Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Nina Neri
Pubblicata prima del 01/06/2004
in Poesie (Poesie d'Autore)

Lo scandalo del contraddirmi...

Lo scandalo del contraddirmi, dell'essere
con te e contro te; con te nel cuore,
in luce, contro te nelle buie viscere;

del mio paterno stato traditore
- nel pensiero, in un'ombra di azione -
mi so ad esso attaccato nel calore

degli istinti, dell'estetica passione;
attratto da una vita proletaria
a te anteriore, è per me religione

la sua allegria, non la millenaria
sua lotta: la sua natura, non la sua
coscienza; è la forza originaria

dell'uomo, che nell'atto s'è perduta,
a darle l'ebbrezza della nostalgia,
una luce poetica: ed altro più

io non so dirne, che non sia
giusto ma non sincero, astratto
amore, non accorante simpatia...

Come i poveri povero, mi attacco
come loro a umilianti speranze,
come loro per vivere mi batto

ogni giorno. Ma nella desolante
mia condizione di diseredato,
io possiedo: ed è il più esaltante

dei possessi borghesi, lo stato
più assoluto. Ma come io possiedo la storia,
essa mi possiede; ne sono illuminato:

ma a che serve la luce?
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Una Valentina

    È scritta questa rima per colei i cui occhi
    lucenti ed espressivi come i gemelli di Leda,
    troveranno il suo stesso dolce nome annidato
    sulla pagina, celato ad ogni lettore.
    Osservate i versi attentamente! Vi è in essi
    un tesoro divino - un talismano - un amuleto -
    che si deve portare sul cuore. Osservate poi
    il metro - le parole - le sillabe!
    Nulla si tralasci, o sarà vana la fatica!
    E non v'è, nondimeno, nessun nodo gordiano
    che senza una spada non potreste disciogliere,
    se solo n'afferraste il soggetto.
    Tracciate sul foglio, scrutate da occhi
    in cui l'anima balena, s'ascondono, perdute,
    tre parole eloquenti, spesso dette e spesso udite
    da un poeta a un poeta - e d'un poeta è anche il nome.
    Le sue lettere, benché ingannino, ovviamente,
    come il Cavalier Pinto - Mendez Ferdinando -
    sono, invece, sinonimo del Vero. - Ora basta!
    Pur facendo del vostro meglio, non sciogliereste l'indovinello.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Come il fiume che scorre

      Essere come il fiume che scorre
      silenzioso nella notte,
      senza temere le tenebre.
      Se ci sono stelle nel cielo, rifletterle.
      E se i cieli si riempiono di nubi,
      così come il fiume, le nubi sono d'acqua;
      riflettere anch'esse, senza timore,
      nelle tranquille profondità.
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        Scritta da: Andrea De Candia
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Visto dall'alto

        Su un viottolo giace uno scarabeo morto.
        tre paia di zampette ripiegate con cura sul ventre.
        Invece del disordine della morte - ordine e pulizia.
        L'orrore di questo spettacolo è moderato,
        la sua portata locale, dalla gramigna alla menta.
        La tristezza non si trasmette.
        Il cielo è azzurro.

        Per nostra tranquillità – gli animali non muoiono
        ma crepano d'una morte per così dire più piatta,
        perdendo - vogliamo crederlo – meno sensibilità e mondo,
        uscendo – così ci pare - da una scena meno tragica.
        Le loro animucce mansuete non ci ossessionano la notte,
        mantengono la distanza,
        conoscono i mores.

        E così questo scarabeo morto sul viottolo
        brilla non compianto verso il sole.
        Basta pensarci per la durata di uno sguardo:
        sembra che non gli sia accaduto nulla d'importante.
        L'importante, pare, riguarda noi.
        Solo la nostra vita, solo la nostra morte,
        una morte che gode di una forzata precedenza.
        Composta lunedì 3 agosto 2015
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Quando codesto dèmone mi assalta,
          e con mani gravose e con mascelle
          dense di schiuma tutta mi divora,
          io mi rivolgo a te con gli occhi pieni
          di muto assenso e non ti dico basta,
          so quel che soffri mio signore quando
          ho le mani contorte e gli occhi muti,
          so che mi vedi fremere di rabbia
          contro mille imposture, o canto vero,
          se potessi tu pure come esperto
          grave chirurgo giungermi nel cuore
          e strapparvi il tormento, allora un urlo
          io darei di beata meraviglia,
          di contentezza, o Dio adorato e pieno
          come la notte, se mi capovolgo
          vedo le stelle e oscuri firmamenti
          tremano in me, di notte, quando taci.
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Prima che si concluda questo amore
            lascia che io ringrazi il mio destino
            per il bene assoluto che m'ha dato,
            per la fame dei sensi, per l'arsura
            che mi ha preso alla gola. Prima di andare
            lascia che ti riporti sul cammino
            dove giungesti o mio sanato amore
            così divino e immobile e lontano
            ch'io non oso toccarti. Addio, mai Nume
            fu più profondo e grande, mai d'altezze
            tali giunsi al confine. Addio mio inganno
            tacito e dolce come un grande lago.
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