Poesie che hanno partecipato al concorso Come un granello di Sabbia

Frasi di questo concorso le trovi anche in Frasi & Aforismi e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: floriana

II

Folle
Il metallo ed il sangue
nel caos sono folle

Al bordo della linea
ancora sul confine
e appena oltre
rilego questa pazzia
nella circolarità
che per gli altri è spigolo

Non c'è dignità,
è un urlo in una camera vetrata
non potete sentirmi

Se ci fosse una porta
non la aprirei
non la aprirei

Urlo e consumo l'anima
ma voi
non potete sentirmi
non voglio essere salvata

è metallo e sangue
nel caos sono folle
ma così lucido e ordinato
appare a voi
che dò fuoco all'immagine

Si accartoccia come carta

Inutile
non ha senso per voi tutto questo
non potete
non dovete sentirmi urlare

i'm scared.
Composta domenica 29 novembre 2009
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    Arde lo spirito della vita
    Nel rosso anelito infinito
    Dell'essere suono
    Odo
    e mi pare
    Così bella
    Così cara e amata
    Questa mia voce
    Con un azzurro intenso
    nel respiro chiaro
    Sento
    Non so dove
    Così fuori di me
    Così profondamente in me
    Un canto antico
    Fluire verde speranza nuova
    Sono suono
    Solo suono
    Limpido, liquido lucido giallo solare
    e sprofondo
    e inebriata precipito
    Nella mia stessa voce
    Volo pindarico in caleidoscopiche meraviglie
    e non c'è tempo
    e non c'è spazio
    Nell'indaco magico dello stupore
    è un fluttuare nella mia stessa essenza:
    bianca, candida, trasparente e inebriante
    luce di rivelazione.
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      Scritta da: Antonio Dati
      L'alba di un mattino
      un nuovo giorno si annuncia.
      Un fiorellino timido e tremolante
      una rosa che sboccia.
      Petali bagnati di rugiada
      piccoli smeraldi che brillano
      al sole nascente.
      La natura si risveglia
      al tiepido calore.
      Gli alberi, le foglie, i prati argentati,
      una dolce musica aleggia nell'aria.
      La vita riprende il suo cammino
      un fiore che nasce
      il vagito di un bambino,
      il miagolio di un gattino.
      Palpiti d'amore, scintille di vita.
      Ricordi che rimarranno per sempre
      custoditi nel profondo dell'anima.
      Composta domenica 29 novembre 2009
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        Scritta da: _Nana_Nana_
        Il buio calò e nuove luci la mia iride vide;
        Loro entrarono quasi portati dal vento,
        e noi lì, sotto quel palco, con l'anima nuda,
        pronta per esser trasportata da quella musica.
        Al primo tocco di bacchetta sulla batteria
        un concerto esplose dentro me.
        A quella voce il mio corpo non sapeva resistere,
        e a quelle note, di quella benedetta canzone,
        le mie labbra non sapevano dire di no.
        Ma i miei occhi, oh quelli non potevano non assaporarti,
        e le mie mani non ne volevano sapere di non giocare col tuo profilo.
        Tu, il mio sogno, il mio respiro, la lacrima dal cielo sul mio viso.
        Poi mi svegliai; si, ero lì. Sul letto dove ogni notte tu, inconsapevolmente, ti addormenti con me.
        Nostalgia, solo nostalgia provai nel destarmi.
        Ma sapevo che ti avrei rivisto, la prossima notte, forse.
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          Scritta da: Eleonora Montrone

          Il pellegrino peccatore

          Con passo lento
          saliva su per il sentiero brullo,
          con fatica s'inerpicava su per l'erta.
          Ogni tanto una sosta per l'impervia via.
          Dopo tanto andar ecco infin la meta,
          un rudere di chiesa, cominciata e mai finita.
          È la chiesetta dei peccatori,
          senza porte, muri, senza colori,
          due sedie malconce, un piccolo altare,
          un crocifisso di legno per pregare.
          In quel luogo desolato e scarno,
          davanti a quel crocifisso disadorno,
          rimise i suoi peccati
          per una vita mal vissuta.
          Nel ritorno a valle
          una sosta alla fontanella
          per un sorso di acqua pura
          in un'anima ritornata vera.
          Composta domenica 29 novembre 2009
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            Scritta da: GAETANO

            Mia madre

            Una mattina mia madre m'ha lasciato,
            ed ora io sono tormentato
            dal vuoto che sento dentro il cuore
            e sperimento a tutte l'ore.

            La rivedo sul divano assopita,
            in bianco-grigia vestita,
            le mani tremanti in tensione
            a cercar consolazione.

            Lo sò, lei m 'è accanto,
            e questo è il mio incanto.
            Ma vorrei stringerla forte forte,
            senza la barriera della morte.

            Mi mancano le sue parole,
            luminose come il sole.
            Mi manca il suo sorriso,
            preludio di Paradiso.

            Mamma, aspettavo il tuo saluto,
            ma ora ch'è avvenuto,
            sono solo e disperato:
            ah, quanto ti ho amato.

            Chi rimpiazzarti potrà,
            raccoglier la tua eredità?
            Nessuna io vedo all'orizzonte,
            ne sui mari ne sul monte.

            Perciò prego nostro Signore
            che m'accorci l'ore
            che mancano al mio trapasso:
            ch'avvenga senza chiasso.

            E quando ti rivedrò,
            eternamente con te vivrò.
            Composta domenica 29 novembre 2009
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              Scritta da: wolfetta

              Sognando

              Ho sognato per tanto tempo.
              Ogni volta qualcosa di diverso.
              Ho perso molti anni a sognare
              e ora sono sola.
              Oramai non so più se è giorno o notte,
              se è realtà o sogno.
              Mi sono dimenticata come si vive
              e ora
              sono intrappolata in un vortice nero.
              Il mio sguardo è cambiato,
              Non sono più io...
              e ora intrappolata nel buio
              sogno che qualcuno mi possa tirare fuori.
              Chi può aiutarmi ormai?
              Sono sola...
              il mio mondo è fatto di sogni,
              la realtà non esiste più.
              E piano piano sprofondo
              senza che nessuno si accorga della mia assenza...
              perché in realtà,
              sono assente da tanto tempo.
              Sono rimasta sola.
              Un giorno,
              nella realtà,
              qualcuno si accorgerà della mia assenza
              metterà una mano nel vortice nero.
              Una mano che mi tenga stretta
              per paura che possa scivolare di nuovo.
              Purtroppo anche questo è un sogno...
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                Scritta da: wolfetta

                Il mio mondo perfetto

                Il mondo mi circonda
                e ho paura.
                Una tremenda paura.
                Il solo contatto
                con un essere umano
                mi spaventa a morte.
                Voglio scappare da tutto questo.
                Voglio andarmene
                in un mondo buio,
                scuro e silenzioso.
                Il mio mondo.

                Sono stanca...
                stanca di tutto.
                Di vivere
                di sognare
                di mangiare
                di dormire
                di essere felice.
                Vorrei solo chiudere gli occhi
                e poterli non riaprire più.

                Sarebbe bello rifugiarsi
                nel mio mondo
                e scappare da tutto
                e da tutti.
                Scappare dal male,
                dal bene, dal buono
                e dal cattivo.
                Solo io
                in quel mondo perfetto...
                nel mio mondo.
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                  Scritta da: Mario Bianco

                  Pensieri

                  Svaporar come nebbia danzante
                  immagini d'altri tempi in scenografie
                  or pallide come inconsistenti veli
                  or a tinte forti come crude passioni
                  sanguinanti offese delusioni cocenti.

                  Scene fluttuanti che occhi attizzati
                  nel difficile seguire tempi scorsi e
                  appannati come vetri nello scrosciar
                  della pioggia, visi diafani corrono su
                  pellicola bagnata da lacrime, oh! Sofferti
                  sorrisi con labbra strette fissano cercando
                  un perché che dia senso compiuto.

                  Corolle d'amore, avvizzite o splendenti
                  bianchi di pruno, delicati e virginei frutto
                  di fanciullezza assetata e arsa d'acque
                  negate allo schiudersi di vita in deserti
                  che i tartari non conobbero mai.

                  Muovetevi dunque sui sentieri del tempo,
                  ma mai, con prece vi prego ritornate alla
                  mia mente che non vuole volgere il capo
                  alle acque trascorse, ai ponti gettati per
                  occhi assassini e membra fatiscenti che
                  di quel liquido volean nutrire anime fatue.
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