Il ladro
Sorrisi alle finestre al mio passare chino
e nel vociar commenti le donzelle
"ove andrà il viandante
così supino in sé?"
vò a costituirmi
vò alla ghigliottina,
rubai un amore.
Composta sabato 7 aprile 2007
Sorrisi alle finestre al mio passare chino
e nel vociar commenti le donzelle
"ove andrà il viandante
così supino in sé?"
vò a costituirmi
vò alla ghigliottina,
rubai un amore.
Sembra un passeggiar di fretta l'età giovane
senza che mai si riesca nella sosta
ad apprezzar paesaggio
Di tanti e tanti esami prima della laurea
rimane come unica certezza
l'ansia della corsa
Tutto ciò del nuovo è sorpresa grande
quanto ad ogni passo l'incertezza
fin da bambino a quasi l'età adulta
ed è un istante quando con la pioggia
il terriccio sa diventare polvere pesante
ed il respiro manca
Tutto impossibile sembrano dire gli occhi al pianto
ed è difficile alzarsi
quando dal sogno ci si risveglia grandi
come avere avanti un ponte di sole poche assi
e un fiume che corre troppo forte
Esagerata vita che porgi violenza
dopo aver suonato musiche celesti
Che l'inganno sia bandito
o sia presente già dal primo istante, dico!
E vago nel pensiero a quando piove
a quando il vento sbatte sulle porte
a quando anche negli angoli del niente
il buio e il freddo odorano di morte
Esagerata vita che per contro sembra quando accade
che tutto si risolva come neve
per ritrovarsi poi davanti al sole
Il fango da pestare
Vorrei donarti un fiore
e dire all'uomo che ti ha offesa
che quella povertà assoluta che respira
è la vigliaccheria del viver male
figlia di società, cantiere di rovine umane
feconda di vanità, sterile di amore
avanti a te dolce fanciulla
un prato di colori da guardare
perché non sia il respiro sufficiente
ma il vivere bene
Di tanti e tanti esami prima della laurea
rimane come unica certezza
l'ansia della corsa
e a volte lo sgomento nel ricordo
del cuore che si ferma.
Ricorda le lunghe giornate di giugno
e le fragole, le gocce di vino rosè.
Le ortiche che metodiche ricoprivano
le case abbandonate da chi fu cacciato.
Devi cantare il mondo mutilato.
Solo chi ti ama può entrare nella parte "sbagliata" di te.
Quella parte che non fai vedere a nessuno, quella parte che cerchi di nascondere al mondo perché sai che è una tua vulnerabilità.
Nella tua vita potrai spogliarti diverse volte, ma quante volte spoglierai la tua mente?
Quante volte sarai disposta davvero a metterti a nudo? Rare volte o forse uniche.
Lo farai di sicuro e sarà davvero come fare l'amore con gli altri 4 sensi, oltre il tatto.
Sarai nuda emozionalmente con la consapevolezza che ti si possa guardare dentro.
Avrai tanta paura ma sai in cuor tuo che non sbaglierai, perché avrai dato davvero tutto.
Allora lo fai, ti fidi e senza che tu te ne sia resa conto, anche l'altra persona lo farà. Come una cosa normale, ci inizierai a condividere tutto e non solo le cose belle o le passioni dei primi tempi, ma soprattutto le cose che ti faranno incazzare come non mai.
Ma poi ti basterà uno sguardo e ti salirà il cuore in gola. Allora capirai che forse non c'è persona più giusta di quella che scatena emozioni forti.
Ma sarà anche dolcezza, passione struggente, oh mio dio benedica chi mi sa deliziare della sua natura.
Prendermi con forza e dolcezza, con virilità e passione.
La notte, dio mio!
La notte!
Sarai girata dall'altro lato del letto per qualche scenata di gelosia, ma poi la tua persona ti sfiorerà e non potrai fare a meno di stringerlo forte.
Ti guarderà, ammirerà il tuo corpo, sentirà il tuo profumo, ascolterà l'istinto prendendo ogni parte di te.
Allora poggerai la testa sul suo cuore e lo sentirai battere.
Lui ti stringerà e tu ti addormenterai su di lui, pensando che quella è la cosa più giusta che potessi fare nella tua vita. Che quella è casa tua.
Dove abita ciò che sei davvero.
Cosa faccio nella vita...
Aggiusto riciclo creo osservo ascolto e soprattutto sto lontano dalla gente vuota.
Solitario mi arricchisco di poche persone vere
solitario affronto la vita senza pentimenti.
Che lavoro fai...
Aggiusto corde rotte, sistemo cuori.
Sei un cardiologo?
Mha no...
Dispenso amore verso i deboli, aggiusto legami "corde" cerco pane tra i poveri cristi, cerco anime (li) che parlano la mia stessa lingua in un mondo di muti, sordi per eccellenza.
Regalo sorrisi e vendo speranza
Spes contra spem.
La storia non è mia,
la storia di tutti noi, una storia chiamata VITA
Insegna che tutto deve essere reciproco, che sia amore, amicizia o un piccolo gesto di buon vicinato.
Occorre restituire quanto si riceve, il silenzio con il silenzio,
le assenze con le assenze, l'affetto con l'affetto, l'amicizia con l'amicizia e la lealtà con la lealtà.
Dona(re)
Restitui(re)
Un piccolo gesto cambia la vita (chi lo fa) neanche lo sa.
Siamo tutti portatori sani di felicità in teoria, in pratica alcuni corrono troppo in fretta.
Fermiamoci un attimo per guardare con occhi diversi tutto ciò che ci circonda.
Faremo un gesto più grande di quanto si pensi,
riscopriremo tanti volti.
Ognuno da ciò che può.
Amore, amicizia, affetto, un sorriso...
Un abbraccio forte ed un sorriso sono la migliore medicina.
Rende felice chi lo dona e chi lo riceve.
anime affini
che si scambiano tenerezze
pur essendo lontane
ma,
legate da un solido filo invisibile.
Uomini e donne
che aspettano un gesto gentile.
un abbraccio, una carezza, una parola...
... anime sensibili
che regalando tenerezze agli altri
le regalano prima di tutto a se stesse.
Alle anime affini che si cercano per anni
e poi finalmente si trovano,
perché sapevano da sempre che si sarebbero incontrate.
A chi cerca l'amore e non l'ha ancora trovato,
ma sa che lo troverà.
E intanto questa notte lo sognerà...
può vivere lontano anni luce, prima o poi
incontrerà chi è giusto incontrare.
L'anima non fa sconti...
ciò che semini raccogli.
Ma se tutto si fermasse?
Siamo come un fiume che scorre
come una galassia che vaga per lo spazio,
ambendo a un fine a noi ignoto
ma ritenuto idilliaco.
Il pensiero proiettato su una meta
non si accorge dell'ordinario:
agisce come ha sempre fatto
come il fiume devia il suo corso
noi inconsapevolmente
scorriamo trascinati dal tempo.
Ma se tutto si fermasse?
Se qualcosa di insormontabile
ci rallentasse?
Allora ci svegliamo e
di conseguenza reagiamo.
chi si sente perso
non avendo più certezze.
Chi si accorge di ciò che
naturalmente compiva.
Chi non comprende la situazione
e continua come nulla fosse.
Così, attraverso l'incertezza,
il panico si balena
dividendo e danneggiando.
Dunque il maggior ostacolo
alla coesione, alla serenità,
non è più lo scoglio insuperabile
ma il panico che ci impedisce
di preoccuparci di chi ci sta intorno.
Viene meno l'idea degli altri
superata dal egoismo.
Mamma. Nessuna parola è più bella.
La prima che si impara,
la prima che si capisce e che s'ama.
La prima di una lunga serie di parole
con cui s'è risposto alle infinite,
alle amorose, timorose domande
della maternità.
E anche se diventassimo vecchi,
come chiameremmo la mamma
più vecchia di noi?
Mamma.
Non c'è un altro nome.
Madre che ho fatto
soffrire
(cantava un merlo alla finestra, il giorno
abbassava, sì acuta era la pena
che morte a entrambi io m'invocavo)
madre
ieri in tomba obliata, oggi rinata
presenza,
che dal fondo dilaga quasi vena
d'acqua, cui dura forza reprimeva,
e una mano le toglie abile o incauta
l'impedimento;
presaga gioia io sento
il tuo ritorno, madre mia che ho fatto,
come un buon figlio amoroso, soffrire.
Pacificata in me ripeti antichi
moniti vani. E il tuo soggiorno un verde
giardino io penso, ove con te riprendere
può a conversare l'anima fanciulla,
inebriarsi del tuo mesto viso
sì che l'ali vi perda come al lume
una farfalla. È un sogno,
un mesto sogno; ed io lo so.
Ma giungere
vorrei dove sei giunta, entrare dove
tu sei entrata
ho tanta
gioia e tanta stanchezza!
farmi, o madre,
come una macchia dalla terra nata,
che in sé la terra riassorbe ed annulla.