Poesie d'Autore


Scritta da: Gabriella Stigliano
in Poesie (Poesie d'Autore)

Non disprezzare il poco

Non disprezzare il poco, il meno, il non abbastanza
L'umile, il non visto, il fioco, il silenzioso
Perché quando saranno passati amori e battaglie
Nell'ultimo camminare, nella spoglia stanza

Non resteranno il fuoco e il sublime, il trionfo e la fanfara
Ma braci, un sorso d'acqua, una parola sussurrata, una nota
Il poco, il meno il non abbastanza.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Il Fusto di pioggia

    Capovolgi il fusto e quello che succede
    è una musica che non avresti sperato mai
    d'udire. Lungo il secco stelo di cactus scorrono

    acquazzoni, cascate, rovesci, risacche.
    Ti lasci attraversare come un condotto
    d'acqua, poi lo scuoti di nuovo leggermente

    ed ecco un diminuendo che corre per le sue scale
    come una grondaia gemente. Di seguito,
    uno spruzzo di stille da foglie irrorate,

    sottile umidità d'erba e margherite;
    poi mille luccichii come soffi di brezza.
    Capovolgi ancora il bastone. Quel che succede

    non è sminuito dall'essere accaduto una volta,
    due, dieci, mille volte prima.
    Che importa se tutta la musica che traspare

    è un cadere di pietriccio e semi secchi lungo un fusto
    di cactus! Sei come l'uomo ricco accolto in paradiso
    attraverso il timpano di una goccia di pioggia. E adesso
    riascolta.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Punizione

      Sento la tensione
      del capestro alla sua nuca,
      il vento contro il petto
      nudo.
      Rende i suoi capezzoli
      perle d'ambra,
      scuote la fragile struttura
      delle sue costole.

      Vedo il suo corpo annegato
      nella palude,
      la pesante pietra,
      i rametti e i fuscelli galleggianti,
      sotto cui dapprima
      era un arboscello scortecciato
      estratto dalla melma –
      ossa di quercia, cervello a barilotto,
      la testa rasata
      simile a stoppia di granturco,
      gli occhi bendati da un lino lercio,
      il cappio un anello
      per cingere le memorie
      dell'amore.

      Piccola adultera,
      prima che ti punissero
      avevi capelli biondi come l'oro,
      eri denutrita e la tua faccia
      imbrattata di pece era bellissima.

      Mia povera vittima,
      quasi ti amo,
      ma avrei scagliato, lo so,
      la pietra del silenzio.
      Io sono l'abile voyeur
      delle onde scurite ed esposte
      del tuo cervello, del tessuto
      ritorto dei tuoi muscoli
      e di tutte le tue ossa numerate,

      io che ristetti ammutolito
      quando le tue sorelle traditrici
      imbrattate di pece
      piansero presso il cancello,
      io che sarei stato complice
      dell'oltraggio civilizzato,
      capisco tuttavia l'esatta, tribale
      ed intima vendetta.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Scavando

        Tra il mio pollice e l'indice
        sta la comoda penna, salda come una rivoltella.
        Sotto la finestra, un suono chiaro e graffiante
        all'affondare della vanga nel terreno ghiaioso:
        è mio padre che scava. Guardo dabbasso
        finché la sua schiena piegata tra le aiuole
        non si china e si rialza come vent'anni fa
        ritmicamente tra i solchi di patate
        dove andava scavando.

        Con lo stivale tozzo accoccolato sulla staffa, il manico
        contro l'interno del ginocchio sollevato con fermezza,
        sradicava alte cime e affondava la lama splendente
        per dissotterrare le patate novelle che noi raccoglievamo
        amandone tra le mani la fresca durezza.
        Il mio vecchio potrebbe impugnare una vanga presso Dio,
        proprio come il suo vecchio.

        Mio nonno estraeva più torba in un giorno
        di qualsiasi altro uomo su, alla palude Toner.
        Una volta gli portai del latte in una bottiglia
        turata alla meglio con un pezzo di carta. Si raddrizzò
        e lo bevve, poi subito riprese a lavorare
        intaccando e dividendo, mentre con piote
        sulle spalle andava sempre più a fondo
        in cerca di buona torba. Scavando.

        L'odore freddo dei solchi di patate, il tonfo
        e lo schiaffo dell'umida torba, i tagli netti di una lama
        tra le radici vive si destano nella mia memoria.
        Ma non ho una vanga per succedere a uomini come loro.
        Tra il mio pollice e l'indice
        sta comoda la penna. Scaverò con quella.
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          Scritta da: Kiron
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          L'amore immenso, ma evanescente
          la vita che piano si consuma
          la polvere e il vento

          I giorni in cui sono polvere
          e i giorni in cui sono vento

          A spasso fra i sogni
          come il re dei mondi

          Vagabondo della vita
          a mendicare l'amore

          Ma oggi sono il vento
          che fa danzare la polvere
          e sono la polvere che danza
          abbracciando il cielo

          ~ La polvere e il vento.
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            Scritta da: Andrew Ricooked
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Accendi qualche candela profumata e prendi i cuscini

            Ancora mezzanotte.
            Ancora sabato sera.
            Ancora davanti al pc.

            Mi sentivo immortale.
            Mi sentivo invincibile.
            C'eri tu,
            e c'ero io.
            Ma soprattutto c'eri tu che volevi me.
            E io stupido uomo come tutti gli altri ero
            incredulo
            che un angelo così bello volesse proprio me.
            Perché io?
            Perché tanta fortuna?
            Perché tanto amore?

            Adesso non ci sei più da un bel po'.
            Non riesco a capire se non riesco più a
            rialzarmi
            o se non
            voglio.
            Che differenza fa?

            Le nostre promesse si sono infrante.
            I nostri sogni spezzati.

            - le persone cambiano - mi hai detto.
            - tu non c'entri, non hai colpe -
            - solo che non provo più quello che provavo prima -
            Non ho mai capito queste tue parole...
            Ancora non riesco a crederci.
            Forse non eri reale,
            si,
            è così.
            Stavo sognando, stavo facendo un bellissimo sogno.
            Il miglior sogno di sempre...
            adesso sono di nuovo sveglio.

            E solo.

            Di nuovo.
            Ancora una volta senza nessuno intorno.
            - di solitudine si muore - mi dicevano.
            Io sono ancora vivo.
            Vivo.
            Vivo è una parola un po' forte.
            Vivere non dev'essere questo ma qualcosa di completamente
            differente.
            Molto differente.
            Sicuramente non questo.

            Per ogni "coppia storica" esiste una "personasola".

            Siamo 7 miliardi di anime che si ignorano.
            Amori mai cominciati.
            I nostri sguardi si incrociano all'infinito ma non ci
            vediamo.
            Mai.
            Con le spalle al muro.
            Spaventati a morte.
            Paura d'essere feriti, di nuovo, ancora e ancora.

            Avrei fatto di tutto per te.
            Avrei dato tutto per te.
            Ma che importanza ha adesso?

            Tu sarai andata avanti, fredda e gelida come l'inverno mi avrai
            sepolto
            sotto cumuli di neve bianchissima.
            Avrai sepolto me e tutto quello che c'era tra di
            noi.
            Come un antico faraone hai chiuso il mio corpo
            in profondità
            al buio.

            Occultamento di cadavere si chiama.

            Sono morto ma cammino.
            Faccio finta di niente.
            La polizia nemmeno sospetta di te.
            Innocente creatura...

            Il set di coltelli che mi hai lascito in eredità ancora li conservo con
            me.
            Il sangue rosso col quale prima coloravo il tuo cuoricino adesso
            ossida le lame e
            cade
            scivola
            scorre
            giù
            veloce
            s'infiltra
            nella terra a cui appartengo
            a cui mai e poi mai mi slegherò.
            Composta domenica 16 marzo 2014
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              Scritta da: Carlo Bisecco
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Ti darò un sorriso nuovo, bambino

              Ti darò un sorriso nuovo, bambino
              Che sia ristoratore d’animo
              Di una vita che dono non ti fece
              Del bene più importante, la salute.

              Fu con te amaro l’ingiusto destino
              Malato d’invidia per un tramonto
              Che non desiderava tu vedessi
              Con occhi colmi d’amore leggiadro.

              Prendi il sorriso donato, bambino
              E nascondilo nel profondo tuo
              E conservalo per goderne il fiore.

              Ancora tornerò da te, bambino
              Per ritrovar sul tuo volto il sorriso
              Che amara la vita t’aveva tolto.
              Composta domenica 23 febbraio 2014
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                Scritta da: Carlo Bisecco
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Sguardo sul mondo

                Sognava
                la libertà,
                ma viveva incatenato
                dentro sé.
                La sua gabbia
                non era fatta da sbarre d'acciaio,
                ma da stracci
                della propria pelle.
                Guardava al cielo
                come se potesse davvero raggiungerlo,
                ma restava
                ad affogare
                nelle sabbie mobili della vita.
                Fuggiva
                dal dolore,
                ma si ritrovava
                in qualcosa che non è amore.
                Ascoltava
                Gli uccelli tra spogli rami,
                ma non imparava
                a cantare come loro
                la propria primavera.
                Restava fermo
                come una roccia,
                ma non aveva che la forza
                d'un fiore calpestato.
                Composta venerdì 14 marzo 2014
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