amici.
    Tuo figlio ti sorrideva e ti cantava come la mamma migliore del mondo.
    Anna, hai cresciuto un figlio stupendo.

    L'inizio della tua malattia fu subdolo: una stupida dimenticanza.
    Oggi quella dimenticanza è il tuo pane quotidiano.
    Riconosci chi bagna il tuo letto di lacrime?

    Se la corretta diagnosi si avrà solo con la tua morte,
    perché entrando hai sussurrato: piacere, il mio nome è Alzheimer?
    Composta martedì 18 agosto 2009
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      Scritta da: Federica G.

      La solitudine del pagliaccio

      "Il cuore conosce la propria amarezza, e alla sua gioia non partecipa un estraneo" (Proverbi 14.10)

      Notte fonda. Cala il sipario.
      La messinscena è finita: basta con gli accorgimenti, le finzioni, gli artifici, la commedia. Della vita.

      Bianco o Augusto che tu sia, hai ricevuto approvazione.
      Il grande pubblico.
      Il grande applauso.

      Niente più risate, schiamazzi e nasi rossi.
      Vuoto, solo vuoto, solo e vuoto. Solo.

      I muscoli della tua faccia non seguono più i tuoi ordini e continuano a farti sorridere.

      Eppure il sipario è calato.
      Lutti o feste possono riempire la tua giornata ma non possono rimandare lo spettacolo.
      Tu devi salire su quel palco. Non importa quanto sia arduo.

      Ambasciatore del sorriso, la pausa della tua solitudine è terminata.
      Si riapre il sipario.
      Composta martedì 20 ottobre 2009
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        Scritta da: jolecapo
        Conoscere me stessa...
        capire quando è ora di dire basta
        e ricominciare, risalire, ripercorrere con la mente il cammino
        ci sono ancora stanze vuote nel mio cuore...
        cosa rimarrà di me nel cuore degli altri?
        Mi cerco... e scopro
        che oltre quelli che credevo i miei limiti ce ne sono altri...
        e altri ancora: fin dove?
        Io sono mare, bonaccia, burrasca...
        sono il blu del profondo, il verde speranza...
        sono un'onda che avvolge sé stessa
        che nasce, vive, e muore sulla spiaggia...
        e rinasce.
        Composta venerdì 12 giugno 2009
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          Scritta da: mandrake

          Meriggio

          Arsura gialla di sole
          pei campi odorosi
          di fieno tagliato.
          L'azzurro quasi bianco
          del cielo immobile
          abbaglia l'occhio del pellegrino
          che stanco,
          l'ombra annosa di querce antica
          cerca.

          La carne sua pietrosa
          ha il pallore della cera
          squagliata sui doppieri,
          il colore delle pergamene
          ingiallite dal tempo.

          Nomade come la tua
          la mia casa è aperta sui cieli
          colma di armonie lievi
          di terra arata da poco
          e di semi rigonfi.
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            Inconsapevole

            Come piccoli bambini,
            siamo nati senza voglie.
            Indifesi e senza strada,
            qui nel gioco della vita.

            Ma nel mondo inconsapevole
            e su questa grande palla,
            siam venuti per giocare
            ed imparare a stare a galla.

            Sottomessi nel dolore
            spesso siamo senza meta.
            Come fare quando un fischio
            non comincia una partita?

            Il problema non è da poco,
            lo so, ma questo è un gioco.
            Quindi se nessuno fischia,
            non temere, sei già in pista.

            Tu preparati e stai pronto
            che al momento più opportuno
            non sarà l'aspettativa
            a farti strada nella vita.

            Cerca sempre in te il ricordo
            di esser libero di fare
            e vedrai che in questo mondo,
            riuscirai a galleggiare.

            Tanto basta per trovare
            la tua strada e il tuo perché,
            camminando col tuo passo
            e con la vita che c'è in te!
            Composta domenica 13 dicembre 2009
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              Scritta da: Endi H.

              Fiamme e Lacrime

              È un valzer tra fiamme e lacrime il cammino mio
              è un destino superbo ed insuperabile il nostro
              e con quanta fatica abbiamo costruito la perfezione dell'abbandono
              e per sempre rimembrerò questo dolore
              Più gioia che vita,
              Più passione che morte.
              Vivi, potere che sei in me
              e riduci il destino al mio volere
              Vivi, suprema lacrima di onnipotenza.
              Spegni le mille fiamme della debolezza
              Rendimi in grado di proteggere il mio amore
              Credimi in grado di lottare con ardore
              e se la mia danza non sarà celebrazione della tua bellezza
              Distruggimi, annichiliscimi
              Risorgerò come bianca Fenice
              Piangerò fuoco dolce,
              Berrò lacrime potenti.
              Non mi sarà più necessario respirare.
              È la vita, oltre l'uomo.
              È l'eterno tra le mie dita.
              Gigante, onnipotente,
              risponderò ai tuoi sorrisi.
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