Poesie che hanno partecipato al concorso Come un granello di Sabbia

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Scritta da: Marabu

L'albero della vita

L'albero della vita e i suoi frutti d'oro
magico melograno e le fontane loro
Signore dell'anello, pecore, santi e cani
Parole dette in fretta, rimandate a domani.
Strade percorse e gravi verso il sole al tramonto
giochi di ragazzine che fanno il girotondo.
Piove la nebbia intorno piove su tutto il mondo
lasciano il pianto agli occhi nel profondo.

"Giuda, che cosa hai fatto?"
"Quel che dovevo fare!"
"Giuda, perché l'hai fatto?"
"Qualcuno doveva tradire!"
"Giuda, qual era il prezzo?"
"Trenta denari d'oro!"
"T'han dato anche una corda."
"L'ho fatto anche per loro!"

L'albero della vita, ora ha una corda appesa
che sa d'ipocrisia e d'incenso da chiesa,
di voci appese ai fili d'un'altra notte scura.
Non ci sarà domani per quelli che han paura!
I giorni del terrore, per me, son già lontani.
Per quelli che han paura non ci sarà domani!
Composta mercoledì 25 novembre 1981
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    Scritta da: Marabu

    A mio figlio

    Subito un tonfo e un rivo rosso sangue
    Poi la paura ed il trillar nervoso
    Poi le mie corse, poi quel volto teso
    Quell'urlo atroce rimasto in sospeso.

    Il pianto che non voleva venire,
    la gioia espressa da altre voci intorno;
    "è maschio, è il terzo" e correre e gridare
    ma il correr tuo era senza ritorno.

    Notte e un dolore atroce
    stringeva come fuoco il basso ventre.
    Abiti bianchi come trini a Natale.
    "Non solo a nuocere viene tutto il male".

    E la bestemmia rimase lì, sospesa
    fra cielo e terra, quasi fosse indecisa
    se disturbare le orecchie dell'Eterno
    o, quatta quatta, tornarsene all'inferno.

    E restò lì, senza saper che fare,
    guardando intorno chi l'aveva udita.
    Poi la rividi, al mio fianco, cadere
    Inciampando sui gradini di un altare

    e mi seguì per veder s'era vero
    che l'alba, a volte, nasce anche nera,
    che il giorno passa senza sapere come
    guardando l'uomo che si faceva sera.
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      Scritta da: Leandro Mancino

      La mia pelle si ribella

      La mia pelle si ribella,
      non accetta più una stella,
      come meta che sfavilla,
      in un cielo che cancella
      il mio pensiero che decolla.

      Non c'è modo di uscire,
      non posso abbellire
      spazi bui come la mia mente per poi abolire
      leggi enormi contro cui agire
      senza poter capire
      che una realtà diversa bisogna concepire.
      Per poter costruire
      e non più coprire.
      Questo mondo è da demolire
      e non si può che eseguire
      senza dormire
      il comando di custodire
      il nostro avvenire.

      Aiutami a pensare,
      al futuro da inventare,
      alla vita da volere,
      senza abusare.
      E la mia tristezza sviare
      che mi vuol pedinare
      ed il cuore perforare.
      Composta martedì 17 novembre 2009
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        Scritta da: heavypigeon

        Un triangolo chiamato sorriso

        Turbini e stratagemmi
        Stanotte, magnifica nella forma e nel colore
        Ti porterà le mie parole
        Lievi accarezzeranno il tuo sonno
        Foglia d'ottobre al levante coraggioso
        Sbatte la porta dei miei ricordi
        Da quand'ero bambino
        Che sognavo e piangevo
        Commosso dalla madre di un giovane puledro
        Nascosto ai miei occhi indiscreti di figlio d'Adamo
        Ed ora che vivo e piango
        La gioia di spiare il tuo corpo
        Nudo all'ombra delle tua anima
        Come una metafora mancante al grande poeta
        Ti spio e tu sorridi...
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          Scritta da: heavypigeon

          Canto di buona notte

          Dormi serena
          Le mie mani in fumo
          Ti stringono ancora
          Ti cullano ancora
          Stringiti alla tua stella
          Appanna gli occhi
          Le mie dita dolci
          Violano, conquistano
          Sfiorano il tuo sonno
          Proteggono il tuo sogno
          Emozione che provo
          Emozione che sento
          Niente importa
          Nulla conta
          Io e te
          Scena immaginata
          Dormi serena
          Cullati serena
          Cullati regina.
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            Scritta da: heavypigeon

            Bastano tre pensieri

            Ultimo sospiro da un bicchiere
            Una notte bianca
            Che lenta non trascorre
            Seduto tra favole e pensieri
            Di continuo a te ricorro
            Lontana... come sei lontana
            Eppure io ti sento
            Mi giro e non ti vedo
            Sfiori la mia matita
            Amorevole dolcezza
            Alla ricerca del mio affetto
            Madre è un nome di Dio
            Un bimbo che non parla
            Prega solo con i gesti
            Madre è la sua unica preghiera.
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              Scritta da: horsefriend

              Polittico

              Invola il vento già i capelli d'oro
              dell'estate e una resta ti sorprendo
              d'avena, in filigrana a ricamare
              la chioma tua pensosa sul mistero
              palpitante nel grembo.

              La tua dolcezza mesta di madonna
              senese del trecento mi seduce
              nel polittico d'oro d'un pagliaio
              deserto, ove tua madre illuminava
              una pepita d'oro di gallina
              a gridare il miracolo nell'alba
              e tu bambina e le sorelle in corsa,
              le stelle e i sogni infranti d'allegria.

              Ma pure quell'arista nei tuoi ricci
              è un ago che trafigge il tuo sorriso
              e gonne nere mi evochi velandomi
              la fiaba, e ventri gonfi lungo i solchi
              e cuori in pena al respiro di culle,
              talami diacci di vedove bianche
              a baciare esangui
              labbra di carta.

              E non più dea ti miro ma sorella
              di pena in questo viaggio,
              Anna che stai per darmi il terzo grido
              di fede nella vita, mentre il vento
              invola già i capelli dell'estate.
              Composta lunedì 10 luglio 2000
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                Scritta da: horsefriend

                MiniMinor UD 859773

                A chii-iì
                sorriderò... Leali in terzinato
                dal mangianastri
                sulla spalla di lui perduta lei
                col pendulo peluche a dirgli
                ti amo
                ad ogni sbalzo della provinciale

                Poi Baglioni a tenerli stretti stretti
                e Battisti coi versi di Mogol
                cosa vuol dir sono una donna ormai

                e l'assurdo
                di un urlo
                in Kawasaki
                che piomba deragliando sul lunotto

                Un rallenty di fari anabbaglianti
                le luci che sognavano nel duomo
                una sirena l'organo ed il coro
                la notte ha preparato
                mentre d'un telo bianco li ricopre
                e di stelle
                sposando i due peynet
                sul talamo d'asfalto
                in casto petting.
                Composta mercoledì 28 novembre 2007
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