Triste il giardino: fresca scende ai fiori la pioggia. Silenziosa trema l'estate, declinando alla sua fine. Gocciano foglie d'oro giù dalla grande acacia. Ride attonita e smorta l'estate dentro il suo morente sogno. S'attarda fra le rose, pensando alla sua pace; lentamente socchiude i grandi occhi pesanti di stanchezza.
L'anguilla, la sirena dei mari freddi che lascia il Baltico per giungere ai nostri mari, ai nostri estuari, ai fiumi che risale in profondo, sotto la piena avversa, di ramo in ramo e poi di capello in capello, assottigliati, sempre piú addentro, sempre piú nel cuore del macigno, filtrando tra gorielli di melma finché un giorno una luce scoccata dai castagni ne accende il guizzo in pozze d'acquamorta, nei fossi che declinano dai balzi d'Appennino alla Romagna; l'anguilla, torcia, frusta, freccia d'Amore in terra che solo i nostri botri o i disseccati ruscelli pirenaici riconducono a paradisi di fecondazione; l'anima verde che cerca vita là dove solo morde l'arsura e la desolazione, la scintilla che dice tutto comincia quando tutto pare incarbonirsi, bronco seppellito: l'iride breve, gemella di quella che incastonano i tuoi cigli e fai brillare intatta in mezzo ai figli dell'uomo, immersi nel tuo fango, puoi tu non crederla sorella?
Il vecchio castello che ride sereno sull'alto La valle canora dove si snoda l'azzurro fiume Che rotto e muggente a tratti canta epopea E sereno riposa in larghi specchi d'azzurro: Vita e sogno che in fondo alla mistica valle Agitate l'anima dei secoli passati: Ora per voi la speranza Nell'aria ininterrottamente Sopra l'ombra del bosco che la annega Sale in lontano appello Insaziabilmente Batte al mio cuor che trema di vertigine.
Dicevi: morte, silenzio, solitudine; come amore, vita. Parole delle nostre provvisorie immagini. E il vento s'è levato leggero ogni mattina e il tempo colore di pioggia e di ferro è passato sulle pietre, sul nostro chiuso ronzio di maledetti. Ancora la verità è lontana. E dimmi, uomo spaccato sulla croce, e tu dalle mani grosse di sangue, come risponderò a quelli che domandano? Ora, ora: prima che altro silenzio entri negli occhi, prima che altro vento salga e altra ruggine fiorisca.
La cosa più superba è la Notte, quando cadono gli ultimi spaventi e l'anima si getta all'avventura. Lui tace nel tuo grembo come riassorbito dal sangue, che finalmente si colora di Dio e tu preghi che taccia per sempre, per non sentirlo come rigoglio fisso fin dentro le pareti.
Oh, questa tua "nessuna speranza" racchiude una speranza immensa. "Nessuna speranza" significa una speranza così ricca che nemmeno l'ambizione può guardare più in alto.
Poiché ero l'albero più occidentale del giardino per ultimo mi scuotevo di dosso la fredda rugiada nebbia e noia via dai miei rami lentamente strisciavano e nessuno al mio risveglio applaudiva ché i miei compagni erano da tempo gloriosi nella luce. Ma la sera su me emigravano gli uccelli che l'ombra sgomentava da ogni altro verde asilo lungo e dolce da me s'alzava il canto avidi gli occhi degli uomini mi fissavano, mentre ero avvolto dal sole nell'amoroso addio e brillavo come una torcia sul mondo spento.