Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Nei vicoli della notte s'incamminò Nicodemo, cieli spenti senza stelle aveva nel cuore. Dal silenzio ascoltò una voce che raccontava profondità di cielo e teneri germogli fiorirono nell'anima. Sentì sciogliersi grumi di sabbia dentro le vene e venti di lume trascinarono lontano il buio. Negli occhi ritrovò l'innocenza d'un bambino e sul ciglio del giorno vide fiorire l'aurora. Il pensiero raggiunse nuovi mattini e sentì gli anni passare sulla pelle. Dio gli svelò il segreto del fiume che attraversa la Santa Città dove un cielo di cristallo non conosce il buio. Sereno andò nel lieve sussurro del vento e germogli sbiancati incontrò all'orizzonte nella stella lucente del mattino.
L'amore non è pretendere, ma dare è dimenticarsi, ma non dimenticare è vivere fuori di sé, pur rimanendo in sé è riservarsi le spine e offrire le rose L'amore chiede tutto e ha il diritto di farlo.
Nell'aria della sera umida e molle Era l'acuto odor de' campi arati E noi salimmo insieme su questo colle Mentre il grillo stridea laggiù nei prati. L'occhio tuo di colomba era levato. Quasi muta preghiera al ciel stellato; Ed io che intesi quel che non dicevi M'innamorai di te perché tacevi.
Una corda. Una corda piena di nodi. Una corda piena di ricordi in infiniti nodi tutti diversi, tutti unici, tutti irripetibili.
Seguo la corda mi avvicino ai nodi sfiorandone uno sorridente, uno umido di pianto, ne vedo uno stupito, uno incredulo, uno meravigliato.
Altri quasi vergognosi di essere dei nodi timidi, imbranati, ingenui.
Passo dopo passo, vivo questa corda fino alla fine.
Una corda tagliata, sfilacciata in mille piccolissimi fili, in mille pensieri spezzati, in pensieri spezzati che non riusciranno più ad unirsi per fare ancora assieme un nuovo irripetibile nodo.
Snocciolo tra le dita momenti di gioia, in gesti che sembrano una recita del rosario.
Il rosario della felicità, in un lento fluido d'emozioni che scorre tra le dita.
Gioco, gioco con te. Sono i tuoi capelli, sono fili d'oro, fili di seta intrecciati con sogni e ricordi.
Sono pensieri, gioie, speranze da scartare, aprire, consumare, al prossimo tramonto.
Snocciolo tra le dita fili d'emozioni per unirli in una corda di sogni e speranze, una corda di vita che legherà un giorno ad un altro giorno fino alla fine di tutti i sogni.
In un teatro di carta, con la musica di sogni e ricordi una ballerina danza.
Danzano carta e penna fra sorrisi sogni, pianti e dolori, creando sul bianco velo lettere e parole.
Amo questa ballerina compagna della mia vita, che danza e scrive, che parla per me, parla per te.
Oggi la sua danza è triste, i disegni sono annacquati, i suoi passi volano su ritmi lenti, parole cupe.
Tra le mie mani ruvide la mia ballerina trema, sapendo che questo sarà l'ultimo ballo per te.
Sapendo che dietro il sipario ci sarà solo il buio, ci sarà solo un'uscita, ci sarà solo un cartello che indicherà una nuova strada, una nuova città, un nuovo mondo. Un mondo vuoto.
La mia mente scorre su queste parole, su questi pensieri, per rivivere, narrare, ricordare.
Sento la mia vita posseduta, posseduta dal mistero e da una vita nuova.
Piccole cose, tante piccole cose.
Un fiore stretto dalle tue labbra, le tue mani che si scaldano tra le mie, poche parole infilate in un filo per sentirti accanto a me.
Non esisteva il passato, non si cercava il futuro, la vita era il presente.
Non c'era il desiderio di essere altrove, quando un sasso diventava una poltrona, quando una nuvola si trasformava in bolle di sapone, quando un ortica era per noi il più bel fiore del mondo.
Non c'era nessun desiderio di fermare il mondo, conoscere il futuro.