Poesie d'Autore


Scritta da: milanoteca
in Poesie (Poesie d'Autore)

Ti è mai capitato?

Ti è mai capitato di vedere una persona
e capire che in qualche modo ti appartiene?
Un appartenere di sensi, di labbra
quasi fosse una tua seconda pelle.
Ti è mai capitato di pensare a una persona
quando ti svegli e prima di addormentarti?
Vedertela lì, insieme a te
in un dialogo fatto di abbracci, di carezze
di bocche sfiorate e di brividi intensi?
Ti è mai capitato di pensarla ovunque ti trovi
e sentire il bisogno di un suo parere
in ogni cosa che guardi e che fai?
Avere attenzione in ogni suo gesto
in ogni sua parola, per gustarne i respiri,
fatti di pause e sorrisi.
Ti è mai capitato di sentirla chiudersi
e allontanarsi da te, quasi avesse timore?
... mentre tu sei tutto all'infuori di quello.
Desiderare di essere il suo scudo
la sua protezione, la sua arma vincente
ma soprattutto la sua libertà.
Ti è mai capitato di abbracciare ogni sua paura,
ogni sua forza, ogni suo rifiuto, ogni sua ostinazione
e amare di lei ogni cosa che fa, ogni cosa che tocca?
E mentre di lei non sai nulla, il tuo cuore sa tutto
perché sente che è lei, unica e sola.
Ti è mai capitato?
Composta lunedì 8 giugno 2015
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    Scritta da: Oliviero Amandola
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    L'ancora del tempo

    Vedi quei rami del ciliegio,
    a poco a poco, sopra di essi
    passano i giorni come fedeli
    ombre di stelle,
    mutano le distanze,
    estinguono le memorie,
    finché tutti i giorni non fanno
    di una vita intera un'unica somma,
    e restano nudi gli anni, soli,
    come i ricordi resistenti al caldo e al freddo
    delle stagioni, ormai con le gemme
    rivolte nel vento di un unico giorno,
    che una vita intera racchiude...
    Vedi quei rami del ciliegio;
    sono i quattro periodi dell'anno,
    la rosa dei venti,
    l'ancora che rende saldo l'orizzonte all"eternità.
    Composta lunedì 8 giugno 2015
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      Scritta da: Andrea De Candia
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Ella in cielo

      Pregava Dio,
      pregava con fervore
      perché facesse di lei
      una felice ragazza bianca.
      E se ormai è tardi per simili cambiamenti,
      allora, Signore Iddio, guarda quanto peso
      e toglimene almeno la metà.
      Ma Dio benevolo disse No.
      Posò soltanto la mano sul suo cuore,
      le guardò in gola, le carezzò il capo.
      E quando tutto sarà compiuto – aggiunse –
      mi allieterai venendo a me,
      mia nera gioia, tronco colmo di canto.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Il locale vicino alle campane

        Leggo sul libro che ho aperto nella testa
        di cavalieri spersi
        che qui misero su famiglia.
        Dei loro figli
        che vestiti da assassini
        passano di notte ad avvelenare i morti,
        e dei locali dove servono miscugli
        che fanno traballare anche i più forti.
        E a libro chiuso mi vedo seduto
        ad osservarli tutti in fila al banco,
        presi dal bere
        fino alla mattina.
        Come se dopo notte
        arrivasse il capodanno.
        E il battere di ciglia di qualcuno
        mi porta a giorno fatto.
        E sono tutti intorno a me.
        Spenti e stravaccati,
        sopra divani pazienti
        ad osservare dai vetri del locale
        l'esercito inquadrato di fedeli
        intenti a marciare verso il tempio per pregare.
        Anche per loro.
        Composta venerdì 5 giugno 2015
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          Scritta da: Gabriella Stigliano
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Al Dio ignoto

          Ancora, prima di partire
          E volgere lo sguardo innanzi
          Solingo le mie mani levo
          Verso di Te, o mio rifugio,
          A cui nell'intimo del cuore
          Altari fiero consacrai
          Chè in ogni tempo
          La voce tua mi chiami ancora.

          Segnato sopra questi altari
          Risplende il motto "Al Dio ignoto".
          Suo sono, anche se finora
          Nella schiera degli empi son restato:
          Suo sono e i lacci sento,
          Che nella lotta ancor mi atterrano
          E, se fuggire
          Volessi, a servirlo mi piegano.
          Conoscerti voglio, o Ignoto,
          Tu, che mi penetri nell'anima
          E mi percorri come un nembo,
          Inafferrabile congiunto!
          Conoscerti voglio e servirti!
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            Scritta da: Gabriella Stigliano
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Fresche di fiumi in sonno

            Ti trovo nei felici approdi,
            della notte consorte,
            ora dissepolta
            quasi tepore d'una nuova gioia,
            grazia amara del viver senza foce.

            Vergini strade oscillano
            fresche di fiumi in sonno:

            E ancora sono il prodigo che ascolta
            dal silenzio il suo nome
            quando chiamano i morti.

            Ed è morte
            uno spazio nel cuore.
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              Scritta da: Gabriella Stigliano
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Imitazione della gioia

              Dove gli alberi ancora
              abbandonata più fanno la sera,
              come indolente
              è svanito l'ultimo tuo passo
              che appare appena il fiore
              sui tigli e insiste alla sua sorte.

              Una ragione cerchi agli affetti,
              provi il silenzio nella tua vita.

              Altra ventura a me rivela
              il tempo specchiato. Addolora
              come la morte, bellezza ormai
              in altri volti fulminea.
              Perduto ho ogni cosa innocente,
              anche in questa voce, superstite
              a imitare la gioia.
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                Scritta da: Gabriella Stigliano
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Ora che sale il giorno

                Finita è la notte e la luna
                si scioglie lenta nel sereno,
                tramonta nei canali.

                È così vivo settembre in questa terra
                di pianura, i prati sono verdi
                come nelle valli del sud a primavera.
                Ho lasciato i compagni,
                ho nascosto il cuore dentro le vecchie mura,
                per restare solo a ricordarti.

                Come sei più lontana della luna,
                ora che sale il giorno
                e sulle pietre bette il piede dei cavalli!
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                  Scritta da: Elcoche
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  PestiferaViola

                  Regina di cuori dai mille sapori,
                  non so se mi ami o sono dolori
                  Aspetto qualcuno aspetto di fuori
                  e non so perché, perché adesso è come toccarti
                  È naturale, sei naturale,
                  sei l'impulso che sale e non si vuol fermare
                  T'immagino e mi consumo con Lei che mi svuota
                  E sto peggio di quando avevo cominciato
                  Ma ancora peggio sarebbe stato non averti mai incontrato.
                  Composta martedì 26 maggio 2015
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