Poesie generazionali


in Poesie (Poesie generazionali)

Disegno verità

Disegno
dipingo e vivo la giornata
La verità niente altro che la verità
È gridata nei disegni nello sguardo che fa
Scintille per essere perfetto ed irriconoscibile
Io ho un Io che è così
enigmatico perfetto ed irriconoscibile
agli occhi dell'uguale e dell'ovvio
Mutando come il vento e le correnti
Nelle vene di chi in direzione contraria ed ostinata
Aveva già capito tutto dalla vita.
Composta lunedì 2 settembre 2013
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    in Poesie (Poesie generazionali)

    Un lavoro benfatto ma purtroppo inutile

    Io
    oggi ho ucciso chi odio di più,
    mandante che esegue
    e vittima ben conosciuta,
    e l'ho fatto bene
    è stato perfetto.
    Non hanno dovuto faticare molto
    a chiamarlo suicidio.
    Lo stato si è risparmiato indagini scarse
    ma costose
    e brutte figure.
    Può sprecare qualche soldo in più
    in qualcosa di inutile.
    Composta lunedì 2 settembre 2013
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      in Poesie (Poesie generazionali)

      Ignoro me stesso

      C'è qualche cosa che so di me
      ma non voglio sapere cos'è,
      e non voglio che si sappia in giro
      che io so
      anche se dico sempre di non sapere.
      C'è qualcosa che vorrei sapere
      ma che ho paura di scoprire.
      Mi capita di mettere in tasca le orecchie
      quando parlo,
      per non sentirmi dire ciò che dico,
      ma la mente lo sa ciò che dico,
      e lei non mi sta in tasca.
      Ma tutto questo è sempre troppo poco
      o troppo,
      porta solo confusione.
      Composta lunedì 2 settembre 2013
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        Scritta da: Susan
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Non capivano

        Tutti la consideravano
        diversa
        lei camminava e sognava,
        sognava sempre,
        ed è così che era nata la sua
        vena poetica,
        lei così donna
        così bambina,
        le parole non erano
        il suo forte,
        lei,
        lei si perdeva nella
        sua timidezza,
        timidezza che tutti
        vedevano come
        arroganza,
        e nessuno vedeva
        che lei soffriva,
        nessun vedeva le sue lacrime,
        ed è così che lei creo'il suo
        mondo,
        in quella vena poetica nata
        da dolori, dalle violenze di
        amore ed incomprensioni,
        e tutti,
        tutti la vedevano come
        la matta del paese e,
        non capivano!
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          Scritta da: Susan
          in Poesie (Poesie generazionali)
          Quelle scarpe vecchie,
          così consumate,
          quanta strada avevano
          percorso quelle scarpre,
          Lei le guardava con
          nostalgia,
          quanta strada in
          quelle vecchie
          scarpe,
          un pensiero lontano
          la sfiorò
          un desiderio
          mai vissuto
          l'abbarcciò,
          e fu così
          che prese le scarpe
          le indossò,
          aveva voglia di camminare
          ancora,
          non le importava
          nulla di cosa l'aspettasse,
          se erano strade in discesa,
          o strade coperte da rocce
          lei sapeva,
          sapeva che la strada
          era sua solo sua,
          da conquistare!
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