Quando verrà il momento Nella follia Catturerò il firmamento e lambirò le nubi Prenderò in prestito la bufera Lasciandomi alle spalle le lacrime zampillanti E me ne andrò.
Non inseguirò l'equilibrio Non soffocherò le grida Danzerò sull'acqua Dirigendomi verso l'altra sponda Libera O schiava Non importa! Guaderò il fiume.
Quando verrà il momento Farfalla notturna Deporrò la dolcezza che ormai mi ha annoiata Deporrò l'abito imbizzarrito invano E darò fuoco al passato Per ritornare liscia come la terra vista da lontano E girare da sola Intorno alla luna.
Riderò e le mie risate non saranno tristi Non volerò, camminerò Accarezzerò la strada Converserò tutta la notte con il selciato Farò sgorgare la poesia dalle pietruzze Il cielo piangerà e non mi preoccuperò Il vento consumerà il mio cuore ustionato dall'amore
Quando verrà il momento alba senza rugiada mi mostrerò con il viso rabbuiato e seppellirò i miei visi sereni diffonderò le ombre sul mio essere le farò gocciolare come il dolce miele punto dopo punto bacio dopo bacio affinché riemerga sulla superficie del fiume quella donna che ho serbato in me.
Nessuno può immaginare quel che dico quando me ne sto in silenzio chi vedo quando chiudo gli occhi come vengo sospinta quando vengo sospinta cosa cerco quando lascio libere le mie mani. Nessuno, nessuno sa quando ho fame quando parto quando cammino e quando mi perdo, e nessuno sa che per me andare è ritornare e ritornare è indietreggiare, che la mia debolezza è una maschera e la mia forza è una maschera, e che quel che seguirà è una tempesta. Credono di sapere e io glielo lascio credere e avvengo. Hanno costruito per me una gabbia affinché la mia libertà fosse una loro concessione e ringraziassi e obbedissi. Ma io sono libera prima e dopo di loro, con loro e senza di loro sono libera nella vittoria e nella sconfitta. La mia prigione è la mia volontà! La chiave della prigione è la loro lingua ma la loro lingua si avvinghia intorno alle dita del mio desiderio e il mio desiderio non riusciranno mai a domare. Sono una donna. Credono che la mia libertà sia loro proprietà e io glielo lascio credere e avvengo.
Nero, il velo Nera, la bocca chiusa. Nero, lo schermo. Tra la madre ed i figli, tra le amanti e l'amante, tra il fratello e la sorella, tra la donna e gli uomini. Nero, nero, nero. Nero, il lenzuolo di morte dove ti murano viva. Nero, il pube che ha visto nascere le loro idee nere. Nera, la bestia che sei nella loro testa nera di odio. Nera, la tomba dove cadde la loro umanità. Nere, le loro mani. Nero su nero, la mia lettera, le mie parole che non puoi vedere, non puoi dire, e che rinvii tuttavia, farfalle nere prima dell'istante in cui si diventa cieco. Te ne supplico, guarda nella tua stanza nera la luce che hanno perso e di cui avranno bisogno, una mattina.
E ciò che voglio è l'amore, l'amore spensierato e quello che rimette tutto in discussione, quello che fa rinascere, l'amore passionale, l'amore lontano, il fine amore, quello che vi costringe a superarvi, l'amore platonico, l'amore sessuale, l'amore lieve, l'amore oscuro, l'amore luminoso, l'amore tenero, l'amore fedele, l'amore infedele, l'amore geloso, l'amore generoso, l'amore libero, l'amore sognato, l'amore adorazione, l'amore mistico, l'amore istintivo, l'amore che si fa, il prima, il durante e il dopo l'amore, l'amore che brucia, l'amore pudico, l'amore segreto, l'amore gridato, l'amore che fa male al corpo, l'amore che fa bene al corpo, l'amore che paralizza e quello che dà le ali, l'amore a morte, l'amore a vita, il primo amore, l'amore perduto, l'amore ferito, il prossimo amore, perché non ci sono regole, perché è necessario inventare i propri amori, inventare la propria vita.
In una vaga disperazione il vento si dibatteva disumanamente. Gocce di sangue annerendosi si gemmavano sulle labbra d'ardesia. E uscì, a isolarsi nella notte, vedova la luna.
Imbrattai di colpo la carta dei giorni triti, spruzzandovi colore da un bicchiere; su un piatto di gelatina mostrai gli zigomi sghembi dell'oceano. Sulla squama d'un pesce di latta lessi gli inviti di nuove labbra. Ma voi potreste suonare un notturno su un flauto di grondaie?
C'è chi affoga la rabbia in un bicchiere, chi si fa di canne e va a dormire, chi si distrugge la vita, continuando a sbagliare, chi uccide, convinto di poter guidare, a noi non resta che urlare. Libera la mente, con forza grida, questo si può fare, non concludi niente ma continua a strillare. Urla la mamma che sta per partorire, un momento felice che poi deve finire, urla il bimbo che nasce, e continua a strillare quando cresce. Tutta la vita è un urlo da recuperare, facciamoci sentire, tanto per continuare a vivere, quando non avremo più niente da dire, saremo morti e non potremo più gridare.
Fisso lo sguardo sul soffitto, ed ho paura, i fantasmi compaiono con le luci della sera, e sogno di precipitare, di affogare, sempre in cavernosi anfratti, da dove non riesco ad uscire. La notte cerco di non dormire, la luce è sempre accesa, ma rimango ad occhi aperti e son sospesa... Vorrei tanto tornare a non pensare, tutto il male del mondo è nella mia testa, e la mia paura ad ogni lacrima si presta, ad ogni debolezza. Finirà mai questa mia tristezza che mi sta distruggendo? Il giorno mi do da fare, per cambiare ma quando è sera non so dove andare.
Mi avevano messo due ali, fatte con le piume d'oca, ero piccola ancora, dovevo fare l'angelo dietro alla processione. Si davano tutti un gran da fare, su quella strada i fiori da sistemare, artisti senza fama, Madonnari, con gessi colorati, colla e polverine, avevano fatto una mostra a cielo aperto, dietro la banda del paese in concerto. Io avanti a tutta quella gente, portavo il pane e il vino per la consacrazione, non capivo niente, ma la situazione mi metteva allegria, mi dispiaceva solo che a fine processione, con tutta quella gente che passava, la bellezza dei quadri dei Madonnari più non si vedeva. Tutta quella fatica di ore, per tutti quegli uomini, sacrificata per il Corpus Domini.
Farò un collage della mia vita, con i nostri momenti, ritaglierò ogni minuto butterò nel fuoco tutto il resto brucerà ma non mi restituirà mai il tempo perso. Abbiamo regalato amore a tutti, non ci siamo mai risparmiati, abbiamo sacrificato le nostre vite senza peraltro essere premiati. Pochi minuti, in tutti questi anni poche ore, che per me erano vita, amore. Abbiamo vissuto come due fiumi in piena, vicini e separati, uniti nella foce, certi di ritrovarsi nello stesso mare. Lunga è la strada e prima di arrivare, mille ostacoli da superare, non hanno mai fermato l'impeto del nostro cuore, che pur dopo tanti anni ancora spera, amore.