Andai in Cielo - Era una piccola Città - Illuminata - da un Rubino - Lastricata - con soffici Piume - Più silenziosa - dei campi Ricoperti di Rugiada - Bellissima - come Dipinti - Che mai Uomo disegnò. Gli abitanti - come la Falena - Di Pizzo - le strutture - I doveri - di impalpabile Velo - E di Piuma d'oca - i nomi - Quasi - contenta - Io - potrei essere - In mezzo a tale singolare Società.
Dico ogni giorno "Se fossi una Regina, domani" - Farei in questo modo - E così mi adorno, un po', Se mi accadesse, di svegliarmi Borbone, Nessuno a me, si rivolgerà altezzoso - Con un "È costei - Che elemosinava al Mercato - Ieri".
La Corte è un luogo solenne - Ho sentito dire - Così allaccio il mio grembiule, in previsione della Maestà Con splendenti Spilli di Ranuncolo - Perché non troppo semplice - Il Rango - mi sorprenda -
E appoggio la mia Lingua Su Ramoscelli di canto - alquanto in alto - Solo questo, potrebbe essere il mio breve Periodo Per rendermi degna -
Elimino dal mio semplice linguaggio ogni parola comune - Prendo altri accenti, così come li ho uditi Benché se non fosse per il Grillo - a malapena, E se non fosse per l'Ape - Nessuno in tutto il Prato - S'accosterebbe a me -
Meglio essere pronta - Piuttosto che il prossimo mattino Ritrovarmi in Aragona - Con la mia vecchia Gonna - addosso -
E l'Aria stupita Che i campagnoli - mostrano - Convocati - inaspettatamente - A Exeter.
Conosco vite, che potrei perdere Senza sofferenza - Di altre - un istante di assenza - Sarebbe un'eternità - Queste ultime - un numero esiguo - Arrivano a malapena a due - Le prime - un orizzonte di moscerini Supererebbero facilmente.
Osi vedere un'Anima al Calor Bianco? Allora rannicchiati dietro la porta - Rossa - è la tinta comune del Fuoco - Ma quando il vivido Metallo Ha sconfitto la condizione di Fiamma, Esce fremendo dalla Fucina Senza colore, eccetto la luce Di una Vampa profana. Il più piccolo Villaggio ha il suo Fabbro E l'incessante echeggiare della sua Incudine Assurge a simbolo di una Fucina più sottile Che senza suono batte - dentro - Raffinando questi impazienti Metalli Col Martello, e con la Vampa Finché la Luce Designata Ripudia la Fucina.
Il Mattino dopo il Dolore - È spesso un Cammino - Che supera tutti quelli levatisi prima - Per Giubilo assoluto - Come se la Natura fosse indifferente - E accumulasse le sue Fioriture - E per ostentare ancor di più la Gioia Fissasse la sua Vittima -
Gli Uccelli declamano le loro Melodie - Pronunciando le parole Come Martelli - Sapessero che si abbattono Come Litanie di Piombo -
Qua e là - su una creatura - Modificherebbero il Canto Per adattarlo a una Chiave da Crocifissione - A una Tonalità da Calvario.
La Morte dà significato a Cose Che l'Occhio avrebbe frettolosamente ignorato Salvo che una Creatura defunta Ci implori teneramente Di soffermarci su piccoli Lavori Di Pastello, o di Lana, Con un "Questo fu l'ultimo che fecero le Sue dita" - Industriose fino a quando -
Il Ditale divenne troppo pesante - I punti si fermarono - da soli - E allora fu posato fra la Polvere Sulle mensole del Ripostiglio -
Ho un Libro La cui Matita - qui e là - Ha segnato i punti che Lui preferiva - A Riposo - sono le Sue dita -
Ora - quando leggo - non riesco a leggere - Per le Lacrime che interrompono - Cancellando quelle Incisioni Troppo Costose da Riparare.
Se qualcuno cade, assicurategli che colui, che adesso è in piedi - Fallì come Lui - ed è conscio che rialzarsi - È frutto delle Circostanze, e non della Consapevolezza Che la Debolezza è passata - o la Forza - risorta - Ditegli che il Peggio, si placa in un Momento - Il Terrore, è solo nel Sibilo, prima della Pallottola - Quando la Pallottola entra, entra il Silenzio - La Morte - annulla il potere di uccidere.
Dio è un distante - maestoso Innamorato - Corteggia, come ci ha spiegato - per mezzo di Suo Figlio - In verità, un Corteggiamento Vicario - Per "Miles", e "Priscilla", accadde lo Stesso - Ma, affinché l'Anima - come la bella "Priscilla" Non scelga l'Inviato - e rifiuti lo Sposo - Garantisce, con iperbolica astuzia - Che "Miles", e "John Alden" erano Sinonimi.
Colui che non sa niente, non ama niente. Colui che non fa niente, non capisce niente. Colui che non capisce niente è spregevole. Ma colui che capisce, ama, vede, osserva... La maggiore conoscenza è congiunta indissolubilmente all'amore... Chiunque crede che tutti i frutti maturino contemporaneamente come le fragole, non sa nulla dell'uva.