Sono un bimbo mai nato, non voluto capitato, incidente di percorso, professionista o artista mancato? Non sono degno di menzione perché non ho una croce, non ho un nome, ne data da ricordare. Rifiuto speciale tra garze e sangue, di un anonimo ospedale. Eppure già esistevo, già c'ero... Ora anonimo rifiuto.
Il mio sguardo ha incrociato i tuoi occhi, come un dolce veleno, assaggiarti e morire: ho pensato, un folle peccato, un momento è bastato. È rimasto ben poco di te, solo un bacio a suggello di quel che era stato, ed un mazzo di fiori. Queste rose di velluto vermiglio In ricordo di quella passione, durata un momento, ma intensa emozione. Un cappello sul vecchio divano, da grande ufficiale, in ricordo... la tua assenza. Partendo mi hai detto: ti amo.
Sogni e follie non appagati; perché l'anima mia ancora anela, e la vergogna cela? Quanto amore non distribuito, la mia miniera è piena. Forse scavando in fondo... In cavernosi anfratti, c'è da scoprire un mondo. Quando tutto sarà venuto fuori, avrò da dare ancora all'infinito... perché troppo tardi ho capito.
Autunno ormai è alle porte, il cuore come il sole, non batte così forte. Finita è la bella stagione, come la nostra storia e le foglie, i ricordi, le belle promesse si staccano dal ramo. In terra con nostalgia, quasi con apatia, spero che nella loro lenta agonia non soffrano tanto. Io ora sto bene, non ho nessun rimpianto.
Afferrare e strappare Quel velo Che delimita il sogno Ad esser vero, solo un momento penetrare dove non è consentito dove è libertà pensare che accada davvero.
Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia legalo con l'intelligenza del cuore. Vedrai sorgere giardini incantati e tua madre diventerà una pianta che ti coprirà con le sue foglie. Fa delle tue mani due bianche colombe e portino la pace ovunque e l'ordine delle cose. Ma prima di imparare a scrivere guardati nell'acqua del sentimento.
I cinquant'anni sono come L'ultima ora del pomeriggio, quando il sole tramontato ci dispone spontaneamente alla riflessione. Nel mio caso, tuttavia, il crepuscolo mi induce al peccato. Forse per questo, arrivata alla cinquantina, medito sul mio rapporto con il cibo e l'erotismo, le debolezze della carne, che più mi tentano, anche se, a ben guardare, non sono quelle che più ho praticato.
Lascia che ti accarezzi il volto accompagnando nella carezza il ricordo di quando ero bambina e tu accarezzavi me, rivedendo te piccolina
i folti capelli bianchi, gli occhi infossati e stanchi ti osservo e mi si stringe il cuore gonfio com'è d'infinito amore.
Spesso mi assale la paura che tu mi possa lasciare ma non riesco a raggiungerti... non riesco a tornare ferita come sono, dopo essere stata tanto male... e non vivo il mio tempo... e lo lascio passare scrivendo di te, di me... di ciò che vorrei fare.
Fammi una carezza che mi porti la dolce brezza del vento che si annidi nel mio cuore ormai spento e mi porti i ricordi di una ninna nanna per rivedermi addormentata sul tuo petto... ancora una volta... mamma.
Ho bisogno di questi momenti, silenzi ho bisogno di riferimenti, ritrovare gocce di ricordi, amori e sentimenti. Silenzi dove pensare, lasciarsi andare liberare l'anima, sognare. Silenzi, che riempiono la vita, che corre e pietà non sente, ed io che chiedo ancora, per fermarmi a guardare, tornare sui miei passi senza più sbagliare. Ormai non c'è più tempo, inesorabilmente accelera la corsa, la mia vita, non l'ho vissuta appieno, dimenticando forse il meglio, un collage che non torna, voglio silenzi... Per poter ricordare.