Poesie d'Autore


Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie d'Autore)

Qualunque pietra tu alzi

Qualunque pietra tu alzi –
li discopri, coloro cui occorre
il riparo delle pietre:
denudati,
rinnovano il loro intreccio.

Qualunque tronco tu abbatti –
inchiodi assi
d'un giaciglio, ove
di nuovo s'ammucchiano le anime,
come se non si scotesse
anche quest'
Era.

Qualunque parola tu dica –
rendi grazie
alla perdizione.
Composta sabato 9 maggio 2015
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    Scritta da: Andrea De Candia
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    La china

    Tu vivi presso di me, uguale a me:
    come un sasso
    nella guancia scavata dalla notte.

    Oh questa china, amore,
    dove senza posa, pei rigagnoli,
    come sassi,
    rotoliamo.
    Più e più rotondi.
    Più simili. Più estranei.

    Oh quest'occhio ebbro,
    che in questi stessi luoghi va errando
    e su di noi insieme posa
    talvolta lo sguardo e si stupisce.
    Composta sabato 9 maggio 2015
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      Scritta da: Andrea De Candia
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Quando il respiro
      ha eretto la capanna della notte
      ed esce
      a cercare in cielo la sua fluttuante dimora

      e il corpo
      vigneto sanguinante
      ha riempito le botti del silenzio
      gli occhi sono traboccati
      nella luce veggente

      quando ognuno s'è vanificato
      nel suo segreto
      e tutto s'è compiuto due volte -
      la nascita
      sale cantando per ogni scala di Giacobbe

      allora
      un bel lampeggiare
      accende il tempo.
      Composta giovedì 30 aprile 2015
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        Scritta da: Marta Emme
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        L'inarrestabile

        Andare, sempre andare,
        un passo dietro l'altro
        e non conta essere scaltro.
        Il tempo va di fretta
        e mai a nessuno ha dato retta
        di fermarsi ed aspettare
        che potessi così vecchio diventare.
        È come una cambiale
        quando sei rimasto a vegliare
        per poterla onorare,
        stanco, ma continuando ad andare.
        Perché inarrestabile è il fiume
        che va verso il mare,
        e così il tempo si può figurare.
        Anche l'acqua col suo mormorio
        ricorda che sei destinato all'oblìo
        se alla sapienza
        non avrai dissetato il tuo io.
        Ma solo così sarai sicuro
        che come essere umano avrai un futuro.
        Perché, se il tempo è incontenibile
        è pur galantuomo all'inverosimile.
        E, in specie, avrai la riprova
        che fare il bene, all'animo, giova,
        sopra ogni altra cosa.
        Composta venerdì 8 maggio 2015
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Fuga di morte

          Nero latte dell'alba lo beviamo la sera
          lo beviamo al meriggio, al mattino, lo beviamo la notte
          beviamo e beviamo
          scaviamo una tomba nell'aria lì non si sta stretti

          Nella casa c'è un uomo che gioca coi serpenti che scrive
          che scrive in Germania la sera i tuoi capelli d'oro Margarete
          lo scrive e va sulla soglia e brillano stelle e richiama i suoi mastini
          e richiama i suoi ebrei uscite scavate una tomba nella terra
          e comanda i suoi ebrei suonate che ora si balla

          Nero latte dell'alba ti beviamo la notte
          ti beviamo al mattino, al meriggio ti beviamo la sera
          beviamo e beviamo
          Nella casa c'è un uomo che gioca coi serpenti che scrive
          che scrive in Germania la sera i tuoi capelli d'oro Margarete
          i tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba nell'aria lì non si sta stretti

          Egli urla forza voialtri dateci dentro scavate e voialtri cantate e suonate
          egli estrae il ferro dalla cinghia lo agita i suoi occhi sono azzurri
          vangate più a fondo voialtri e voialtri suonate che ancora si balli

          Nero latte dell'alba ti beviamo la notte
          ti beviamo al meriggio e al mattino ti beviamo la sera
          beviamo e beviamo
          nella casa c'è un uomo i tuoi capelli d'oro Margarete
          i tuoi capelli di cenere Sulamith egli gioca coi serpenti
          egli urla suonate la morte suonate più dolce la morte è un maestro tedesco
          egli urla violini suonate più tetri e poi salirete come fumo nell'aria
          e poi avrete una tomba nelle nubi lì non si sta stretti

          Nero latte dell'alba ti beviamo la notte
          ti beviamo al meriggio la morte è un maestro tedesco
          ti beviamo la sera e al mattino beviamo e beviamo
          la morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro
          egli ti centra col piombo ti centra con mira perfetta
          nella casa c'è un uomo i tuoi capelli d'oro Margarete
          egli aizza i suoi mastini su di noi ci dona una tomba nell'aria
          egli gioca coi serpenti e sogna la morte è un maestro tedesco

          i tuoi capelli d'oro Margarete
          i tuoi capelli di cenere Sulamith.
          Composta venerdì 1 maggio 2015
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Grata di parola

            Occhio tondo tra le sbarre.
            Palpebra, sfarfallante animale,
            voga verso l'alto,
            fa passare uno sguardo.
            Iride, natante, opaca e senza sogni:
            sarà prossimo, il cielo, grigio-cuore.
            Storta, nel beccuccio di ferro,
            la scheggia fumigante.
            Al senso che la luce prende
            tu indovini l'anima.
            (Fossi io come te. Tu come me.
            Non sottostammo forse
            al medesimo vento?
            Siamo estranei.)
            Pavimento. Sopra,
            l'una accanto all'altra, le due
            pozzanghere grigio-cuore:
            due bocconi di silenzio.
            Composta venerdì 1 maggio 2015
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