Scritta da: Margherita Vignaroli
in Poesie (Poesie criptiche)
Di autunno
le foglie...
rosse,
gialle,
viola,
oro.
Caldi i colori,
come passione d'amore.
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Le poesie criptiche sono poesie enigmatiche in cui non si riesce a capire con certezza il soggetto.
Di autunno
le foglie...
rosse,
gialle,
viola,
oro.
Caldi i colori,
come passione d'amore.
Ancora una volta è comparso
un giovane leone e vive e corre
nel sogno
da sempre di notte
si alza il sipario, ma le sue fauci spalancate
rimangono afone.
Ancora una volta ho bussato
ad una porta aperta
ho spazzato l'acqua del mare
ancora una volta e per sempre
le pedine si muovono nell'ombra e non agiscono,
la piazza del mercato rigurgita del fuoco amico,
le ombre si infrangono nelle lacrime.
Pulsione si fatta indegna:
rischiosa corsa fra i roseti.
Oro vuole Oro.
Lingotto pulcro ancor rovente
giovane sei in egual misura:
teso e compreso, puro e
convertibile.
Uomo di vento aveva il tabarro navigato e
dispensava a volontà folate e flagelli.
L'estate manifestava scomposta e sfruttata e
lui volteggiava: svuotato sgusciava in forma dimessa.
Un rumoreggiare...
nell'ombra di questo foglio
"dimentica... dimentica",
ora, tu mi sussurri.
Insieme lasciamo
alla memoria
quel vecchio ticchettio.
01 poi ci prendemmo per mano
e non fummo più soli.
Sbandato da un mondo distratto
attraversi le strade lontane.
Sei nella mia testa come un picchio
nel suo buco.
Lontano, rannicchiato, un palloncino scoppia.
Forse un giorno riuscirò a perdonarmi.
Senza muro ma con il bianco
seduto di fianco
stralciato dal cielo
coperto dal velo.
Scappa e corri
fuggi dalle parole
ancora una volta
non hai capito.
La rabbia ti rode e le mani afferrano il nulla
poi la pace si concentra
una pillola per non soffrire
una barca da governare.
Perché, oh apparentemente perentoria sicurezza,
in verità di effimera parvenza
è la tua fattezza?
Sarà forse l'illusione,
con presenza trionfante,
a descrivere la natura umana così altalenante?
Di deboli domande il mio animo
s'accende,
e con equilibrio precario esso risplende,
ma forse non è affatto la luce
a garantirmi la vita,
bensì l'oscurità,
che nel mio caos viene accudita.
Non v'è luce
nel cuore di un uomo
e nella sua mente
se l'inganno
lo sperdura nella vita
da decenni o lustri.
Ambisce ad una meta,
vede la sua salute e la sente
ella forse si fa a pezzi
e lui può nulla o niente;
o quasi un movente.
Truffatori e ladri,
ambigui,
arraffatori di tesori;
lo hanno inguaiato
nella sua via d'uscita
o forse è solo un trip
della sua mente un poco malata.
Chimera del mostro che fu un tempo
l'oltretomba si desta ma lui dell'oltretomba non è certo;
dopotutto è l'enigma dalla non certa esistenza.
I computer però, dicono,
interferiscano con gli spettri,
interagiscano anche,
forse di peggio.
Vive il tormento il ragazzo del fuoco
annegato fra alcol, psicofarmaci e marijuana.
Dorme di rado ma lo fa in modo profondo,
ama il sonno più della vita, forse ormai,
ma la vita è un sogno, infondo;
forse un incubo.
Tanto a lungo ho trattenuto il respiro
e anelato all'arrivo proibito
che la mia pelle si è fatta dura,
e i miei sensi acuti.
Così un sapore nuovo
e gradito ha l'essenza di
spazi aperti e liberi dal peso
dei miei incubi torbidi.
Non ti sogno perché ti vivo?
Un bambino accarezza la sabbia
e un ponte di cartapesta illuminato dal mare,
un cielo rifrange il sole e la terra,
Ogni segno mi riporta alla gratitudine
che sento e alla tua droga di uomo.
Non provo nulla di speciale
ma è il silenzio a farmi paura
quando mi addormento
e non ti trovo
Nemmeno il motivo migliore vino mi consola,
nessun rimpianto mi tocca
ma vorrei conoscere il futuro
questo il mio peccato,
la mia arroganza giovanile.