La vita ti stringe, ti avvolge, ti stritola i sensi, ti imbocca in strade sbagliate, ti senti smarrita, sui tuoi passi vorresti tornare. Un muro si erge ormai dietro di te, è il tempo passato, finito, segnato da vecchie memorie, non tue, non ti riconosci in questa tua vita e ti accorgi che più non è andata come volevi. Troppo tardi sperare che cambi, ormai strada è segnata.
Darò fiato al vento, o questo tormento mi sarà fatale, impazzirò, finché il dolore non lo sentirò più perché il mio corpo sarà smembrato, dilaniato da una bomba e sarà difficile raccoglierne i pezzi. Se riuscirò a ricomporre le mie membra sparse, non sarà niente come prima, non mi riconoscerò più, e allora a che vale... vorrei morire.
Non voglio terra da calpestare, voglio andare dove non servono ali per volare, nell'oblio mi cullerò, per addormentare dentro l'anima tutto questo soffrire.
Confuse, profuse, rubate, sprecate, tra mani sudate, tra dolci parole e bocche vogliose. Tra luci soffuse e strani sapori ed odori di muschio... e di voglie ormai spente.
Il mio sogno
Il mio sogno, la fantasia è come un gabbiano che ha ali spezzate, non riesce a librarsi nel cielo più in alto, ma piano si posa su prora di nave e si fa trasportare.
Vergogna
Creature che mute, da bocche serrate da rabbia e paura, camminano piano, sperando invisibile velo le copra. Vergogna, la loro compagna le frena e l'urlo non senti. Dolore nascosto, terribile tarlo, le logora dentro. Non hanno più vita.
Sono ritagli di tempo, ricordi sfumati, lontano da casa, amici ed amori passati. Vissute stagioni pentimenti e ragioni aspettando di crescere in fretta. Esperienze ed emozioni, la mia mamma è lontana. Il mio mare, la luce del sole la mia canna da pesca, l'aquilone. La mia mamma non c'è. Le mie corse in riva al mare, i castelli di sabbia, costruiti e distrutti; Come i sogni, dalla rabbia. Ho vissuto in paradiso ma lontano da casa, pensando di essere stata abbandonata, eppure sono stata tanto amata.
Lontano non so stare da te e dal mare, ogni tanto mi devo bagnare. M'immergo profonda nell'immenso tuo amore che torna come onda a bagnarmi la pelle, mentre guardo le stelle. Mentre l'alba poi tinge tutto il mio mare di rosa e di azzurro, ti vieni a sdraiare. Come onda si spinge dentro me, nel profondo, dove affondo quando il sole è accecante mio splendido amante.
Coinvolgente passione, che trascina i sensi come un fiume in piena. Ti lasci andare incosciente, ed anche nel vortice, sbattuta da una sponda all'altra non senti male. Quasi stordita, piacevolmente distrutta mi son trovata poi a riva. Ho un vago ricordo di quel che ho passato, ma cosa è stato? Mi son risvegliata, era un sogno alla fine l'ho capito, meno male, prima di finire in mare.
Nel mare, i capelli spargerò e distesa a pelo d'acqua mi farò cullare, arriverò al limite non definito, dove nessuno mai... toccherò le nuvole ed il cielo, guarderò i gabbiani volteggiarmi intorno, entrerò nella luce del sole, quando scende a mare, sarà trafitta dai suoi raggi ma soddisfatta, per aver raggiunto un sogno.
Fragile, maneggiare con cura, per quanto ancora? Proverò a non passarti vicino, sei una bolla di sapone, solo ora mi sono accorta che non c'è più ragione, il nostro tempo è scaduto, proverò a soffiarti più lontano, per non vedere quando svanirai.
Se fosse nato da questo grembo, ancora un sogno, niente potevo fare. Mi è costato tanto dover pazientare, non potevo gridare, solo aspettare. Per me non c'erano mai i tempi giusti, le lacrime versate, non le ho conservate, ma ancora un sogno che non potevo avere, non potevo stringere, non potevo cullare. Proprio a me... che ne avevo grande bisogno. L'ho sempre amato quello che non c'è stato, sì... l'ho desiderato, quella voglia mi è rimasta dentro, come sarebbe stato?