Nella stanza di Fred
E poi mi rianima il corpo
quel calvario ancestrale
fatto di suoni ricorrenti
e longitudini invertite.
Giallo su verde, su nero,
su bianco. Rosso e blu,
coloro per diletto, la tela,
il tempo. Sincronizzo
suoni a se stanti e macchie
di sudore invecchiato.
Logoro, il cavalletto
vecchio stile, la tenda
sul cortile acceso
dal sole delle cinque,
dall'inverno primordiale
che raccoglie perle
e scaglie di bambù.
Ritorno a lavorare,
guardandomi dalla finestra,
spiando tra le sillabe
e la balbuzie infantile.
Rosso, giallo, verde.
colore a caso, colore distratto.
Un uomo solo che osserva
il suo corpo cambiare,
tra pareti dense, giochi di luce
e variopinte forme
di dipendenza alcolica.
Smettila di fumare Fred,
non ti fa bene.
Composta mercoledì 27 marzo 2013