Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Valeria S
in Poesie (Poesie d'Autore)

Il mio funerale

Il mio funerale partirà dal nostro cortile?
Come mi farete scendere giù dal terzo piano?
La bara nell'ascensore non c'entra
e la scala è tanto stretta.

Il cortile sarà, forse, pieno di sole, di piccioni
forse nevicherà, i bambini giocheranno strillando
forse sull'asfalto bagnato cadrà la pioggia
e al solito ci saranno i bidoni per l'immondezza.

Se mi tiran su nel furgone col viso scoperto, come usa qui,
forse mi cadrà in fronte qualcosa di un piccione, porta fortuna,
che ci sia o no la fanfara, i bambini accorreranno
i bambini sono sempre curiosi dei morti.

La finestra della nostra cucina mi seguirà con lo sguardo
il nostro balcone mi accompagnerà col bucato steso.
Sono stato felice in questo cortile, pienamente felice.
Vicini miei del cortile, vi auguro lunga vita, a tutti.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Minerva Jones

    Sono Minerva, la poetessa del villaggio,
    fischiata, schernita dai villanzoni della strada
    per il mio corpo goffo, l'occhio guercio, e il passo largo
    e tanto più quando "Butch" Weldy
    mi prese dopo una lotta brutale.
    Mi abbandonò al mio destino col dottor Meyers;
    e io sprofondai nella morte, gelando dai piedi alla faccia, come chi scenda in un'acqua di ghiaccio.
    Vorrà qualcuno recarsi al giornale,
    e raccogliere i versi che scrissi? —
    Ero tanto assetata d'amore!
    Ero tanto affamata di vita!
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Come il fiume che scorre

      Essere come il fiume che scorre
      silenzioso nella notte,
      senza temere le tenebre.
      Se ci sono stelle nel cielo, rifletterle.
      E se i cieli si riempiono di nubi,
      così come il fiume, le nubi sono d'acqua;
      riflettere anch'esse, senza timore,
      nelle tranquille profondità.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Povera vecchia Marià...
        non pregare il Dio inclemente che ha negato le tue speranze
        la tua vita intera
        non chiedere indulgenza alla morte,
        la tua vita era vestita di una fame oribile
        e finisce vestita di asma.
        Ma voglio annunciarti,
        a bassa voce forte di speranza,
        la piu rossa e forte delle vendette,
        la voglio giurare sull'esatta
        misura dei miei ideali.
        Prendi la mano di un uomo che sembra quella di un ragazzo
        fra le tur lucide di sapone giallo,
        sfrega i calli duri e i nodi onesti
        nella liscia vendetta delle mani di un medico.
        Riposa in pace, vecchia Marià
        riposa in pace, vecchia combattente,
        tutti i tuoi nipoti vivranno e vedranno l'aurora.
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          Scritta da: Paul Mehis
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Non pensarci, mia cara

          Non pensarci, mia cara,
          Non pianger più:
          a sospirare impara,
          e di non tornare, diglielo tu!

          Dolcezza mia, non impallidire,
          Non mostrare il volto triste e sconsolato:
          Oppure, se vuoi, spargi pure una lacrima - se n'è andato -
          Si, certo, era nato per morire!

          Ancora cosi pallida? Piangi pure, allora, a profusione,
          Che le lacrime tue conterò nel sentire:
          Saranno per te una benedizione
          Negli anni a venire!

          Vedi? A lasciato i tuoi occhi più sfavillanti
          d'un soleggiato ruscello,
          e le tue melodie sussurranti
          Son ancora più dolci di quello!

          Pure, poiché lacrime e pianto son seguaci
          Delle gioie fuggenti,
          Insieme piangiamo: ma le note dolenti
          Del rimpianto intrecciate sian di baci.
          Composta domenica 29 novembre 2009
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            Scritta da: Gabriella Stigliano
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            I poeti lavorano di notte

            I poeti lavorano di notte
            quando il tempo non urge su di loro,
            quando tace il rumore della folla
            e termina il linciaggio delle ore.

            I poeti lavorano nel buio
            come falchi notturni od usignoli
            dal dolcissimo canto
            e temono di offendere Iddio.

            Ma i poeti, nel loro silenzio
            fanno ben più rumore
            di una dorata cupola di stelle.
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Prima che si concluda questo amore
              lascia che io ringrazi il mio destino
              per il bene assoluto che m'ha dato,
              per la fame dei sensi, per l'arsura
              che mi ha preso alla gola. Prima di andare
              lascia che ti riporti sul cammino
              dove giungesti o mio sanato amore
              così divino e immobile e lontano
              ch'io non oso toccarti. Addio, mai Nume
              fu più profondo e grande, mai d'altezze
              tali giunsi al confine. Addio mio inganno
              tacito e dolce come un grande lago.
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