Poesie generazionali


Scritta da: angela1973
in Poesie (Poesie generazionali)

I rumori

Sci Zitti!
Si odono i vari rumori:
Il fruscio delle piante;
Il fiume che scorre;
La pioggia che fa tac quando cade sui viali, sui prati, sulle strade;
Il cinguettio degli uccelli;
Co co dè delle galline;
Il miau miau di un gatto;
Il bau bau di un cane;
Il tic tac tic tac dell'orologio;
Il cigolio di una porta;
Una porta di una sala operatoria che si apre e si chiude;
Una finestra che sbatte;
Il ventilatore;
Un piatto, un bicchiere, che cadendo si frantumano per terra;
Una signora che con un cucchiaio mescola un preparato per fare un a torta;
Lo sbadiglio di una persona quando si sveglia o è stanca;
Un bambino che fa ue, che parla, che ride;
I bambini, i ragazzi, gli universitari quando alle 12,30 ritornando da scuola, dall'università si mettono a tavola per mangiare,
Il chiacchierio delle donne;
Le urla delle persone;
Lo starnutio di una persona che ha il raffreddore od è allergica;
Un anziano che inciampando dalle scade candendo fa tonf;
Le macchine che passano in strada;
Le sirene del cambio turno degli operai delle fabbriche, delle ambulanze, dei carabinieri, della polizia, della
guardia di finanza, dei vigili di strada e del fuoco;
I passi delle persone dell'appartamento sovrastante;
Una persona che batte i pugni sul tavolo quando è irridita.
Il correre delle persone;
Lo splasc di un tuffo a bomba che bagnia le persone che stanno in piscina, al mare;
I tuoni.
Insomma cosa è tutto questo rumore?
Composta domenica 25 agosto 2013
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    in Poesie (Poesie generazionali)

    io sperduto

    Ho gli occhi aperti anche stanotte
    intanto piove forte
    e tira il vento,
    in questo temporale.
    Ha tardato,
    forse aveva preso il treno
    o si sarà perduto per burocrazia,
    ed è arrivato il 25 agosto.
    Discuteranno presto in parlamento
    se definirlo ultimo temporale di agosto
    o unico di agosto
    o primo dell'autunno.
    Le opposizioni annunciano battaglia.
    Composta lunedì 26 agosto 2013
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      in Poesie (Poesie generazionali)

      Chi non si è mai mosso da qui

      Una pubblicità sbiadita
      mi ricorda come stavamo bene
      quando eravamo poveri.
      Io non sono d'accordo,
      sono ingiustamente povero
      ed ingiustamente infelice.
      Quella pubblicità
      la strapperei dalla parete,
      se ci fosse,
      la graffierei se avessi unghie.
      La ignorerei se fossi ricco.
      Mi fa più male di quanta non ne faccia
      a un benpensante
      il manifesto di una donna nuda
      per vendere mutande e reggiseno.
      O forse è un malpensante.
      Nel corridoio
      la solita coppia di amanti
      cerca il fotografo discreto
      per farsi foto nudi,
      ma la porta dello studio è murata da anni.
      Contro gli intrusi
      e gli astrusi,
      troppi.
      Neppure il cartello
      -non torno più-
      li convince,
      ripasseranno,
      chiederanno di nuovo
      -ma dove è andato, ma quando torna? -
      Il giovane magistrato
      che gioca a morra cinese con la mia mano
      mi ha dato il suo numero privato,
      di me si fida,
      lo faccio vincere sempre.
      Della giustizia forse ancora non si fida,
      ma non si pronuncia.
      Un ben informato gli ha detto che è in aria di carriera,
      è – all'occhio di qualcuno-.
      Il potente del momento lo chiamerà per conoscerlo,
      se gli durerà abbastanza il momento,
      altrimenti lo chiamerà il nuovo potente,
      si rubano sempre le agende
      con i numeri importanti.
      In fondo al corridoio
      comincia il primo piano.
      Sull'unico campanello
      c'è il nome di una persona nuova,
      è scritto a matita
      ed in fretta,
      un nome da povero,
      starà qui poco,
      un nuovo inquilino di passaggio,
      certo straniero,
      come è straniero
      chiunque sia nato a più di cento metri da te,
      lo dice la legge,
      quella del condominio stato.
      Salgo ai piani di sopra
      per il mio bisogno d'aria
      e di panorama,
      di puzzo d'altura.
      Ma dal secondo piano
      con oggi
      finisce il palazzo.
      All'insaputa di tutti
      hanno demolito per mancanza di inquilini,
      ed hanno chiuso l'aria
      tolto la luce,
      disdetto il contratto con la – cielo energia spa. -
      Respiro a fatica,
      un'altra fatica.
      Sono in piedi da ore.
      Anche oggi il potere si è fatto sentire,
      giusto per far sapere che c'è.
      Anch'io
      ho diritto di essere messo al corrente del niente.
      Ma il popolo degli altri,
      non quello dei miei,
      passa ormai il suo tempo
      solo per arrivare a fine giornata
      e dire che anche stasera è vivo
      e fare - tiè – con la bocca
      mentre si sente il rumore della mano destra
      che batte sull'avambraccio sinistro teso.
      I più prudenti aggiungono un
      -per oggi-
      perché non si sa mai.
      Intanto dai mucchi di sassi dei piani tagliati
      lasciati in attesa del loro funerale
      spunta il piede di un - rimasto sotto-
      Riconosco la scarpa
      era l'inquilino moroso dell'ultimo piano
      viveva sul tetto,
      ha fatto la fine cercata.
      Va bene così.
      Il mio amico giudice non può fare niente per lui
      ne per me,
      ma fa molto per se.
      Dovrò stare attento
      nel giocare a morra cinese con lui
      a fare il gesto del sasso.
      Composta lunedì 26 agosto 2013
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        Scritta da: Susan
        in Poesie (Poesie generazionali)
        Se sorridi,
        beata te
        che sorridi
        sempre!
        Se sei triste,
        e si, ti capisco!
        Se piangi,
        sei depressa!
        Vorrei che la
        gente capisse,
        che se sorrido è solo
        per un attimo,
        se sono triste,
        è perché vive
        in me un ricordo
        che mai più
        tornerà!
        E se piango,
        non sono depressa,
        mi stò liberando
        dalla rabbia della vita,
        una vita
        che,
        mi ha stancata!
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          Scritta da: Susan
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Anima gemella

          Darei la vita per
          un attimo,
          un attimo di te,
          fermerei il tempo,
          per sentirne
          la dolcezza della
          tua carezza,
          abbraccerei le
          onde del mare,
          quelle più alte,
          pur di sentire
          l'attimo d'amore,
          nessuna carezza
          potrà mai
          riempire quel vuoto
          che ho di te,
          e se dovessi morire
          domani?
          con te vorrei sentire
          l'attimo,
          l'attimo che aspetto,
          da una vita!
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