Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Ai tempi della pandemia (la pesta del XIX secolo)

E la gente rimase a casa
e lesse libri e ascoltò
e si riposò e fece esercizi
e fece arte e giocò
e imparò nuovi modi di essere
e si fermò
e ascoltò più in profondità
qualcuno meditava
qualcuno pregava
qualcuno ballava
qualcuno incontrò la propria ombra
e la gente cominciò a pensare in modo differente
e la gente guarì.
E nell'assenza di gente che viveva
in modi ignoranti
pericolosi
senza senso e senza cuore,
anche la terra cominciò a guarire
e quando il pericolo finì
e la gente si ritrovò
si addolorarono per i morti
e fecero nuove scelte
e sognarono nuove visioni
e crearono nuovi modi di vivere
e guarirono completamente la terra
così come erano guariti loro.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Ti lascio passeggiare un po' tra i miei pensieri
    non farti spaventare dal disordine
    fa parte dell'arredamento.
    troverai qualche soldatino di guardia
    fanno tanto i duri
    ma in fondo vogliono solo una carezza.
    Ti lasceranno entrare.
    Paura e ansia non le guardare
    sono due prime donne
    non aspettano altro
    che farsi belle agli occhi delle novità
    prosegui pure avanti
    hanno poco da raccontarti.
    Appena superata la curva della speranza
    diciamo tra incoscienza e ragione
    lì potrai affacciarti ai miei desideri.
    Di quelli proibiti ho perso la chiave.
    Ma non sono in prigione.
    Già che ci sei, liberami un po' di follia.
    La notte urla e straparla
    non mi lascia riposare.
    La malinconia è sempre a leggere in disparte
    un po' per scelta un po' per arte.
    Sì, insomma, non cercare di fare ordine
    l'ultima volta
    mi ci sono voluti due anni di analisi
    per risistemare.
    Puoi fermarti quanto vuoi
    o restare a dormire
    ma ricordati di baciarmi gli occhi
    se desiderai di uscire.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Vietato abbracciarsi.
      Toccarsi.
      Baciarsi.
      Stringersi.
      Sono vietate tutte le forme di affetto
      fino a data da destinarsi.
      Quel metro di distanza
      è uno spazio siderale dove non cresce niente.
      Questo virus ci sta uccidendo nel modo più atroce che esista:
      Lasciandoci soli.
      Bisogna trovare un modo,
      qualunque esso sia
      per restare uniti: i virus non sopportano le persone felici.
      Bisogna reagire pensando che non sarà più così.
      Contrastando la paura con dosi spietate di bellezza.
      Difendendo la dolcezza che possiamo ancora regalare
      leggendo poesie a chi ci sta vicino.
      Mandando carezze con gli occhi.
      Facendo capire a chi ci vuole bene che ci siamo.
      Usando la testa e non la rabbia per difenderci.
      Torneremo alla nostra vita un giorno.
      rendendoci conto
      di quanto sia incredibilmente bella e preziosa.
      E forse, smetteremo per sempre di sprecarla.
      E forse questa volta, la vivremo instante dopo instante.
      Senza più aver paura di sbagliare.
      Forse inizieremo a vivere davvero
      senza aver paura di sognare.
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        Scritta da: dantino
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Primavera

        Primavera
        che Dio voglia cambiarmi
        come può con il vento che da poco profuma
        nel suo dovuto animato fischiare
        tra le foglie di mirto, tra il muschio e i licheni
        si sente lontano un echeggio di mare
        che frena di piano in piano, in fiore, quasi... per non disturbare
        si odono uccelli in sollievo, cantare,
        è l'amore
        un donarsi e un donare
        si nasce
        e questo commuove
        ancor più
        di quando si muore
        ed io ateo
        ringrazio il signore.
        Composta domenica 22 marzo 2020
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          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Sfogliando pagine del libro
          dove si leggono poesie
          che la stagione pubblica
          mi fermo davanti agli occhi
          di un ciliegio che scrive versi,
          l'opera si presenta al vicinato
          con l'orgoglio festoso di chi dona.
          Tutti vogliono leggere la storia.
          E io che ascolto i versi
          della campagna
          trafugo al vento l'alito di fiori
          traggo debutto da forbiti aloni
          dall'eco attratto di reviviscenza,
          andatura commista di giulebbe
          e peso amaro sui gradini stanchi,
          m'affanno piazzando sui fogli
          di carta immagini per imitarlo,
          e mi vanto pittore.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Contro la pandemia

            In ogni parte del mondo
            per lavarsi le mani
            occorrono 60 secondi.

            In Italia è diverso.
            In Italia basta tempo per una poesia.

            La bellezza di un minuto salverà il mondo.
            In Italia ogni minuto è bello.

            Ormai in tutto il mondo occorrono 60 secondi per lavarsi le mani.
            60 secondi bastano forse per salvare il mondo.
            Se è vero che la bellezza ci salverà, la bellezza da sempre dimora qui in Italia.
            Ogni minuto è più bello se vissuto in Italia.
            Ogni minuto in Italia è bellezza e poesia.
            Non sarà tempo perso neanche un minuto chiusi in casa.
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Viva la primavera, viva la vita!

              Era l'11 marzo del 2020, le strade erano vuote, i negozi chiusi, la gente non usciva più.
              Ma la primavera non sapeva nulla.
              Ed i fiori continuavano a sbocciare.
              Ed il sole a splendere
              E tornavano le rondini
              E il cielo si colorava di rosa e di blu.
              La mattina si impastava il panne
              e si infornavano i ciambelloni.
              Diventava buio sempre più tardi
              e la mattina le luci entravano presto dalle finestre socchiuse.
              Era l'11 marzo 2020, i ragazzi studiavano connessi a discord.
              E nel pomeriggio immancabile
              l'appuntamento a tressette.
              Fu l'anno in cui si poteva uscire solo per fare la spesa.
              Dopo poco chiusero tutto
              Anche gli uffici
              L'esercito iniziava a presidiare le uscite e i confini.
              Perché non c'era più spazio per tutti negli ospedali
              E la gente si ammalava
              Ma la primavera non lo sapeva e le gemme continuavano ad uscire.
              Era l'11 marzo del 2020 tutti furono messi in quarantena obbligatoria
              I nonni, le famiglie e anche i giovani
              Allora la paura diventò reale
              E le giornate sembravano tutte uguali tornarono a fiorire
              Si riscoprì il piacere di mangiare tutti insieme
              Di scrivere lasciando libera l'immaginazione
              Di leggere volando con la fantasia
              Ci fu chi imparò una nuova lingua
              Chi si mise a studiare e chi riprese l'ultimo esame che mancava alla tesi
              Chi capi di amare davvero separato dalla vita
              Chi smise di scendere a patti con l'ignoranza
              Chi chiuse l'ufficio e aprì un'osteria con solo otto coperti
              Chi lasciò la fidanzata per urlare al mondo l'amore per il migliore amico
              Ci fu chi diventò dottore per aiutare chiunque un domani avesse avuto bisogno.
              Fu l'anno in cui capì
              l'importanza della salute e degli affetti veri
              L'anno in cui il mondo sembrò fermarsi
              E l'economia andare a picco
              Ma la primavera non lo sapeva
              e i fiori lasciarono il posto ai frutti.
              E poi arrivò il giorno della liberazione
              Eravamo alla TV e il primo ministro disse a reti unificate
              che l'emergenza era finita.
              E che il virus aveva perso
              Che gli italiani tutti insieme avevano vinto.
              E allora uscimmo per strada
              Con le lacrime agli occhi
              Senza mascherine e guanti
              Abbracciando il nostro vicino
              Come fosse nostro fratello
              E fu allora che arrivò l'estate
              Perché la primavera non lo sapeva
              Ed ha continuato ad esserci
              Nonostante tutto
              Nonostante il virus
              Nonostante la paura
              Nonostante la morte
              Perché la primavera non lo sapeva
              Ed insegnò a tutti
              La forza della vita.

              Ma la primavera non lo sapeva e le rose.
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                Scritta da: Bernardo Panzeca
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Rinchiusi

                Dentro dimore
                abitate ad ore
                incatenati
                Ci ritrovammo
                Disperati.

                Vetri appannati
                da sguardi
                rassegnati
                Fecero delle mura
                Una stia di paura.

                Seduti a pensare
                Quanto bello
                Era amare
                Restammo mesi
                con i cuori tesi.

                Una rondine garriva
                Un mandorlo
                Applaudiva
                Tutto all'interno
                Era un inferno.

                Si doveva
                Pazientare
                Meditare
                e ancor più
                Pregare.

                Era questa
                La forza umana
                Il ferro
                e il suono
                Di una campana.
                Composta giovedì 19 marzo 2020
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                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Padre che muori tutti i giorni un poco

                  "Padre che muori tutti i giorni un poco,
                  e ti scema la mente e più non vedi
                  con allargati occhi che i tuoi figli
                  e di te non t'accorgi e non rimpiangi -
                  se penso la fortezza con la quale
                  hai vissuto; il disprezzo c'hai portato
                  a tutto ciò che è piccolo e meschino;
                  sotto la rude scorza
                  il tuo candido cuore di fanciullo;
                  il bene c'hai voluto alla tua madre,
                  alla sorella ingrata,
                  a nostra madre morta;
                  tutta la vita tua sacrificata
                  e poi ti guardo come ora sei,
                  io mi torco in silenzio le mani.

                  Contro l'indifferenza della vita
                  vedo inutile anch'essa la virtù
                  e provo forte come non ho mai
                  il senso della nostra solitudine.

                  Io voglio confessarmi a tutti, padre,
                  che ridi se mi vedi e tremi quando
                  d'una qualche premura ti fa segno,
                  di quanto fui codardo verso te.

                  Benché il rimorso mi si alleggerisca,
                  che più giusto sarebbe mi pesasse
                  sul cuore, inconfessato...
                  io giovinetto imberbe ti guardai
                  con ira, padre, per la tua vecchiezza...
                  stizza contro te vecchio mi prendeva...

                  padre che ci hai tenuto sui ginocchi
                  nella stanza che s'oscurava,
                  in faccia alla finestra,
                  e contavamo i lumi
                  di cui si punteggiava la collina
                  facendo gara a chi vedeva primo -
                  perdono non ti chiedo con le lacrime
                  che mi sarebbe troppo dolce piangere
                  con quelle più amare te lo chiedo
                  che non vogliono uscire dai miei occhi.

                  Una cosa soltanto mi conforta
                  di poterti guardare a ciglio asciutto:
                  ti ricordi che piccolo, al pensiero
                  che come gli altri uomini dovevi
                  morire pure tu, il nostro padre,
                  solo e zitto nel mio letto la notte
                  io di sbigottimento lacrimavo.
                  Di quello che i miei occhi ora non piangono
                  quell'infantile pianto mi consola,
                  padre, perché mi par d'aver lasciato
                  tutta la fanciullezza in quelle lacrime.

                  Se potessi promettere qualcosa
                  se potessi fidarmi di me stesso
                  se di me non avessi anzi paura,
                  padre, una cosa ti prometterei:
                  di viver fortemente come te
                  sacrificato agli altri come te
                  e negandomi tutto come te,
                  povero padre, per la fiera gioia
                  di finir tristemente come te.
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                    Scritta da: Cristina Metta
                    in Poesie (Poesie d'Autore)
                    Lei è nella mia testa che brucia
                    l'aria s'incendia al solo stare così lunghe ore al giorno
                    fissando le nuvole _ vorrei il rumore
                    voci
                    voci
                    voci

                    aria che esplode dipendiamo dall'isolamento
                    ore che passano lente
                    ci siamo fermati
                    chicchi di riso ricordi film in tv playstation e sport rigorosamente in casa
                    all'assurdo la dipendenza da cose
                    mentre continuano a mancare gli abbracci

                    dammi un bacio
                    dammi un bacio
                    poiché è vietato
                    poiché prezioso
                    poiché pericoloso
                    morirò comunque
                    ma il morire per colpa di un bacio
                    sarà un morire dolce

                    tu mi manchi
                    divisi da chissà quante cose coronano il "questo oggi"
                    ronin un po' samurai il cuore mentre osserva la gente in fila davanti ai supermercati
                    e la pioggia
                    e la pioggia
                    fa schiudere i fiori di marzo

                    laddove il mare torna alle rive
                    i fondali coi loro sogni d'astri
                    laddove vette alte sorridono ai fiumi
                    immagino tu sia

                    si sterminano nell'impotenza i nostri avi
                    un giorno parleranno di loro - di noi - di me _ quelle leggende
                    di tante primavere che andranno avanti
                    a cercare l'amore

                    vieni più vicino
                    più vicino ancora
                    con la tua voce
                    mentre la terra brucia
                    tienimi stretta
                    potrei cadere
                    afferrami
                    ...
                    oh

                    "poets and lovers".
                    Composta mercoledì 19 ottobre 2016
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