Poesie generazionali


Scritta da: Andrew Ricooked
in Poesie (Poesie generazionali)

C'era una volta

Eri tutto.
Mi davi tutto.
I miei bisogni cessati
finiti
un caso chiuso.
Mi hai promesso la
Luna
le stelle
il sole
la notte il giorno il cielo la terra il fuoco l'acqua la
Vita.
Un amore sconfinato
cresceva
e cresceva
e ancora cresceva
diventava adulto
maturava
restando bambino
rosso come il fuoco
e non banale
-non banale come questa pseudo poesia che sto scrivendo adesso-
e il fuoco bruciava e mi
riscaldava
era
piacevole
stavo bene
stavo bene come stiamo bene nelle pance delle nostre mamme in quei nove lunghi mesi in cui tutto l'amore e la felicità e la meraviglia di questo mondo ci sommerge per intero fino a soffocare ogni più piccolo dolore.

Poi mi hai lasciato.
Prima ero solo.
E adesso lo ero di nuovo.

Mi hai lasciato da solo col nostro amore,
la grandezza del nostro amore mi stava schiacciando al suolo,
il suo fuoco stava bruciando la mia povera carne...
... il dolore è
insopportabile
... e la delusione?
insuperabile
non riesco ad uscirne.
-questa pseudo poesia non ha una fine credo-
io
si.
Composta martedì 10 settembre 2013
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    Scritta da: Pasqui B
    in Poesie (Poesie generazionali)

    39 parole e la vita cambia

    Ci penso spesso,
    cerco di immaginare le emozioni che avrò
    le sensazioni che mi arriveranno quel giorno.
    La notte forse la passerò in compagnia,
    o forse sarò solo con l'abbraccio del silenzio
    ogni stella mi dirà qualcosa
    ogni minuto il suo pensiero.
    mi risuonano nella testa le 39 parole del giuramento,
    io accolgo te come mia sposa...
    Poi arriverà il giorno, quel giorno
    avrò gli occhi di chi mi vuole bene puntati addosso
    per scrutare ogni mia espressione
    per dissetare la voglia di sapere cosa ho dentro.
    Poi uscirò di casa, devo andare ad aspettarti
    in chiesa mi daranno consigli
    pacche sulle spalle
    sorrisi, abbracci e baci
    Ti aspetterò trepidante
    vestito elegante come mai prima
    negli occhi la luce più bella
    nel viso il sorriso del cuore.
    All'improvviso vedrò la gente girarsi verso la porta
    la musica si farà sinfonia
    e finalmente ti vedrò
    avvolta nel tuo abito da sposa
    il sorriso emozionato e radioso
    i tuoi occhi avranno già incontrato i miei
    e sarai davanti a me.
    Ci guarderemo negli occhi,
    come fosse la prima volta,
    che in silenzio si diranno tante cose.
    Ed ecco che saremo arrivati al momento
    tante volte immaginato e desiderato...
    in piedi uno davanti all'altro
    39 parole ci cambieranno la vita
    usciranno emozionate dalla ns voce
    arriveranno ai ns occhi e saranno già nel cuore.
    io accolgo te come mia sposa...
    Le fedi che metteremo alle nostre dita,
    un cerchio d'oro come il nostro abbraccio
    un pieno d'amore che ci terrà legati x sempre.
    tutti intorno a noi ci faranno festa,
    i protagonisti siamo noi,
    tu più di tutti
    finalmente un giorno tutto e solo per noi.
    Arriverà la sera di questo lunghissimo giorno...
    e saremo soli con il nostro amore.
    Sei tutto quello che voglio,
    che ho sempre cercato
    ora sei la mia sposa
    e lo sarai per sempre
    ti amo.
    Composta martedì 10 settembre 2013
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      in Poesie (Poesie generazionali)

      Hanno preso un latitante

      All'inizio lo trovai un po' strano.
      Neanche mi ero smosso
      a quel
      -favorisca i documenti-
      detto col tono
      che impone una divisa nera.
      Mi resi però conto
      che ero già
      più di là che di qua
      e non poteva farmi niente.
      E finalmente
      avrei potuto dirgli quello che pensavo
      avrei potuto anche fargli quello che volevo.
      Anche se con poca forza,
      gli chiesi a fil di voce
      di avvicinarsi.
      -vieni qui,
      chinati-
      ed intanto
      gli avevo detto quello che pensavo
      in quel momento.
      Poi
      con la mano
      presi dal petto il sangue della mia ferita
      e come se fosse schiaffo
      ma per la poca forza
      fu carezza
      gli stampai sul viso la mia mano,
      rossa.
      Lui si ritrasse
      ma non troppo
      e sporse gli occhi
      per guardarsi il viso,
      la divisa,
      la mia ferita.
      Per una volta nella vita
      non seppe cosa dire,
      non citò né codici
      né procedure.
      Ma si era accorto di essere in ginocchio,
      e non davanti al suo padrone.
      E per una volta l'ordine fu mio
      e non si poteva rifiutare.
      " portami di là
      lo puoi già fare,
      per passare quel confine
      non serve passaporto,
      per andare di là è sufficiente
      saper fare il passamorto.
      Che strano scherzo
      che ti fa la vita,
      e proprio in fondo alla carriera.
      Mi sei tanto corso dietro
      ed alla fine
      ti tocca invece
      portarmi sulle spalle.
      Ed al ritorno
      non troverai fontane per lavarti,
      avrai la compagnia del rosso in faccia,
      fino alla fine del viaggio.
      Composta martedì 10 settembre 2013
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        in Poesie (Poesie generazionali)

        Né troppo né poco

        Avrei voluto avere la forza del più forte
        per poter trionfare,
        l'intelligenza del capace
        per poter fare bene.
        Ma non ho neppure quel po' di forza
        che mi servirebbe per sopravvivere
        e non ho avuto neppure
        quel minimo di intelligenza
        necessario a farmi trovare quel po' di forza.
        No, forse è troppo,
        ho soltanto avuto sfortuna,
        ma questo lo so solo io.
        Composta martedì 10 settembre 2013
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          in Poesie (Poesie generazionali)

          La notte fuori a parlare con gli amici


          si entra solo a certe condizioni,
          io sono l'unico
          ad essere accolto sempre
          in qualunque notte decida di fermarmi.
          Non ho neppure bisogno di dire che ci sono.
          Nessuno mi nota
          nessuno ci fa caso,
          del resto le luci sono molto basse.
          Io sono il solo che va lì la sera,
          che resta per la notte
          poi riparte.
          Chissà,
          forse un giorno mi deciderò
          a rimanere lì più a lungo
          o per molto tempo.
          Di contenitori per il bere
          ce n'è un grande assortimento.
          Ed anche il bere c'è
          ma solo acqua,
          acqua di fontana.
          A volte santa
          ma solo in certe ricorrenze.
          Se ho voglia
          di buttar giù cose diverse
          rubo in un negozio
          e arrivo già "provvisto",
          ed in quel caso
          posso bere alla bottiglia,
          tanto sono certo
          che non c'è nessuno
          che mi chiede un sorso.
          Altrimenti
          riempio un vaso,
          una bottiglia o una caraffa
          e poi mi siedo dove scelgo io
          in base all'umore,
          alla voglia del momento
          ma sempre in compagnia.
          Se ho bisogno di consigli
          vado dall'un anziano laureato
          pozzo di scienza
          ma come molti geni,
          un po' sbadato.
          Se ho voglia di sapere di sesso
          amori e pentimenti
          cerco una signora
          che è lì da un po' di tempo.
          Sotto i quaranta
          ben portati,
          narra molte avventure
          e cita molti amanti,
          ne parla volentieri.
          L'unico racconto che non fa
          è quello del giorno
          che il marito gli si parò davanti.
          Quando mi sento in vena di insegnare,
          (e mi capita di rado)
          di solito succede
          quando mi porto l'alcol dall'esterno,
          ci sono tanti adolescenti.
          Sono sicuro che mi ascolteranno,
          da lì non possono scappare.
          Ma quando voglio veramente farmi male
          invece vado in mezzo al gruppo dei bambini
          e resto lì per ore
          a sputar rabbia,
          a rimuginare
          e chiedermi
          perché deve esser giusto
          ed accettato
          che al mondo
          spesso campi troppo chi fa proprio schifo
          e invece un innocente
          debba emigrare così presto
          e per così lontano.
          Verrebbe quasi voglia
          in certe sere
          di rifarsela anche col padrone del locale,
          ma poi rifletto
          chino il capo
          e chiedo scusa,
          anche perché
          sarebbe una battaglia persa.
          Così mi accuccio
          o resto lì impietrito.
          Ma vada come vada
          o con chiunque passi la nottata
          appena fà un po' giorno
          getto l'avanzo d'acqua della sera prima,
          rimetto i fiori dentro il vaso o la bottiglia
          mi alzo e parto.
          Rimetto al cancello il catenaccio
          faccio il segno di croce e di rispetto
          per chi rimane lì disteso.
          E vado,
          prima che arrivi il primo dei guardiani
          per aprire,
          e non debba aver sospetto
          che forse la notte al cimitero "ci si vede"
          Composta martedì 10 settembre 2013
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            in Poesie (Poesie generazionali)

            La telefonata della sera

            E l'ora che chiami
            per dirmi come è il tempo laggiù,
            per raccontarmi la tua giornata.
            Per dirlo a me
            che non so nemmeno
            se arriverò a stanotte
            oppure a domani.
            Io ascolto e basta
            per cortesia,
            perché lo devo a chi mi parla.
            Ed ogni tanto dico qualcosa
            giusto perché tu non debba pensare
            che non ti ascolto
            che non capisco.
            Aspetto solo che ti decida
            a dirmi:
            "allora, buonanotte"
            per ritornare quello che ero.
            Uno in attesa dell'ultimo treno.
            Composta venerdì 6 settembre 2013
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              Scritta da: Rossella Priolo
              in Poesie (Poesie generazionali)

              Ad un'amico ferito

              Sei un uomo vero, forte e fiero,
              sopporti il dolore ma hai tanta voglia d'amore,
              difficilmente ti arrendi al dispiacere
              fai sempre vincere la passione
              che spesso pronunci con fervore,
              forse sconfortato
              non hai più fiducia nell'affetto
              perché l'amore in cui credevi
              ti ha trafitto il petto.
              Dimentica ciò che è stato
              apri le tue braccia a chi ti dà amistà,
              stringi a te un'amore sincero
              ama e rivivi, riapri il tuo cuore.
              Composta giovedì 5 settembre 2013
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                Scritta da: cirstinasirio
                in Poesie (Poesie generazionali)

                Dove sei amore mio

                La stanza era buia
                non vi filtrava un fil di luce  
                e nel letto amore mio,
                tra il tepore delle lenzuola
                ad occhi chiusi allungai la mano
                verso il tuo cuscino
                per cercar il tuo viso
                ma sentii freddo.
                tu non eri li con me ....
                Mi svegliai e capii che eri
                solo un sogno amore mio.
                Composta venerdì 6 settembre 2013
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