Poi sei venuta tu, e t'è bastata un'occhiata per vedere dietro quel ruggito, dietro quella corporatura, semplicemente un fanciullo. L'hai preso, hai tolto via il cuore e, così, ti ci sei messa a giocare, come una bambina con la palla. E tutte, signore e fanciulle, sono rimaste impalate come davanti a un miracolo. "Amare uno così? Ma quello ti si avventa addosso! Sarà una domatrice, una che viene da un serraglio"! Ma io, io esultavo. Niente più giogo! Impazzito dalla gioia, galoppavo, saltavo come un indiano a nozze, tanto allegro mi sentivo, tanto leggero.
Niente cancellerà via l'amore, né i litigi né i chilometri. È meditato, provato, controllato. Alzando solennemente i versi, dita di righe, lo giuro: amo d'un amore immutabile e fedele.
Ci sono al mondo i superflui, gli aggiunti, non registrati nell'ambito della visuale. (Che non figurano nei vostri manuali, per cui una fossa da scarico è la casa).
Ci sono al mondo i vuoti, i presi a spintoni, quelli che restano muti: letame, chiodo per il vostro orlo di seta! Ne ha ribrezzo il fango sotto le ruote!
Ci sono al mondo gli apparenti - invisibili, (il segno: màcula da lebbrosario)! ci sono al mondo i Giobbe, che Giobbe invidierebbe se non fosse che:
noi siamo i poeti - e rimiamo con i paria, ma, straripando dalle rive, noi contestiamo Dio alle Dee e la vergine agli Dei!
Il tuo nome è una rondine nella mano, il tuo nome è un ghiacciolo sulla lingua. Un solo unico movimento delle labbra. Il tuo nome sono cinque lettere. Una pallina afferrata al volo, un sonaglio d'argento nella bocca.
Un sasso gettato in un quieto stagno singhiozza come il tuo nome suona. Nel leggero schiocco degli zoccoli notturni il tuo nome rumoroso rimbomba. E ce lo nomina lo scatto sonoro del grilletto contro la tempia.
Il tuo nome - ah, non si può! - il tuo nome è un bacio sugli occhi, sul tenero freddo delle palpebre immobili. Il tuo nome è un bacio dato alla neve. Un sorso di fonte, gelato, turchino. Con il tuo nome il sonno è profondo.
Un mondiale nomadismo è cominciato nel buio: sono gli alberi che vagano sulla terra notturna. Sono i grappoli che fermentano in vino dorato, sono le stelle che di casa in casa peregrinano, sono i fiumi che il cammino cominciano a ritroso! E io ho voglia di venire da te sul petto - a dormire.
Correre... dove.... Fermati un momento, ascolta il silenzio, ha tanto da raccontarti: immagini sbiadite, ricordi ormai svaniti. La tua vita manca di tasselli, rimetti a posto l'esperienze fatte, avrai un quadro più completo, finalmente potrai goderti pienamente il tempo che ti resta.
Vivo del tuo respiro, persa tra le tue braccia, luna che ci accompagni, allungami la notte, stelle del cielo a mille come i miei desideri, mille come i pensieri, che esprimi senza parlare. Persa in questo momento, persa in questo tormento di gioia e di paura. E questo amor furtivo è tanto più eccitante che quando sole viene, ci trova ancor vicini, potrei morire adesso in questo stesso istante.
Vorrei avere ali per volare, e darti forza, voce per poter gridare e cieli azzurri... Campi di fiori profumati acqua di ruscelli dove bere. Ma tu sai sognare, lo so hai provato ad insegnarmi a vivere e da te ho imparato. Difficile è sapere quello che puoi provare seduto ad una sedia, ma mi hai fatto capire che oltre si può andare. Correre, volare, sopra le nuvole andare, se si sa sognare. Vorrei darti le mani per toccare quello che non senti e desiderare dolci carezze... Vorrei portarti al mare. Ma tu sai sognare,...
Amo l'amore perché esisti tu, amo il tuo viso, i tuoi gesti, il sorriso, quella ruga il tuo incedere lento, amo il vento e gelosa perché ti sfiora. Il mio amore per te è mariposa che impalpabile vola a te intorno, senza farsi notare. Amo l'esperienza che hai e la tua pazienza nell'aspettarmi.
Sei un dolce ricordo, scivolato poi via, come gocce di pioggia, sotto il mio portone, mentre ti dicevo addio. È una storia finita ma tu sai nella vita, non si può dire mai... Ti ho incontrato per strada, quanto tempo è passato, Il mio sguardo nel tuo, il tuo odore non ho mai scordato. Un abbraccio per provare che non era amore quel che sentivo. Io speravo... Sotto il mio portone, un momento è bastato, carezzandomi il viso di pioggia bagnato mi hai detto: troppo tardi... abbiamo sbagliato.