Poesie d'Autore


Scritta da: Marta Emme
in Poesie (Poesie d'Autore)

Cucino io

Al mio ritorno
preparo il contorno.
Vado a prender delle cose
che sono assai preziose
nel render le pietanze più gustose.
Le aggiungo poi al piatto
affinché risulti il fatto
che per esser sopraffini
si dev'essere argentini. * (il piatto deve parlare)
E, argento, è il piatto or pronto
con le note che raccolte son dal cuore
per dare al cibo più spessore.
È mera considerazione
che insieme al gusto
qui si porge un'emozione.
Ma questa condizione
sa render più sazie le persone!
Si mangia con gli occhi
prima che il cibo ancor si tocchi!
Un contorno è importante
se avvicina le distanze
che han nel piatto le sostanze.
E perciò, tra le pietanze
è, il contorno, la più intrigante.
Così nello specifico
il ristoratore è magnifico
se sa coglier la funzione
di una buona presentazione
da dare al cibo nella sua preparazione.
E dir che vale, spesso, nella vita,
similar considerazione!
Sol che è rivolta alle persone.
Ma se ciò che dico è scontato,
per me è un piacere averlo ricordato.
Composta sabato 25 aprile 2015
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    Scritta da: Anna Rijtano Mallus
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Cuore tracimante d'amore
    altro amore chiede.
    Braccia generose e protese
    altra generosità lambiscono.
    Mani che accarezzano
    e sollecitano null'altro che
    nuove carezze.
    Intima mestizia
    solinga ti rende.
    Nel silenzio rombante dell'oscurità
    rotoli nel tuo letto
    senza trovar pace.
    Oh, tormentato essere,
    fugaci sorrisi non
    celano la malinconia.
    Getta nell'oblio le iniquità
    con esse,
    ogni mellifluo
    col suo turlupinare.
    Spalanca la finestra e guarda laggiù
    l'immenso mare:
    uno specchio azzurro
    in cui il sole versa i suoi raggi
    come cascata di cristalli.
    Osserva amica mia,
    e gioisci felice.
    Composta mercoledì 17 febbraio 1999
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      Scritta da: Cristallina
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Futuro

      E so molto bene che non ci sarai.
      Non ci sarai nella strada,
      non nel mormorio che sgorga di notte
      dai pali che la illuminano,
      neppure nel gesto di scegliere il menù,
      o nel sorriso che alleggerisce il
      "tutto completo" delle sotterranee,
      nei libri prestati e nell'arrivederci a domani.
      Nei miei sogni non ci sarai,
      nel destino originale delle parole,
      né ci sarai in un numero di telefono
      o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
      Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
      e non per te comprerò dolci,
      all'angolo della strada mi fermerò,
      a quell'angolo a cui non svolterai,
      e dirò le parole che si dicono
      e mangerò le cose che si mangiano
      e sognerò i sogni che si sognano
      e so molto bene che non ci sarai,
      né qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
      né la fuori, in quel fiume di laghi e di ponti.
      Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
      e quando ti penserò, penserò un pensiero
      che oscuramente cerca di ricordarsi di te.
      Composta domenica 19 aprile 2015
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        Scritta da: Mariella Buscemi
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Ecatombe: Mediterraneo rosso

        E fiori sui fondali
        tingersi di cupo
        screziarsi di rosso
        settecento petali d'amello
        e dei pistilli
        da polline a cenere
        il cuore si fa stiva

        Chè migrare verso la speranza
        fosse Cielo?
        _Nell'abisso

        Tratta di morte
        nell'acque rosse
        a rievocare Nilo
        sì che s'abbatte come piaga
        tra i corpi ammassati si piega

        | In-coscienza dis-umana |

        Mas-sacro.
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          Scritta da: Ludo Criacci
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          A mio figlio

          Scorro con la mente il tempo a ritroso
          vivo e presente è il ricordo di te bambino.
          Quante notti passate insieme tra silenzi,
          mugolii, confidenze reciproche.
          Dormivamo insieme, lo abbiamo fatto
          per un tempo infinito, ridevamo, giocavamo,
          anche le lacrime rigavano i nostri visi.
          Questo però lo negavamo a vicenda
          per apparire forti e invincibili,
          io come Zagor l'eroe dei miei fumetti,
          tu come Dragon Ball che era il tuo eroe,
          insieme coalizzati contro il male e il dolore.
          Proprio quel dolore che ha logorato i miei pensieri
          spremendo succo di limone acerbo su una ferita infetta, inducendomi spesso a stringere i denti
          per non privare mai te della gioia di sorridere
          come gli altri. Sentimenti veri i tuoi non artificiali,
          esultavi seduto sulla tua sedia a rotelle quando il Milan
          segnava, le sue sette coppe dei campioni erano la tua forza, il tuo riscatto. Che gioia mi davi quando eri tu a consolarmi, sfidavi le avversità con il sorriso sulla bocca e l'innocenza negli occhi. Tu, immobile a letto, ti preoccupavi del mio raffreddore. Non eri accademico eppure impartivi già lezioni di vita. Ora sei grande, ma i miei occhi ti vedono ancora bambino.
          Ho scolpite nella mia mente le parole di un poeta; il grande Kahil Gibran, che dicevano: "quando più il dolore incide in profondità nel vostro essere, tanta più gioia potrete contenere".
          Quel poeta aveva ragione figlio mio, perché tu sei la mia gioia.
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            Scritta da: Antonio Belsito
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Lasciami bere l'ultimo quartino
            e non preoccuparti del bicchiere
            ché sarò io a sciacquarlo nelle vene.
            Torna la spiaggia e sento il mare
            tu che ti tuffi e io che ti seguo
            perché non so stare.
            E poi a piedi nudi
            a correre e camminare
            e il cuore che ci insegna a saltellare.

            Abbracciati stritolati nella frequenza di un occhiolino
            con l'amore già sotto il tavolino.

            A inseguir aquiloni
            a imparare le lune
            a cercare le ore.
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