Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Poeti venturi

Poeti venturi! Oratori, cantori, musicisti venturi!
Non l'oggi può giustificarmi e chiarire chi sono,
ma voi, nuova stirpe americana, atletica, continentale, la più grande mai conosciuta,
destatevi! Spetta a voi giustificarmi.

Io scriverò solo una o due parole per indicare il futuro,
non potrò avanzare che per un attimo, per poi voltarmi e tornare in fretta nel buio.

Io sono un vagabondo che non si ferma mai, che lascia cadere su voi, per caso,
uno sguardo e subito volge la faccia,
lasciandovi il compito di analizzarlo e definirlo,
aspettando da voi le cose più importanti.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    A una semplice prostituta

    Non scomporti - sii a tuo agio con me - sono Walt Whitman, liberale e forte come la Natura,
    e finché il sole non ti eviterà, non sarò io ad evitarti,
    finché le acque non si rifiuteranno di brillare per te, né le foglie di frusciare per te,
    le mie parole non si rifiuteranno di brillare e stormire per te.

    Piccola mia, fisso con te un appuntamento, e ti chiedo di prepararti per essere degna
    di questo incontro,
    ti chiedo anche di essere paziente e pura finché io giunga.

    Per ora ti saluto con uno sguardo eloquente affinché tu non possa dimenticarmi.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Poeti estinti, filosofi, preti

      Poeti estinti, filosofi, preti,
      martiri, artisti, inventori, governi d'un tempo,
      forgiatori di lingue su altre rive,
      nazioni un tempo potenti e ora indebolite, contratte o desolate,
      io non oso procedere finché non v'abbia rispettosamente dato credito
      di quanto avete lasciato sparso quaggiù,
      io l'ho esaminato, riconosco che è ammirevole, (essendovi passato in mezzo, )
      penso che mai nulla potrà essere più grande, nulla potrà mai meritare più di quanto
      esso meriti,
      mentre lo contemplo con attenzione, a lungo, e poi lo congedo,
      io sto al mio posto coi miei giorni qui.

      Qui terre femminili e maschie,
      qui eredi e ereditiere del mondo, qui la fiamma della materia,
      qui la spiritualità mediatrice, apertamente riconosciuta,
      sempre protesa, il risultato delle forme visibili,
      colei che soddisfa ed ora avanza dopo la debita attesa,
      sì, ecco avanzare la mia signora, l'anima.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Canto il se stesso

        Canto il se stesso, la semplice singola persona,
        tuttavia pronuncio la parola Democratico, la parola In-Massa.

        L'organismo da capo a piedi io canto,
        nè la fisionomia nè il cervello sono degni da soli della Musa,
        io dico che la forma completa è di gran lunga più degna,
        e la Femmina canto come il Maschio.

        Canto la vita immensa nella sua passione, impulso e forza,
        felice per le azioni più libere sotto le leggi divine,
        canto l'Uomo Moderno.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Continuità

          Nulla è mai veramente perduto, o può essere perduto,
          nessuna nascita, forma, identità - nessun oggetto del mondo,
          né vita, né forza, né alcuna cosa visibile;
          l'apparenza non deve ingannare, né l'ambito mutato confonderti il cervello.
          Vasti sono il tempo e lo spazio - vasti i campi della Natura.
          Il corpo lento, invecchiato, freddo - le ceneri rimaste dai fuochi di un tempo,
          la luce degli occhi divenuta tenue, tornerà puntualmente a risplendere;
          il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e meriggi;
          alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile della primavera,
          con l'erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            La grande città di Priamo

            ... La grande città di Priamo
            Dardanide, ricca e famosa, distrussero,
            partiti da Argo,
            per volere del grande Zeus;
            e per la bellezza della bionda Elena
            sostennero una lotta molto celebrata,
            in una guerra luttuosa;
            e la sventura salì su Pergamo misera
            a causa di Cipride chioma dorata.
            Ma non desidero ora cantare
            né Paride ingannatore degli ospiti,
            né Cassandra caviglie sottili,
            né gli altri figli di Priamo,
            né il giorno inglorioso della conquista
            di Troia dalle alte porte; né...
            la virtù superba
            degli eroi che navi
            concave dai molti chiodi trasportarono
            - sciagura per Troia -, nobili eroi.
            Agamennone potente li comandava,
            il re discendente da Plistene, condottiero di uomini,
            figlio del nobile Atreo.
            Queste gesta solo le Muse Eliconie
            esperte potrebbero rievocare nel canto;
            un uomo mortale, vivente,
            non saprebbe narrare i singoli casi:
            il gran numero delle navi che da Aulide
            attraverso il mare Egeo vennero
            da Argo a Troia
            che nutre cavalli; e in esse gli eroi
            dagli scudi di bronzo, figli degli Achei,
            tra i quali, il più valente nella lancia,
            Achille veloce nei piedi,
            e il grande, valoroso Aiace Telamonio.
            ...
            (E venne anche colui) che Hyllis
            dalla cintura d'oro generò:
            e a lui Troiani e Danai
            ritenevano simile Troilo
            nell'aspetto amabile, come oro
            tre volte cotto all'oricalco.
            Insieme a loro, avrai anche tu,
            Policrate, una fama indistruttibile di bellezza
            per quanto sta al mio canto e alla mia fama.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              In primavera, i meli cidoni

              In primavera, i meli cidoni
              irrorati dalle correnti dei fiumi,
              là dov'è il giardino incontaminato
              delle Vergini - e i fiori della vite,
              che crescono sotto i tralci ombrosi,
              ricchi di gemme, germogliano. Per me Eros
              in nessuna stagione si posa:
              ma come il tracio Borea,
              avvampante di folgore,
              balza dal fianco di Cipride con brucianti
              follie e tenebroso, intrepido,
              custodisce con forza, saldamente,
              il mio cuore.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Il pugno

                Il pugno stretto intorno al mio cuore
                si allenta un poco, e io respiro ansioso
                luce; ma già preme di nuovo.
                Quando mai non ho amato
                la pena d'amore? Ma questa si è spinta

                oltre l'amore fino alla mania. Questa
                ha la forte stretta del demente, questa
                si aggrappa alla cornice della non-ragione, prima
                di sprofondare urlando nell'abisso.

                Tieni duro allora, cuore; così almeno vivi.
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