Poesie che hanno partecipato al concorso Come un granello di Sabbia

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Scritta da: aura_85

Sguardi

Così, casualmente appare, un banale, freddo mattino invernale.
Rossastro il manto che avvolge l'alba.
Poi, ancora, arrogante, impetuosa, cupa, triste vedova vestita di nero
la notte,
porta tra i suoi seni una rosa nera,
casta si spoglia ancora al principio di luce,
danzante al crepuscolo,
in cui il volto celato, le bagna la pioggia scrosciante,
Osservano tristi l'io non riflesso allo specchio,
coprendo le ombre con una tenda di vecchio lino, giocando,
come fanciulli,
al nascondino.
Che gli occhi del mondo non li possano mai vedere.
Come l'inganno dei camaleonti, mutano il manto tra le foglie della ragione.
Tanti hanno guardato l'uomo alla croce,
tanti altri un principe calzato d'oro, che percorreva una fossa di petali bianchi
Lo sguardo di una meretrice, offerente della propria carne, ad una vecchia mano tremante di miglior comprator,
lo stesso arto in cui speranza e soldi trovano sfogo.
Lo sguardo è ora basso, diretto ai piedi di chi esagera con il contrappasso,
Uno sguardo alla vita in un banale, freddo mattino, dove gioia e dolore miscelano il loro presuntuoso auspicio.
Basta,
rammentar di esser figli del medesimo destino.
Composta mercoledì 25 novembre 2009
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    Cercatore senza mappa

    Ti ho cercata
    randagio
    nei vicoli dei miei anni

    Ti ho cercata
    ansimante
    nei sogni delle mie notti

    Ti ho cercata
    attento
    nei volti delle mie donne

    Ti ho cercata
    disperato
    nelle pieghe dei miei pensieri

    Ti ho cercata
    solitario
    negli echi del mio silenzio

    Ti ho cercata
    furioso
    nei brandelli delle mie esperienze

    Ti ho trovata
    solo attimo di realtà
    nei miraggi del mio deserto!
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      Elogio della pazzia

      Sogno amori mai vissuti
      vedo colori d'altri mondi
      invidio chi parla all'aria
      e chi attende una risposta
      dalle nuvole.

      Se tu rincorri il vento
      se odi il mormorio delle stelle
      se affidi al mare i tuoi segreti
      io ti amo,

      se credi nelle fate
      se vivi tra le nuvole
      se sogni l'impossibile
      siamo amici,

      perché io amo
      chi corre incontro
      a niente!
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        Scritta da: Daniele S.

        Geranio rosso

        Nessuno nel mio quartiere

        e in nessun altro
        Ha braccia sufficientemente muscolose per fermare le mie ore
        Quelle più semplici e leggere.

        Non incontrerò mai nessuno
        Anche se percorrerò tutte le vie del mondo
        Che mi fermerà
        e con la faccia sorridente
        Simpatica

        Allungherà le braccia e mi ridarà quel tempo sprecato.

        Ad aspettare treni, a pregare,
        a cambiare canale,

        a urlare a degli stupidi inquilini,

        la speranza di vedere allontanarsi l'idiozia
        è debolissima,

        forse neanche esiste

        parlo ad un geranio rosso
        mentre giù in strada una bellissima ragazza porta a passeggio il suo piccolo cane

        mi incanta la vivacità

        della bellissima ragazza che porta a passeggio il suo piccolo cade.
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          Scritta da: Pablo
          Ottuso mostro
          la parola vacilla e si districa
          lebbrose intenzioni si svolgono
          si sciupano nei corridoi quotidiani
          nere acque
          lo sguardo s'inclina disincarnato
          nel prevalente pudore
          le rosse colline di viti
          si sono dissolte
          nelle nebbie degli anni
          restano simulacri non fungibili
          di corse strappate al pomeriggio
          le stagioni gemmanti
          si celano alle spalle

          decadenti memorie si diventa
          in sussurrate precoci apatie
          ma fummo sempre precoci
          non so se vanto
          o irrimediabili vanità

          ma così è stato,
          un improbabile esistere
          malamente declinato
          per frettolosi viottoli in superficie.
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            Scritta da: ivo73

            Io e Lei

            Qui l'orizzonte sembra più vicino,
            dove la luce incontra il buio,
            ed il cuore si colora di carestia.

            Qui ho sentito vibrare una voce
            sussurrare agli gnomi che corrono le foreste.

            Qui il mio e il tuo corpo sono follia...

            ... scorre...
            ... l'estranea...

            Si è chianata su di me
            come gocce di goduria,
            respira rarefatta tra il calore della pelle...

            Si è nutrita di me
            bagnata di vergogna dove la mano sente il suo sapore,
            come sfinge che conquista il mondo in una notte...

            Si è voltata dietro di me,
            discrepanze di Settembre a lodare malattia...

            Disma si piegò alle forze del destino,
            e il disprezzo fu totale.

            Il disperato mio riposo è una voglia passeggera,
            ta il nulla e la speranza di un corpo che si muove.

            Si è specchiata dentro di me...

            Piangono le stelle...
            ... scorre...
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              Prima della ricchezza

              Prima di diventare ricco
              ricordati che sei sempre un uomo. Prima,
              e che le burrasche della ricchezza
              non sono meno difficili da vincere
              di quelle della povertà
              e che la ricchezza
              può essere un uragano
              che spazza via quello
              che di più prezioso sei,
              per darti in cambio solo ciò
              che di prezioso hai.
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                Scritta da: Pablo
                Di tremore in tremore
                s'allontanava l'intima luce
                si scolorivano i bordi delle giornate
                lunghe ringhiere in ombra
                di accatastati libri variopinti,

                età passanti nei canali inconsapevoli
                cedevoli al moto inerziale
                lungo una retta invisibile
                con velocità costante di soffocati sussulti
                di materia di per se stessa immobile
                agitatasi nella geometria spazio-temporale
                invasa dal tessuto connettivo liquido
                circolante in un sistema chiuso
                ricco di acqua
                per ricordarci che tutti
                fummo pesci,
                blocchi primordiali della Via lattea.
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                  Piedi nudi

                  Oltre ogni ostacolo
                  siamo stati corridori
                  in questo esistere,
                  ci siamo rincorsi
                  e attesi,
                  ci siamo superati
                  e ci siamo lasciati indietro,
                  reciprocamente.
                  E quante volte
                  ci siamo fermati. Soli.
                  Si può camminare
                  affiancati e liberi
                  o sprecare i passi
                  maturi di vita.

                  A piedi nudi
                  il residuo tragitto.
                  Passeggiando in pianura.
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                    Scritta da: ivo73

                    Il Re del Mondo

                    Non conosco i tuoi occhi perché sono solo sguardi,
                    non conosco la tua bocca perché sono solo baci,
                    non conosco le tue mani perché in fondo sono fredde.

                    Rotola la vita e sembra quasi un paradiso,
                    ma nessuno si nasconde... e vorrei essere vivo.

                    Tante né ho viste tutte uguali nell'attesa,
                    di trovare una speranza mentre forte spinge il cuore.

                    Sono solo... come sempre... destino mio nemico...
                    Com'è fredda questa notte, crocette di prigione.

                    Io non parlo, io non grido, io non ascolto, io non penso,
                    sono un Baudelaire... cosa sente il mio respiro...
                    Odio poco, odio tanto, odio tutti, odio m...

                    Rotola la vita e sembra quasi un inferno,
                    ma tutti sono qua... e vorrei dormire come un parassita.

                    È dolce, è lieve, è unico ma non conviene,
                    non correte stanotte, non riesco a contare...
                    Quante sagome di luce sono cariche d'amore.

                    Vi prego quasi in coro, aiutate le mie vesti... vi prego...
                    Spengo.

                    Che silenzio questa sera, com'è duro il dolore del mio fare...
                    Fuoco e inferno senza carbone nel camino,
                    pachiderma di fortuna come falangi di sudore,
                    fumo, erba e forestieri per colline di stivali.

                    Vagina senza voglia di trovare il mio futuro...
                    Lenta scende sdrucciolevole malattia di bere le speranze,
                    nello schizzo di un piccolo bicchiere.

                    Siete quattro forestieri di un tormento ormai accerchiato,
                    perché linda di colore è la maglia di rossetto.

                    Sono solo le due... e due...
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