Poesie che hanno partecipato al concorso Come un granello di Sabbia

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Alle nonne, autobiografia

Solleva la gonna
nemica maldestra e provvisoria,
è la mia tela, sorridente e intima
fanciulla di settant'anni.
È un flacone di imbrogli,
in saldo fino a giovedì,
la provai a undici anni,
la riproverò domani.

In guardia signore,
è una saponetta, assorbe tutto,
come una pupilla,
come un intoppo
alla carenza di zuccheri.
Per le olimpiadi ero piena di bagagli;
senza marito, senza figli
un sorriso vale l'altro.

Volevo soltanto essere un nome
un cielo con la targhetta.
Tra naso e bocca c'è solo ruggine,
calda urina di gatto.
Ora mi accorgo del pianto delle cipolle,
è un indiano scolpito nel legno di cedro.
Palpita il suo intestino
come salsiccia srotolata.

Apri il cancello, è un velo di ferro.
Zampa d'anguilla, poi tutto strilla.
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    Scritta da: Arturo Vaccarielli

    Alba

    L'unione tra la notte e l'aurora
    nel momento felice di gioia
    al calar del nostro dolore
    echeggia il primo barlume di luce
    Di strani colori miscelati
    scende un'acquerugiola d'emozioni
    ombre isolate dal vuoto iniziale
    autostrade infinite di polvere
    Il sommo dipinto angelico
    ha preso forma nel suo splendore
    tra il mare e i velieri
    tra il cielo e le rondini beate
    soffia il caldo respiro dell'Alba.
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      Scritta da: Arturo Vaccarielli

      L'amore Eterno

      Nel caldo tepore d'un sogno...
      Il tuo sguardo si fa giorno...
      Avvolta, com'eri, d'un felice sorriso...
      Il sole attraversava il tuo viso.
      Né la debolezza d'un tenero bisbiglio...
      Né il dolce tremar del tempo...
      Niente è fatto... per rimanere in eterno.
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        Scritta da: dani81
        Il vento freddo del nord mi attanaglia il cuore,
        gli occhi velati di lacrime,
        la testa piena di pensieri, di tormenti, di ossessioni,
        di ansie, paure...
        Chissà che faccia avrò quando morirò,
        la paura degli inferi come pena ai miei peccati...
        Gli anni passano,
        i capelli imbiancano, le mani tremano
        e la paura è grande,
        grande è il pentimento ma dentro che gran tormento,
        Chissà che faccia avrò quando emetterò l'ultimo rantolo prima di spirare.
        Vorrei poter morire nella notte, tacitamente e senza far rumore,
        senza destare alcun stupore, uscire di scena...
        Questo è il castigo di Dio,
        la paura di non esser perdonata,
        l'avrò disegnata sul viso mio di vecchia,
        e questo freddo paese, per punirmi, per espiare la mia pena.
        Chissà che faccia avrò... quando sola morirò
        in questo freddo paese del nord.
        Composta sabato 21 novembre 2009
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          Scritta da: Ramona Todarello

          L'estate

          L'estate della mia vita,
          mai così chiara e pulita.
          Calda e fredda l'ho vissuta
          anche amara ma mi è piaciuta.
          Ho ascoltato le persone
          che da dire han sempre tanto,
          sprecano la vita fiatando e mai ascoltando.
          Ho amato e ho vissuto come più mi è piaciuto,
          molte lacrime ho anche speso
          soffrendo per ciò che più mi è di peso.
          Da amici sono stata tradita
          e da cuori puri sono stata colpita.
          Ho sorretto giuste cause
          accettando i duri sbagli,
          che crescendo mi faranno raggiungere dei traguardi.
          Spesso ho voluto una via di fuga
          quella più facile da trovare.
          Ma scavando in fondo al cuore
          la migliore e la più difficile è da cercare.
          Gioia intempestiva e inaccurata
          quanto a lungo sei durata?
          Ma se tu l'estate mi hai fatto amare,
          allora sono pronta anch'io a nuotare
          in questo mare.
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            Scritta da: Ramona Todarello

            Affrontando la vita

            Ti rimarranno solo parole da sprecare
            se non affronti il tuo male,
            anche se la vita è dura
            non devi sempre averne paura,
            lascia uscire quel silenzio
            che per troppo tempo ti sei portato dentro.
            Ci sarà sempre una via d'uscita
            e nonostante forse sarà in salita
            Tu apri gli occhi e non guardar solo dentro
            Troverai il tuo dolore in altri cento.
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              Scritta da: Rolla Gabriele
              Non comprendo la realtà
              e son lontano da ogni verità
              ma un sussulto scuote il mio petto
              ed è del mio cuor un dolce suo battito
              impetuoso regale e sontuoso
              governa i miei giorni
              che d'ogni gioia divengon adorni
              se la ragion del mio divagar
              è sita nel profondo del verbo amar.
              Composta sabato 21 novembre 2009
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                Scritta da: Ramona Todarello

                Tre giorni

                Capiscimi se ho paura
                e se per questo ho premura.
                L'ho sentito tante volte
                in tutte le faccende svolte;
                anche questo aiuta a crescere
                anche se non è benessere.
                Tante volte ti guardo e penso
                e nel tuo sguardo nessuno si è mai perso.
                Ho sentito una voce, era la mia paura più atroce
                affrontarla con te potrò,
                niente è impossibile, si può!
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