I miei figli sono unici e rari; sono stelle cadute con direzione sbagliata. Disperata sono andata a cercarli e li ho trovati. Il grande amore per loro e il loro per me, è travolgente, morboso, forse troppo, perché assai ho sofferto aspettandoli. Severa e sempre madre, hanno avuto una guida sicura da bambini; una spalla su cui piangere nell'adolescenza, un amica carissima, pronta a raccogliere le loro confidenze da adulti. Di una cosa sono certa: siamo un'unica cosa. L'amore per loro è immenso.
L'amore è lama? È fuoco? Più quietamente - perché tanta enfasi? È dolore che è conosciuto come gli occhi conoscono il palmo della mano come le labbra sanno del proprio figlio il nome.
Superficialità! – Caro peccato, Compagna mia e nemica mia carissima! Tu versasti il sorriso nei miei occhi, E la mazurka in tutte le mie vene.
Da te ho imparato a non tener l'anello, Non m'avrebbe la vita presa in sposa! A cominciare a caso, dalla fine, E a finire però sempre daccapo. A essere fuscello, e essere acciaio, In questa vita, in cui si può sì poco... A scioglier la tristezza con la cioccolata, E a sorridere in viso a chiunque passa!
Tu cercati amiche fiduciose, che non giustificano il prodigio col numero. Io so che Venere è impresa di mani; artigiano - io conosco il mestiere! Dagli alti e solenni mutismi sino a calpestare l'anima: tutta la scala divina - dal: io respiro - sino a: non respirare!
Ti ho versato nel bicchiere una manciata di capelli bruciati, perché tu non mangi, non canti, non beva, non dorma. Perché la giovinezza non ti sia gioia, perché lo zucchero non ti sia dolce. Perché tu non te la intenda nel buio della notte con la giovane moglie. Come i capelli tuoi d'oro sono divenuti cenere grigia, così gli anni miei giovani diventeranno bianco inverno. Perché tu diventi cieco-sordo, perché ti dissecchi come il muschio, perché ti dilegui come un sospiro.
Con me non bisogna parlare, ecco le labbra: date da bere. Ecco i miei capelli: carezzali. Ecco le mani: so possono baciare. Meglio però, fatemi dormire.
Se un'anima è nata con le ali, cos'è per lei il palazzo e cos'è la capanna! Cos'è Gengis Khan per lei - e cos'è - l'Orda! Due nemici ho io a questo mondo, due gemelli - indissolubilmente fusi: la fame degli affamati - e la sazietà dei sazi.