Poesie che hanno partecipato al concorso Come un granello di Sabbia

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Scritta da: Ida Pupillo

Vite spezzate

Non ancora ventenne, poco più di un ragazzino,
osservi il cielo da quella piccola finestra sbarrata
che divide a metà anche lo spiraglio di un'allegra
giornata di sole.
Figlio di un'infanzia negata e di una tradizione sbagliata
ti nascondi dietro quella maschera che rivela il viso
impavido celando le paure e le angosce di un adolescente
colpevole di essere nato ai margini della società.
Trascorri le ore guardando quella finestra
e immaginando una vita che non ti appartiene,
ti immedesimi in qualche viandante,
giochi a fare il duro ma ti commuovi incrociando
lo sguardo innocente di un bambino.
Additato e condannato da chi non sa ma ti guarda e va.
Ti imponi e lotti dentro quelle mura ma poi ti
accorgi che la vera lotta deve ancora cominciare!
Al di là delle sbarre c'e indifferenza, rancore, intolleranza
e allora spaesato e sconfortato ti chiedi se non sia meglio
rifugiarsi dietro quella piccola finestra sbarrata
nell'attesa che un arcobaleno dipinga quelle squallide mura
e con la sua magia variopinta spezzi le catene dell'omertà.
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    Scritta da: Umberto Capotummino

    La luce dell'iride

    Crisalide di fiamma
    per chiare anse d'aria
    per tropismi di luna
    e giunchi reclini
    la dolce nuvola mi sfiora.
    Nei giardini dello sguardo
    il diamantato orizzonte
    lascio innalzare:
    isola mattinale
    farfalla iridata
    crepiti sul vuoto,
    per fiori tracimati
    per curve polveri
    o petali sereni
    induci livree
    parole gemmate
    sulla meridiana dei sensi.
    L'angelo al centro del vento
    mostra la via,
    nello stormire dell'iride
    freme l'aria nascosta
    lieve espandersi
    dei cieli d'oro.
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      Scritta da: Umberto Capotummino

      La fonte

      Nel soffio della sera
      la luna sale e traspare,
      dal mio soffice vortice
      immerso nella fonte
      specchio l'espandersi delle onde,
      gli uccelli nei riflessi.
      Dalla campagna stellata
      s'alza il buio delle stoppie.
      Un fascio di giorni striati
      fa corpo con te amore,
      dietro la curva della strada.
      Nel mattino nitido
      di una stagione a venire
      con il cielo nelle linee della mano
      al barbaglio della polvere
      ti vedo camminare.
      Nel tempo chiaro come un'anfora
      un angelo gira su sé
      curva superficie dello sguardo.
      Con il bisbiglio del tempo
      anche il cuore s'illumina.
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        Scritta da: Simona Giorgino

        Anima

        Chi sei tu,
        anima
        che cerco dappertutto,
        sin nelle vene mie?
        Sei vestita di donna,
        i tuoi capelli lunghi
        al vento,
        tra la gente,
        nelle strade.
        Chi sei,
        dolce inquietudine,
        verità rinnegata,
        sfuggevole soffio di vita?

        Chi eri,
        quando ieri mi accarezzavi
        e sorridevi,
        quando ieri mi dicevi
        parole d'amore?
        Chi eri,
        tu che m'imprigionasti
        nell'ombra del desiderio
        e della necessità,
        tu che mi legasti a te
        con una corda chiamata cuore,
        con una corda spessa
        da potermici impiccare?
        Tu eri l'amore.

        Chi sei allora,
        tu,
        anima che addolora?
        Composta venerdì 4 dicembre 2009
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          Scritta da: Simona Giorgino

          Pallidi d'amore

          La dolorosa quiete
          del nostro quotidiano vivere
          ci porta via,
          lontano,
          dove poter scordare.
          Non c'è foglia che si muova,
          non un brivido che scorra,
          solo cuori
          pelli bianche
          suoni inerti
          e corpi stanchi,
          non un velo
          che nasconda
          la mestizia più profonda,
          eppur pare che talvolta
          nasca un riso su quei volti,
          e non siamo mai lontani:
          nel percorso silenzioso
          c'è un affetto che ci lega,
          siamo soli
          stanchi e pallidi
          ma nel cuor ancor sussulta
          ciò che Dio volle per noi.
          Composta lunedì 23 aprile 2007
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            Scritta da: Simona Giorgino

            Quando verrà

            Affligge sapere
            che mi prenderà
            quando sgomenta
            tremerò di paura
            di fronte a un brivido
            che già conobbi.
            Bambina incurante andavo
            per le vie del paese
            giocando i giochi
            di chi non voleva crescere.
            Presi con me il coraggio d'essere
            e andai insieme al vento
            furioso di distruggere.
            Vidi il mondo
            lessi la vita
            scavalcai portoni
            abbandonai sogni.
            Mi prese poi un giorno
            ch'ero già cresciuta
            sotto le pelli
            di un corpo nudo
            a animo vulnerabile
            mi trovò già pronta.
            Con gli occhi sbarrati
            scacciai la paura,
            forza non era
            era rinuncia.
            Quando mi prenderà
            sarò già sua,
            forte nella mia resa.
            Composta domenica 22 aprile 2007
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              Risvegli

              Rapide nel cielo passano
              onde oro e vermiglio
              lanciano messaggi d'amore
              a fanciulli dal cuore puro.

              Aspettano il risveglio
              sonnecchiando lente sul vento

              Urlano "uscite tutti
              il nostro spettacolo correte a vedere"
              giocano a nascondino con le stelle
              poi rincorrono
              la luna che assonnata và a riposare.
              Chiamano il sole a gran voce
              perché potente arrivi.

              Solleticano nuvole dispettose
              facendole arrossire
              e come il mare riempiono il cielo
              e gli occhi di chi può vederlo
              e il loro cuore.

              È l'alba.
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                Scritta da: Giuseppe Catalfamo

                I 33 giorni di Albino

                Mai avrei potuto profetizzare l'imminente pericolo,
                se il Signore darà un peso concederà piglio per condurlo.

                Non sento d'aver preparazione né sapienza,
                l'immane segreto che Lucia volle fosse mio darà giusta forza.

                Nessuno, mai, nei secoli volle due nomi,
                eppur non posso escludere né Paolo né Giovanni.

                Fedeli, sostenetemi per esser di Cristo in terra buon Vicario.
                Incoronazione, Tiara, no Colleghi, non è merce per il popolo.

                Non ostenterò l'esser Re con Sedia Gestatoria né Troni,
                celebrerò Messa guardando dritto negli occhi tutti gli uomini.

                Morbidezza ai poveri ed alla povertà, non ludibrio.
                Redistribuzione dei beni clericali sarebbe Verbo di Dio.

                Dio è Padre, anche Madre... e da Madre accarezza.
                Maternità di Dio non contempla opulenza.

                Clemente amorevole Madre di lucente anima,
                sa che sovrapopolazione e contraccezione fan rima.

                Ho tempra dell'uomo del nord-est e sorrido umile,
                non basta, servo di Dio non so insegnarvi la divina morale civile.

                Voi avete la stessa potenza della mia fede, ma servite Satana.

                Scelgo le vie del cielo, per voi, vado in pace col Sorriso di Dio.
                Composta sabato 28 novembre 2009
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