Poesie generazionali


Scritta da: ALESSANDRA VENEZIA
in Poesie (Poesie generazionali)

Tu che del mio cuore non sai

Dammi la possibilità di sceglierti.
Muovi i tuoi passi al mio fianco,
anche sotto la pioggia.
Attraverso i tuoi occhi, per me,
è arrivato il sole.
I tuoi baci mi hanno ridato il profumo di primavera.
Scegli me.
Prendi la mia mano e teniamoci stretti.
Andiamo laddove, senza dirci parole,
entrambi desideriamo andare.
Sii il mio attimo eterno.
Composta martedì 25 marzo 2014
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    Scritta da: ROBYPERS
    in Poesie (Poesie generazionali)

    I sogni

    Da bambino si sogna molto specialmente ad occhi aperti
    qualcuno si avverrà, altri no
    a un certo punto ci si dimentica di sognare,
    inizia la vita, la vita adulta.
    Allora non si chiamano più sogni ma obiettivi,
    si passa la gran parte della vita a realizzare questi obbiettivi
    talmente presi dagli eventi che non ci accorgiamo che i sogni sono sempre attorno a noi.
    Ben in pochi hanno avuto il coraggio di rincorrere i propri sogni.
    Ecco arriva una visione, ci sembra di aver vissuto già quel momento quell'istante è già accaduto.
    Una piccola parte del nostro cuore ricorderà di aver sognato proprio ciò che ha davanti agli occhi
    ma con buona probabilità sarà tardi per viverlo,
    o forse non si ha il coraggio per cambiare stravolgere tutto
    agguantarlo e viverlo con serenità.
    Composta martedì 25 marzo 2014
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      Scritta da: Carlo Peparello
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Scusa

      Scusa mondo se non ti maltratto abbastanza
      scusa cielo se in te non scorgo angeli
      scusa pioggia se ti maledico anche se porti vita
      scusa destino se do a te la colpa delle mie scelte
      scusa sconosciuto se non ti tratto come un amico
      scusa tempo se non ti sfrutto come dovrei
      scusa fortuna se non mi presento agli appuntamenti
      scusa passione se non ti ho dato ancora l'anima
      scusa desiderio se la mia carne non ti sazia
      scusa libertà se ti vesto di grigio.
      Composta martedì 25 marzo 2014
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        Scritta da: Maria Spanu
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Colours

        Nero, il colore della rabbia
        rosso come le labbra tue
        giallo come un campo di grano
        verdi son le foglie di una rosa in attesa di essere colta
        da una fanciulla.
        Arancione, il tramonto che abbiamo visto ieri insieme.
        Blu oceano pieno di creature che vogliono vivere felici
        tanti colori possono descrivere sentimenti
        ma solo tu puoi farmeli toccare e provare!
        Composta venerdì 4 novembre 2011
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          in Poesie (Poesie generazionali)

          Padroni del nostro destino

          Ci sono momenti in cui la fantasia gira a mille,
          momenti in cui non devi e non vuoi aggrapparti alla realtà,
          momenti in cui stacchi la spina dal Mondo reale
          rimanendo senza una connessione,
          un punto di riferimento,
          una costante....
          È così, che impari a volare.
          A volte creare un Mondo tutto nostro, non è niente male,
          siamo al riparo, al sicuro,
          intoccabili, impenetrabili,
          e tutta la merda,
          tutto il male, che piano, piano uccide le nostre speranze,
          "qui", non entra.
          Questo "rifugio" non ha un nome,
          alcuni lo vedono come il "Paese delle Meraviglie",
          altri come il "Paese dei Balocchi",
          altri ancora come il "Mondo di Amélie",
          a me piace definirlo "universo parallelo".
          Ma non conta come lo vedi,
          e nemmeno come lo chiami...
          Stiamo sognando,
          stiamo volando,
          "qua", siamo padroni del nostro destino.
          È questa, l'unica cosa che conta.
          Composta domenica 23 marzo 2014
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            Scritta da: Sereno notturno
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Estasi-ante e post

            Scopro le antiche muse, che mi setacciano di sguardi.
            Si accaniscono come prede sul corpo sfiorato.
            Ancelle di fragilità estrema, con personalità propria.
            Nulla lasciano indietro nel percorso se non il superfluo.
            Nettare, emozione, sguardi, li tengono odorosamente stretti.
            Sanno benissimo da dove arriva l'essenza.
            Ne convengono sia doveroso evitarne l'astinenza.
            Così il lungo protendere dei corpi.
            Prolunga fallica.
            Caronte di piacere e di liquido pensiero.
            Si accingono ad abbeverarsi del prelibato succo.
            Composta lunedì 24 marzo 2014
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              in Poesie (Poesie generazionali)

              Mi manchi

              Mi manchi,
              nell'ombra della notte
              quando le mie labbra
              vorrebbero sfiorare le tue,
              mi manchi all'alba quando le prime luci
              entrano per illuminare
              il mio giaciglio reso vuoto
              dalla tua assenza,
              mi manchi quando
              mi appresto a vestirmi
              continuo ad essere spoglio
              e freddo senza il calore della tua pelle,
              mi manchi quando il gelo
              della bora soffia sul mio viso,
              vorrei che fosse il tuo respiro
              a inebriarmi di baci,
              mi manchi nella folla, nel caos,
              è tutto inverosimilmente
              vuoto e muto,
              mi mancherai sempre e ovunque
              e non saprò colmare
              la tua essenza,
              vacillo in un vortice
              di dolore
              mentre prego
              per ritrovarti
              in un luogo
              che sarà la mia terra santa!
              Composta domenica 23 marzo 2014
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                in Poesie (Poesie generazionali)

                È sera

                È sera,
                il manto oscuro
                è illuminato dal luccichio
                di astri,
                vezzeggiano la sfera
                lunare,
                la sua opaca luce
                filtra sulle fronde
                di abeti,
                l'orologio
                segna il passare
                del tempo,
                il suo ticchettio
                tedioso,
                rattrista la mia
                anima
                vedo luci lontane
                anfratti e ruderi
                ammucchiati,
                un silenzio spettrale
                infranto soltanto
                dal fragile canto
                di una civetta,
                non so se amare o
                odiare questo malinconico
                amplesso,
                lontano dal fracasso
                cittadino,
                la quiete mia generosa amica
                rasserena il mio animo,
                distaccato dai rumori
                del mondo e dai suoi affanni,
                io solitario
                assaporo
                questa surreale visione
                sfogliando
                le pagine del tempo
                che imbiancano
                spietate
                i miei
                capelli
                e ne solcano
                rughe
                ed io mi arrendo
                al fluire del tempo.
                Composta domenica 23 marzo 2014
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