Lento discendi, o Paradiso! Labbra a te non avvezze Timidamente delibano i tuoi gelsomini, Come l'ape stremata Che giunge tardi al fiore, Ronza intorno alla sua stanza, Conta il nettare, Entra, e si perde tra i profumi.
Quando sento la parola "fuga" il mio sangue scorre più veloce, sorge in me improvvisa la speranza e son pronta a volare. Quando sento dire di prigioni distrutte da soldati, come un bambino scuoto le mie sbarre invano, ancora invano.
Molta follia è divino buon senso per chi sa vedere. Molto buon senso, completa la follia. Ma è la maggioranza che prevale, in questo come in tutto il resto. Acconsenti? Sei sano di mente. Obietti? Se pericoloso, e certo si farà bene a incatenarti subito.
E se dicessi che non aspetterò! E se forzassi il cancello di carne e passandolo corressi verso di te! E se limassi questo corpo mortale, vedessi dove duole - è sufficiente - e camminassi nella Libertà! Non potranno più prendermi, mai più! Chiamino pure le prigioni e implorino i fucili, insensati ormai per me, come il riso di appena un'ora fa, o i pizzi, o il circo, o chi è morto ieri.
Buongiorno, mezzanotte. Torno a casa. Il giorno si è stancato di me: come potevo io - di lui? Era bella la luce del sole. Stavo bene sotto i suoi raggi. Ma il mattino non mi ha voluta più, e così, buonanotte, giorno!
Posso guardare, vero, l'oriente che si tinge di rosso? Le colline hanno dei modi allora che dilatano il cuore.
Tu non sei così bella, mezzanotte. Io ho scelto il giorno. Ma, ti prego, prendi una bambina che lui ha mandato via.
Se più non fossi viva Quando verranno i pettirossi, Date a quello con la cravatta rossa Per ricordo una briciola. Se non potessi ringraziarvi Perché immersa nbel sonno, Sappiate che mi sforzo Con le mie labbra di granito!