Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)
Fanciullo formidabile: soldato
dell'Alpi e tu mi chiedi
ch'io celebri il tuo gesto in versi miei!
Non trovo ritmi - oimè! - non trovo rime
così come vorrei
al tuo gesto sublime!
Ma sai tu quanto sia bello il tuo gesto,
simbolica la spoglia
dell'aquila regale che t'offerse
l'Altissimo - redento! - a guiderdone
della baldanza tua liberatrice?
La vittima che dice:
Terra d'Italia è questa!
a consenso palese
dei cieli sommi nella santa gesta?

II.

Tu non sapevi. Solo con te stesso
e coi fratelli in una forza sola,
sostavi sulla gola
vertiginosa, l'anima in vedetta,
protetto dalla vetta
signoreggiata. Il cuore
batteva impaziente dell'assalto.
Il cielo era di smalto
cerulo, nel silenzio intatto come
quando non era l'uomo ed il dolore...
Era il meriggio alpino,
splendeva il sole nella valle sgombra.
In larghe rote s'annunciò dall'alto
l'olocausto divino,
la messaggiera, disegnando un'ombra.

III.

Che pensasti nell'attimo? Colpisti.
Bene colpisti. Il vortice dell'ale
precipitò ventandoti sul viso.
E l'aquila regale
ecco immolasti sul granito alpino
come sull'ara sacra alla riscossa
del popolo latino.
E la tua mano rossa
fu del sangue ricchissimo aquilino.
Battezzasti così la tua mano,
nella stretta che tutti ebbero a gara,
commentando l'augurio e la bravura,
battezzasti così con la tua mano
tutti i compagni tuoi,
dal giovinetto imberbe al capitano!

IV.

Sarcasmo inconsapevole! E tu mandi
oggi la spoglia a noi che con bell'arte
le si ridoni immagine di vita;
ma quale arte iscaltrita
può simulare l'irto palpitare
di penne e piume, il demone gagliardo
tutto rostro ed artigli e grido e sguardo
nell'ora che si scaglia?
Nessuna sorte è triste
in questi giorni rossi di battaglia:
fuorché la sorte di colui che assiste...
E - sarcasmo indicibile per noi
scelti ai congegni ed alla vettovaglia -
tu strappasti l'emblema degli eroi
ed a noi mandi un'aquila di paglia!...
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Risveglio sul Picco d'Adamo

    Cantare udivo un gallo in sogno... Sognavo un villaggio
    canavesano forse... L'aurora improvvisa mi desta.

    Mi desta nel rifugio di stuoia sul Picco selvaggio:
    d'un tremolìo d'acquario scintilla la selva ridesta.

    Le felci arborescenti contendono i raggi all'aurora,
    dall'uno all'altro fusto s'allaccia la flora demente,

    spezzo ghirlande azzurre gialle sanguigne, m'irrora
    la coppa del calladio, l'orciuolo della nepente...

    Cantava un gallo in sogno... Ma un gallo ben vivo risponde.
    Sobbalzo. Ascolto. Il cuore col battito colma le tregue.

    Regna il Re dei cortili le vergini selve profonde?
    M'illude un negromante per gioco? Il mio sogno prosegue?

    Non il Re dei cortili qui regna, ma l'avo selvaggio
    (già cantava sul Picco d'Adamo che Adamo non era).

    Canta il «gallo bankywa» l'aurora del Tropico, il raggio
    d'oro che scende obliquo dove la jungla è più nera.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Dante

      Un giorno, al chiuso, il pedagogo fiacco
      m'impose la sciattezza del comento
      alternato alla presa di tabacco.

      Mi rammento la classe, mi rammento
      la scolaresca muta che si tedia
      al commentare lento sonnolento;

      rivedo sobbalzare sulla sedia
      il buon maestro, per uno scolaro
      che s'addormenta su di te, Comedia!

      Attento! Attento! - Ah! più dolce sognare
      con la gota premuta al frontispizio
      e l'occhio intento alle finestre chiare!

      Ad ora ad ora un alito propizio
      alitava un effluvio di ginestre
      sul comento retorico e fittizio.

      La Primavera, l'esule campestre,
      conturbava la gran pace scolastica
      pel vano azzurro delle due finestre.

      Io fissavo gli attrezzi di ginnastica,
      gli olmi gemmati, l'infinito azzurro
      in non so che perplessità fantastica;

      e tendevo l'orecchio ad un sussurro,
      ad un garrito di sperdute gaie,
      in alto in alto in alto, nell'azzurro.

      Guizzavano, da presso, l'operaie
      affacendate in paglia in creta in piume,
      riattando le case alle grondaie...

      Con gli occhi abbarbagliati da quel lume
      primaverile, mi chinavo stracco,
      ripremevo la gota sul volume.

      E riudivo il pedagogo fiacco
      alternare alla chiosa d'ogni verso
      la consueta presa di tabacco...

      Ah! non al chiuso, ma nel cielo terso,
      nel fiato novo dell'antica madre,
      nella profondità dell'universo,

      nell'Infinito mi parlavi, o Padre!
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        «Ex voto»

        S'alza la neve in pace;
        la valle che s'imbianca
        spicca sul cielo bruno.

        Il Santuario tace
        nella gran pace bianca
        dove non c'è nessuno.

        Nessuno per guarire
        del male che lo strazia
        più giunge di lontano...

        Sol io potrei salire,
        salire per la grazia:
        mi rifarebbe sano...

        Ma non vedrò la faccia
        nera e la mitra aguzza...
        Troppo ai bei dì sereni,

        avvinto a quelle braccia
        baciai la medagliuzza
        tepente tra i due seni...
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          La statua e il ragno crociato

          Io so il mistero di colei che abbassa
          l'antiche ciglia in vigilanza estrema,
          quasi, nel marmo trepidando, tema
          d'aggrovigliare un'esile matassa.

          Io so. Guardate contro il sole: passa
          dall'una all'altra mano e splende e trema
          il filo che un'epeira diadema
          conduce senza spola e senza cassa.

          Aracne fu pietosa. E chi non mai
          più rivedrà la terra sacra abbassa
          le ciglia illuse e vede il mare Egeo,

          vede una schiava al ritmo dei telai,
          appenderle dal plinto una matassa:
          e canta un canto dolce il gineceo.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Tra le sirene che Boecklin gittava
            nel fremito dell'onde verdazzurre
            una ne manca, appena adolescente,
            agile più di tutte e la più bella.

            Poiché non quella che supina ascolta
            il Tritone soffiare nella conca,
            non quella che si gode la bonaccia
            con tre scherzosi albàtri affaticati,

            e non quelle che fuggono al Centauro,
            l'una presa alle chiome, l'altra emersa
            con volto sorridente, l'altra immersa
            col busto, eretta con le gambe snelle:

            non tutte quelle vincono la grazia
            appena adolescente che abbandona
            il mare caro al grande basilese,
            il mare Azzurro per il mare Grigio!

            E al mare nostro più non resta viva
            che l'immagine fatta di memoria,
            svelta nel solco dove più ribolle
            la spuma e dove l'onda è tutta gemme!
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Ad un'ignota

              Tutto ignoro di te: nome, cognome,
              l'occhio, il sorriso, la parola, il gesto;
              e sapere non voglio, e non ho chiesto
              il colore nemmen delle tue chiome.

              Ma so che vivi nel silenzio; come
              care ti sono le mie rime: questo
              ti fa sorella nel mio sogno mesto,
              o amica senza volto e senza nome.

              Fuori del sogno fatto di rimpianto
              forse non mai, non mai c'incontreremo,
              forse non ti vedrò, non mi vedrai.

              Ma più di quella che ci siede accanto
              cara è l'amica che non mai vedremo;
              supremo è il bene che non giunge mai!
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                Scritta da: Widmer Valbonesi
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Il faro dei tuoi sogni

                Mi senti ben piantato
                nel molo dei ricordi
                cui con la tua mente
                ogni tanto approdi
                Mi vedi intermittente
                indicare la luce al cuore
                e come dolce onda
                a me ti avvicini.
                Sono il faro dei tuoi sogni !
                Non quelli che insegui
                e che non trovi mai.
                Quello che ti appare
                come porto sicuro
                lì, ad indicare la rotta
                da seguire, la strada
                diritta della realtà.
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                  Scritta da: Widmer Valbonesi
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Bisogno di stonare

                  Come un gracidare di rane
                  nello stagno mi appaiono
                  certe menti inconsistenti.
                  Stanno in mezzo al fango
                  si nascondono al rumore,
                  si accontentano di mangiare
                  ingrassano cantando,
                  tutte come una sol voce.
                  E più la melma cresce
                  loro sembrano sguazzare
                  si adeguano al contesto
                  aumenta il gracidare
                  nessuna di quelle menti
                  coro di rane, sarà capace
                  o avrà il coraggio di stonare.
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                    Scritta da: Widmer Valbonesi
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    La fuga finirà

                    Scappa, scappa, eterna insoddisfatta
                    sogna pure quell'amore
                    che non trovi, cerca attenzione
                    fra menti indifferenti.
                    Un giorno capirai
                    che ciò che vuoi
                    lo trovi in ciò che hai.
                    Vivilo con me il tuo
                    desiderio di nuovo.

                    Non ci sono destini fabbricati
                    Da eterne insoddisfazioni.
                    Scappa, scappa ma il mio ti amo
                    E la mia tenerezza, ovunque
                    ti raggiungeranno
                    e da me riporteranno
                    te, la tua mente, i tuoi sogni
                    e il tuo desiderio di amore.
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