Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Non c'è sospeso

Non c'è sospeso
a queste ombre un filo
dove tende alla luce l'altro capo.
Cala la sera sonnolenta
senza pioggia di stelle,
le correnti contrarie e la deriva
schiacciano le ore fuggitive
come l'autunno gli occhi delle foglie,
racimolate lungo falde di un sospiro
affiorano canti sepolti
e fiocchi di capelli ammutoliti,
accorrono pensieri dentellati
come schiere di immagini allo specchio,
oscillano i velieri fra le onde
di questo mar che si dibatte offeso.
O questo decantato amore amore
questo profumo che si spande e vola,
inaridisce il verno le sue piume,
e la scolpita venere di neve
più non si scioglie
non versa le sue acque a questo fiume.
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    Scritta da: milanoteca
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Non voglio

    Non voglio che il giorno ripeta ogni moto
    che le ore scandiscano il peso immanente
    non voglio che il cuore si sprechi nel vuoto
    in cui più nessuno vuol credere a niente

    Non voglio progetti al futuro raggiro
    né pianificare ogni nostro momento
    è l'attimo solo a donarmi respiro
    e il tuo battere d'ali a rincorrere il vento

    Per questo vorrei mio visino innocente
    che tutto non sia come il mondo ci vede
    sconfitti e delusi del vivere assente
    passivi alle ombre che il buio concede

    Non voglio e lo grido, non voglio morire
    con questa mancanza di vivo sognare
    in questo ripeterci senza gioire
    di ciò che dal tutto possiamo imparare

    Non voglio adorarti nel buio più nero
    ma solo al tramonto di un giorno sincero
    Non voglio confondermi al tetro grigiore
    ma aprirmi di luce a ogni gesto d'amore.
    Composta mercoledì 10 aprile 2013
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      Scritta da: Andrea De Candia
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Contributo alla statistica

      Su cento persone

      che ne sanno sempre più degli altri
      - cinquantadue;

      insicuri ad ogni passo
      - quasi tutti gli altri;

      pronti ad aiutare
      purché la cosa non duri molto
      - ben quarantanove;

      buoni sempre,
      perché non sanno fare altrimenti
      - quattro, bè, forse cinque;

      propensi ad ammirare senza invidia
      - diciotto;

      viventi con la continua paura
      di qualcuno o qualcosa
      - settantasette;

      dotati per la felicità,
      - al massimo poco più di venti;

      innocui singolarmente,
      che imbarbariscono nella folla
      - di sicuro più della metà;

      crudeli,
      se costretti dalle circostanze
      - è meglio non saperlo
      neppure approssimativamente;

      quelli col senno di poi
      - non molti di più
      di quelli col senno di prima;

      che dalla vita prendono solo cose
      - quaranta,
      anche se vorrei sbagliarmi;

      ripiegati, dolenti
      e senza torcia nel buio
      - ottantatré
      prima o poi;

      degni di compassione
      - novantanove;

      mortali
      - cento su cento.
      Numero al momento invariato.
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        Scritta da: Andrea De Candia
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Una vita all'istante

        Una vita all'istante.
        Spettacolo senza prove.
        Corpo senza modifiche.
        Testa senza riflessione.

        Non conosco la parte che recito.
        So solo che è la mia, non mutabile.

        Il soggetto della pièce
        va indovinato direttamente in scena.

        Mal preparata all'onore di vivere,
        reggo a fatica il ritmo imposto dell'azione.
        Improvviso, benché detesti improvvisare.
        Inciampo a ogni passo nella mia ignoranza.
        Il mio modo di fare sa di provinciale.
        I miei istinti hanno del dilettante.
        L'agitazione, che mi scusa, tanto più mi umilia.
        Sento come crudeli le attenuanti.

        Parole e impulsi non revocabili,
        stelle non calcolate,
        il carattere come un capotto abbandonato in corsa -
        ecco gli esiti penosi di tale fulmineità.

        Poter provare prima, almeno un mercoledì,
        o replicare ancora una volta, almeno un giovedì!
        Ma qui già sopraggiunge il venerdì
        con un copione che non conosco.
        Mi chiedo se sia giusto
        (con voce rauca,
        perché neanche l'ho potuta schiarire tra le quinte).

        Illusorio pensare che sia solo un esame superficiale,
        fatto in un locale provvisorio. No.

        Sto sulla scena e vedo quant'è solida.
        Mi colpisce la precisione di ogni attrezzo.
        Il girevole è già in funzione da tempo.
        Anche le nebulose più lontane sono state accese.
        Oh, non ho dubbi che questa sia la prima.
        E qualunque cosa io faccia,
        si muterà per sempre in ciò che ho fatto.
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Stupore

          Perché mai a tal punto singolare?
          Questa e non quella? E qui che ci sto a fare?
          Di martedì? In una casa e non nel nido?
          Pelle e non squame? Non foglia, ma viso?
          Perché di persona una volta soltanto?
          E sulla terra? Con una stella accanto?
          Dopo tante ere di non presenza?
          Per tutti i tempi e tutti gli ioni?
          Per i vibrioni e le costellazioni?
          E proprio adesso? Fino all'essenza?
          Sola da me e con me? Perché mi chiedo,
          non a lato, né a miglia di distanza,
          non ieri, né cent'anni addietro, siedo
          e guardo un angolo buio della stanza
          come, rizzato il capo, sta a guardare
          la cosa ringhiante che chiamano cane?
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Fotografia della folla

            Nella foto della folla
            la mia testa è la quarta dal bordo
            o forse la settima da sinistra
            o la ventesima dal basso;

            la mia testa non so quale,
            non più una, non più unica,
            già simile alle simili,
            né femminile, né maschile;

            i segni che lei mi manda
            non sono affatto particolari;

            forse lo Spirito del Tempo
            la vede, però non la guarda;

            la mia testa statistica,
            che consuma acciaio e cavi
            tranquillamente, globalmente;

            è qualunque e non si vergogna,
            è scambiale, e non si dispera;

            è come se non l'avessi fatto
            a parte, a modo mio;

            è come se si scavasse un cimitero
            pieno di crani anonimi
            di buona conservabilità
            nonostante la mortalità;
            come se lei già fosse là,
            la mia testa d'altri, di chiunque -

            dove, se qualcosa ricorda,
            è il suo avvenire profondo.
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Nato

              Dunque è sua madre.
              Questa piccola donna.
              Artefice dagli occhi grigi.

              La barca su cui, anni fa,
              lui approdò alla riva.

              È da lei che si è tirato fuori
              nel mondo,
              nella non-eternità.

              Genitrice dell'uomo
              con cui salto attraverso il fuoco.

              È dunque lei, l'unica
              che non lo scelse
              pronto, compiuto.

              Da sola lo tirò
              dentro la pelle a me nota,
              lo attaccò alle ossa
              a me nascoste.

              Da sola egli cercò
              gli occhi grigi
              con cui mi ha guardato.

              Dunque è lei, la sua Alfa.
              Perché mai me l'ha mostrata?

              Nato.
              Così è nato, anche lui.
              Nato come tutti.
              Come me, che morirò.

              Figlio d'una donna reale.
              Uno giunto dalle profondità del corpo.
              In viaggio verso l'Omega.

              Esposto
              alla propria assenza
              da ogni dove,
              in ogni istante.

              E la sua testa
              è una testa contro un muro
              cedevole per ora.

              E le sue mosse
              sono tentativi di eludere
              il verdetto universale.

              Ho capito
              che è già a metà cammino.

              Ma questo a me non l'ha detto,
              no.

              "Questa è mia madre"
              mi ha detto soltanto.
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                Scritta da: Andrea De Candia
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Epitaffio

                Qui giace come virgola antiquata
                l'autrice di qualche poesia. La terra l'ha degnata
                dell'eterno riposo, sebbene la defunta
                dai gruppi letterari stesse ben distante.
                E anche sulla tomba di meglio non c'è niente
                di queste poche rime, d'un gufo e la bardana.
                Estrai dalla borsa il tuo personal, passante,
                e sulla sorte di Szymborska medita un istante.
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                  Scritta da: Antonio Belsito
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Cercami

                  Cercami
                  come fossi la luna
                  alla sera.
                  Guardami
                  come fossi l'ultimo momento.
                  Stringimi
                  come fossi l'abbraccio più bello.
                  Donami perché sono l'ultimo,
                  perché sono il nulla
                  volatilizzato nella polvere
                  di una strada sterrata,
                  sbattuto dalla brezza.
                  E vivimi
                  come fossi la tua anima.
                  Amami
                  come fossi la tua preghiera.

                  Respirami.
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