Poesie che hanno partecipato al concorso Come un granello di Sabbia

Frasi di questo concorso le trovi anche in Frasi & Aforismi e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Enzo D.

Il vecchio

Aspettare chi è sicuro che torna non è attesa, è amore.
Chi è sicuro che torna non va mai via.

Sotto la quercia in cima al sentiero
sul masso che sorregge la croce,
c'è un vecchio seduto,
con ai piedi un cane accucciato.
Avvolto nell'enorme pastrano,
con la folta chioma canuta
che sfugge al cappellaccio sformato,
le mani nodose sul bastone usurato
sorreggono il mento e la lunga candida barba.
Gli occhi umidi ma ancora cerulei,
incalzati da sopraciglia e da rughe,
perduti sulla vallata ormai brulla.

Silente, immoto, sembra di gesso
- Salute a te buon vecchio, che fai?
Senza distogliere lo sguardo sospira:
- Aspetto!
- Cosa aspetti qui, alla pioggia, al vento, al gelo?
- Aspetto la Primavera.
Lo so che è ancora lontana
ma mi basta sapere che un giorno verrà.
Aspetto, passerà il letargo del mondo,
anche se ammucchia un altr'anno ai già tanti,
sotto quest'albero,
su questa pietra, sotto questa croce.
E'la mia speranza, la mia preghiera.
Il viso rugoso rimase di gesso
ma negli occhi umidi brillò una luce:
- e finora è sempre venuta.
Composta lunedì 21 settembre 2009
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    Scritta da: Natale Currò

    Sentiero dei ricordi

    Nel retro della mente
    frammenti del passato
    si mescolano alle nubi della tristezza,
    dove un'aria d'animazione
    stimola il sapore dell'eternità,
    in un nido di luce dimenticata.
    Pensieri stanchi ammutoliti
    balenano al limite della coscienza
    una timida aurora di collera;
    il tempo, ormai affaticato,
    riprende allora la sua mollezza quotidiana,
    per vivere la durata di una fine invisibile.
    Nel sentiero delle rimembranze
    passato e futuro, attanagliati e spenti,
    scivolano nella memoria di uno spazio,
    mentre una voce melata asciutta
    di immagini irrequiete
    indora di bacini d'ombra
    l'epoca segreta di ricordi nebulosi,
    alla ricerca del volto triste
    di recondite dimensioni.
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      Scritta da: Natale Currò

      L'ultimo crepuscolo

      Sotto un lembo di cielo spogliato
      gocce di luna e di colore
      scivolano leggere come perle di mercurio,
      la vergogna sopravvive nel sipario delle abitudini
      là dove il tramonto d'un bagliore moribondo
      incupisce senza vaghezza la strada del tormento.
      Sentire la vertigine che inganna gli anni,
      aprire cascate di luce nel ghiacciaio dell'universo,
      capire gli uomini, per distrarsi dalla solitudine
      popolata dal silenzio dei ricordi,
      amare senza misura con la fame dell'anima
      che fa vacillare il cielo mentre la fine è lì,
      invisibile, simile a cuscinetti di aliti infedeli.
      L'ultimo crepuscolo s'innalza a consacrare
      le agonie solenni annunciate,
      per sprofondare nella palude della tristezza;
      il regno delle rovine perpetua la voglia di vivere
      per ritagliare istanti nel velluto del tempo.
      La giovinezza non ha illusioni
      quando la natura inganna,
      la vecchiaia, invece, torna su come una nausea
      a presagire nella breve trasparente eternità
      la fine di un giorno che sa di crudo sarmento.
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        Scritta da: Natale Currò

        Esistenza poetica

        Nel mare tiepido delle vertigini
        attorto agli sterpi di aride secche
        il tempo aggioga al buio della notte
        l'abisso flebile d'una luce livida.
        La mollezza fluttuante del tempo
        si addensa nell'aria
        mentre gela la polvere bianca
        di montagne dimenticate.
        Folate di brina mordente
        velate di sudicie brume ingiallite
        proiettano per terra
        ombre polverose di rugiada stordita.
        Nel cielo pallido velato di bianco
        tra pozze di lune
        il mormorio instabile delle onde
        urta l'udito esausto
        verso l'oscurità argentata.
        Sotto la trama delle sensazioni
        il silenzio sprezzante della tristezza
        fruga lamentoso
        senza dimensioni segrete
        il dondolio incalzante
        del cammino onirico
        nei paesi dell'anima.
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          L'Europa

          Posto riservato
          agli scarafaggi
          agli ebrei cristiani.

          Nella spazzatura
          ho covato le mie uova,
          sotto il cielo d'autunno

          festeggio il mio compleanno.
          C'è odore di arsenico
          -l'ho nascosto nelle mutande

          è un carrarmato nazista
          e io sono polacca.
          Sotto il cielo d'Europa

          libero il mio vascello,
          è questione di secondi
          prima dell'eccidio.

          Se d'amore mi uccido,
          ne amerà altre sette.
          Domani ho la libertà

          è la mia torta di compleanno;
          è un anello di cioccolato
          senza uranio, senza piombo.
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            Scritta da: apetta2009
            Chissà se quel giorno, quando i tuoi occhi hanno incontrato l ultimo orizzonte dl cielo, hai pensato a me,
            se mi hai rivista bambina; timida, insicura e impaurita,
            se mi hai rivista donna; matura e sicura delle mie scelte.
            Spero che tu sia lassù; sulla cima più alta,
            con le mani rese ruvide dal tanto lavoro,
            ma che sul tuo viso risplenda il più bel sorriso.
            Solo sapendoti cosi,
            credo che soffrirò un po' meno per la tua scomparsa.
            Solo così riuscirò a non versare più lacrime di rimpianto
            per non averti ancora tenuto per mano,
            per non aver sentito ancora la tua flebile voce
            che mi implorava di lasciarti andare,
            per non essere stata con te
            nel momento del tuo ultimo respiro.
            Composta sabato 21 novembre 2009
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              Scritta da: Fabio Angioletti

              Papà

              Mi hai voluto
              Mi hai pensato,
              Nei tuoi pensieri
              Forse sperato...
              Mi hai cercato,
              Atteso,
              Trovato...
              Sangue del tuo sangue
              Orgoglio del tuo silenzioso orgoglio
              Amore del tuo dolce Cuore...
              Hai camminato
              Al mio fianco
              Costante e presente
              In taciturna tenuta affettiva...
              Faro fermo
              e puntuale
              Guida e attracco
              Bora e libeccio...
              Non ti sveli
              Esponendoti alle parole,
              Ma il tuo Cuore
              Irradia i sentimenti
              Come sole all'alba nascente;
              Con forza e delicatezza...
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                Scritta da: Fabio Angioletti

                Mamma

                Sono per una persona
                fondamentale
                questi indegni versi...
                Senza te
                non sarei
                e non potrei essere...
                Mi hai insegnato
                tutto
                e quel che ora sono
                è specialmente tuo...
                Mi hai dato forza
                Mi hai dato Fede
                Mi hai dimostrato
                grazie anche ai tuoi sacrifici
                cosa significhi
                Amare...
                Riesci a donare
                il Sole
                a chi ti sta vicino...
                Voglio dirti
                semplicemente e dal profondo
                del mio Cuore e della mia Anima...
                Grazie!
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                  Scritta da: Fabio Angioletti

                  Ancora vive il suo calore...

                  Un anno fa
                  Il mio sguardo
                  Colpito
                  Incontrò il tuo...

                  In amata terra straniera
                  Tra forte vento e verde natura
                  Galoppò veloce il mio cuore
                  Fuoco di camino crepitante...

                  i sensi miei furono attraversati
                  d'incanto e stupore
                  Smarrii i sensi
                  Rapiti dalla tua grazia...

                  Al calar del sole
                  Tra allegri violini
                  Nacquero risa e sogni
                  Che illuminarono di stelle il cielo...

                  Fugace
                  Fu quest'abbraccio di emozioni
                  Ma vivace
                  Ancora vive il suo calore...
                  Composta venerdì 27 novembre 2009
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                    Scritta da: Vincenza Molvetti

                    Il tuo nome...

                    Sento ancora il tuo profumo che mi inebria l'anima
                    quando percorro i sentieri dei nostri ricordi...

                    e questa grandezza dell'universo si inchina all'amore che provo per te

                    mio grande amico,
                    mio Papà
                    quanti versi potrei dedicarti,
                    quanti pensieri rivolgerti,
                    quanto è immenso questo mio "amarti"

                    luce chiara e accecante
                    ti ha portato via da me in un istante...
                    istante fugace, breve
                    inaspettato e mai sperato.

                    Le tue braccia forti e rassicuranti
                    mi sembra ancora di sentirle intorno a me
                    la tua forza la tua tenerezza
                    una tua carezza che sa di leggerezza...

                    quanto amore in un verso imperfetto
                    quanto amore che non conosce difetto...

                    papà la più bella poesia è composta dal tuo nome...
                    Luigi...
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