Mi arrampico sopra quei vetri, cercando spiragli, la luce mi sembra lontana, eppure... Ho porte già aperte, ma un muro invisibile si erge ormai innanzi. Non varco mai mai soglia, paura vigliacca mi frena. Stò qui in prigione dorata, frustrazioni e tormenti; io voglio scappare, ma velate catene mi cingon le mani, e desideri repressi e sogni rimangon virtuali. Allungo le mani, tentando di aprire quei vetri... paura vigliacca mi frena.
Sono acqua di mare, spumeggiante e radiosa che i raggi del sole trafiggie con forza, ed è un gioco di luce. Sono onda che danza, volteggia, spruzza e s'increspa. Son tempesta che l'acqua impazzisce, e s'ode il rumore del mare, tra gli scogli lo schiocco dell'onda, e poi sopra la sabbia, dove stampano orme ormai tutto svanisce. Poi ritorna la calma, e dal buio profondo del grigio riflesso, ecco il raggio di sole, che con forza trafigge e ritorna la luce e il suo splendido azzurro.
Un ombra, in cerca di te, per elemosinare un po' del tuo tempo che più non hai per me. Un ombra che svanisce a poco a poco I suoi contorni, passeranno i giorni e sparirà. Quanto è fragile questo amore rubato, quanto dura la passione che ha legato due persone, desiderio, possessione, poi subentra la ragione. Io: un ombra, l'altra donna, che è servita nei momenti tuoi più tristi, come un ombra vado via.
Distruggono il mondo in pezzettini distruggono il mondo a colpi di martello ma è lo stesso per me è proprio lo stesso ne resta abbastanza per me ne resta abbastanza basta che io ami una piuma azzurra un sentiero di sabbia un uccellino pauroso basta che ami un filo d'erba sottile una goccia di rugiada un grillo di bosco massì possono distruggere il mondo in pezzettini ne resta abbastanza per me ne resta abbastanza avrò sempre un po' d'aria un filino di vita nell'occhio un barbaglio di luce e il vento tra le ortiche e anche e anche se mi sbattono in prigione ne resta abbastanza per me ne resta abbastanza basta che io ami questa pietra corrosa questi ganci di ferro dove spiccia un filo di sangue io l'amo io l'amo la superficie consumata del mio letto il saccone e la lettiera la polvere del sole amo lo spioncino che s'apre gli uomini che sono entrati che avanzano che mi trascinano via ritrovare la via del mondo e ritrovare il colore amo questi due lunghi travi questa lama triangolare questi signori vestiti di nero mi fanno la festa e ne sono fiero io l'amo io l'amo questo paniere riempito di suoni dove metterò a posto la testa oh io l'amo per davvero basta che io ami un breve filo d'erba azzurra una goccia di rugiada un amore d'uccellino pauroso distruggono il mondo con i loro martelli pesanti ne resta abbastanza per me ne resta abbastanza cuor mio.
Voglio un segno possibilmente tangibile; voglio un segno, per non farmi poi male, devi dirlo diretto al mio cuore, voglio che ricominci a pulsare insostituibile passione. Voglio un segno, devi darmi emozione che mi faccia vibrare, vivere per te, senza forzare; voglio verità in questo amore.
Sogno un grande maestro, che faccia suonare il mio piano, con dita assai esperte. Perfette le scale, gli accordi, dal do al si bemolle, toccandomi tutti i miei tasti. Sul nero... sul bianco avanzano mani decise e sensuali, che sappian comporre le giuste armonie con rara maestria ecuore in sintonia.
Sono foglia strappata dal vento, è così che mi sento, e volo a mezz'aria trascinata poi via chissà dove. Dovunque mi poso mi fermo e riposo, ma il vento mi prende e più in alto, mi fa volare. Non vorrei, sono stanca, su terra planare e fermarmi a pensare. Il vento beffardo trascina con me tutti i ricordi, che avevo attaccati al mio ramo, più forza non ho di reagire, e mi lascio andare... Non vorrei, sono stanca su terra planare e fermarmi a pensare.
Son la tua marionetta, nel teatro della tua vita sbagliata, quanto tempo son stata legata a quei fili che sapiente tiravi e tiravi. Non capivo dove mi conducevi, accecata d'amore. Ora il filo ho spezzato, non riesco a scappare abituata a farmi manovrare, aspetterò con pazienza, ne farò di esperienza e da sola saprò camminare, senza farmi da te trascinare. La mia testa hai riempito di tante bugie, ora penso da sola, tutto ciò mi consola, tante idee, son le mie. Quando forse avrò preso coscienza di me, ti darò il benservito e ques'ultimo filo mi libererà da te.
Per una volta senza esitazione, voglio dirti che ti voglio bene. Quando curioso mi stai a guardare, mentre mi vesto, mi lasci fare, cambio vestito e pelle, non decido mai. Ti voglio bene, quando paziente aspetti i miei tempi, assecondi i capricci e senza dir niente, ti lasci andare a qualche tenerezza, strappandomi un sorriso, una carezza. Ti voglio bene, non te l'ho mai detto Presa da tempi veloci, tutta la vita è passata in fretta. Adesso siamo soli, i figli son cresciuti, c'è forse un giusto momento non avuto mai? La giusta intimità più volte negata per troppi pensieri. Scusarmi forse è poco, non ti farò pentire negli anni che verranno di avermi aspettato. Mai te l'ho detto: ti voglio bene.
Fantasie su strane figure che nuvole, tinte pastello disegnano in cielo, quando tutto il colore, intenso del sole, inghiottito dal mare, al tramonto si sparge sullo specchio ancor calmo dell'acqua. Pian piano si spegne e rimanda emozioni sì forti che rimango lì senza parole e senza pensare più a niente, mi godo quel quadro aspettando le stelle.