Una rosa, forse una margherita o un papavero rosso, a niente somigliava la mia corolla, bella da morire. Così sono nata, fiore profumato, unica nei colori e negli umori, sempre sorridevo. Le farfalle vegliavano il mio sonno, gelose, io tranquilla sopra il mio stelo, mi rivolgevo sole dove c'era luce. Tutta la mia vita è stata una bella stagione, nessuno ha colto questo raro fiore. Ancora oggi, ho paura di finire i miei giorni, nelle mani di qualcuno che mi farà appassire.
Ho ritrovato ancora un'altra foto, avevo distrutto tutto, bruciato i ricordi, le frasi d'amore, i tuoi regali, pensavo di aver fatto pulizia, anche nel mio cuore... Ma questa foto mi ha riportato te, così come ti volevo, come non sei mai stato, bugiardo inpenitente, tu, con le tue promesse e non hai mantenuto niente. Oggi mi ritrovo a pensarti, non voglio più vederti, cerco di convincermi, ma faccio male a me. So che sei da solo, che dici forse è il caso... una telefonata?
Quella bocca che mi sfiorava, non era tua, la sentivo dove, quanto nella mia fantasia. Un bacio come, ancora, poi ancora tu, ma lui nella mia testa, non ti accorgevi, o non volevi credere che non ero più la stessa. Erano sue quelle mani, sentivo i suoi sospiri. Chiudevo gli occhi per non vedere, eri tu, lui, non volevo sapere e non ti accorgevi. Non ti ho mai chiamato amore e cambiavo espressione forse lo sapevi. Con te e con lui nello stesso momento, mi piaceva, forse, a volte era un tormento. Avevi capito, ma continuavi, aspettando che fosse finito, ti sarai anche divertito, non sei stato sorpreso, tu l'hai sempre saputo, non volevo con te... certo, l'altro sicuramente mi ha avuto.
Ogni cosa era al suo posto, in questa grande casa, c'era silenzio e pace. Ogni giorno era uguale, ed a volte piangevo, non sapevo perché, non volevo, ma in quella solitudine spesso, mi perdevo. La mia vita fu sconvolta da una notizia inattesa, pensavo che ormai non c'era più niente da fare parti... mi diceva dall'altro capo del telefono, ci separava il grande mare, una voce amica, qui c'è la tua vita. Non ho avuto esitazioni, ho volato per ore, sopra le emozioni, non sentivo che il cuore che batteva, e questa grande felicità che dentro, mi premeva. Non riuscivo a pensare che a lui, quel bambino che di lì a poco avrei abbracciato e coccolato per non lasciarlo più. Forse per gli altri è normale, sarà sicuramente un giorno felice, ma la gioia più grande era, per me che avevo perso le speranze riempire di disordine e d'amore finalmente, di quella casa grande e silenziosa, tutte le sue stanze.
Ora mi chiami amore, quanto tempo è passato, gli anni più belli mi hai negato, avevi sempre da fare, eppure con tutte le mie forze ti ho voluto, così come te, abbiamo difeso contro tutti questo amore, per fare che? Quando ora mi stringi, mi ricordo ancora, non riesco a dimenticare, quella donna che dicevi di amare, sapevi che il mio cuore, troppo ne soffriva. Non ho amato che te, ma intanto la nostra storia passava e moriva. Per i figli che abbiamo avuto, non ho potuto lasciarti, ma troppa la delusione per me, che ti ho dedicato i miei giorni, e non riesco ancora ad abbracciarti. Ho avuto la forza e tanta pazienza, mi dicevo: si dovrà stancare, tornerà lo sento, qui mi deve trovare. E contavo i giorni, i miei capelli col tempo sono diventati bianchi a forza di aspettare, alla fine sei tornato, deluso, solo chi ti amato come me, ti poteva sopportare, spero solo con il tempo di poterti perdonare.
Sarò lenta goccia che ti accarezza il viso, sarò sospiro per darti vita, sarò forza per farti andare e asciugherò ogni lacrima, se ci sarà dolore. Sarò il tuo mondo e la via, che potrai seguire, il vento dolce e caldo che ti vorrà accarezzare, sarò la terra dove lascerai l'impronta, sempre pronta a tutto quel che vuoi. Sarò l'unico eco che rimanderà la voce, quello che sentirai e ti darà pace. Avrai la sicurezza, sarò l'unico tuo porto, dove stanco, l'ancora potrai buttare e fermarti a riposare. Di te avrò cura anche nel piacere, e mille e mille volte di me potrai godere, ti accarezzerò con le parole, ti lascerò fare quello che vorrai, ti amerò per tutta la vita, con tutto il cuore.
Ogni giorno si svegliava sempre più triste, pensando al tempo che passava, contava i suoi dolori ed un altro se ne aggiungeva. Apriva la porta ed il sole più non vedeva, la solitudine aveva spento la sua luce. Neanche quel fiore, il suo cardellino riuscivano a farlo più sorridere. Un giorno passò di lì un bambino, vide il vecchio seduto, si avvicinò un po' impaurito e chiese: posso chiamarti nonnino, sai un nonno io non ce l'ho e vorrei mi raccontasse tante cose? Il vecchio ci pensò e sotto la sua barba lunga, un sorriso, una nuova luce si accese. Ogni giorno ora era un giorno nuovo, apriva la porta e vedeva il sole, curava il suo fiore ed il suo uccellino con amore, non si accorgeva del tempo che passava, perché quando apriva la porta ad aspettarlo c'era il suo bambino.
Nonnina, come fa a volare la vecchina? Avrà un motore turbo nella scopa, come fa a riconoscere i tetti su cui si posa? Nonna che mi porterà quest'anno? Sono stato buono tu lo sai, non ho fatto nessun danno. Nonna che dici se l'aspettiamo alzati, la salutiamo gli offriamo i nostri dolci e quei tortini salati... Il bimbo dorme e la vecchia nonnina, prepara la calza che stava in cucina, la sente il bambino e lesto si sveglia, da dietro la porta senza farsi vedere. Ma allora è la mia nonna che veglia, e lei la befana, che dolce che amore e dato che l'amo con tutto il mio cuore, l'asseconderò, per me ci sarà sempre la befana e più non l'aspetterò in dormiveglia aspetterò che con un bacio venga a darmi la sveglia.
Sono venuta per farmi coccolare, solo tu lo puoi fare, sei un vero amico e mi sai ascoltare. Oggi sicuramente mi rimprovererai, se ti confesso questa cosa ma non ti arrabbiare e se non vorrai, non perdonarmi, tutti possiamo sbagliare. Sentivo il tuo mugugno, mentre mi stavi ad ascoltare, sempre più forte, ma dovevo confessare. Tu che sei stato testimone muto, di questo amore nato, tu complice hai lasciato fare... ora non ho mantenuto le promesse, fatte davanti a te, ho seguito un sogno, oppure delusione chiamala pure col suo vero nome, ed ho perso quell'amore, e più ci penso più ci sto male. Intanto quelle onde s'increspavano, bagnandomi il vestito, scendeva sul mio viso qualche lacrima. Non dovevo farmi trascinare In una storia che non mi apparteneva. Intanto il mare, che più non s'increspava, ritirava l'onde e si calmava, aveva lasciato la tempesta nel mio cuore.