Poesie generazionali


Scritta da: Ada Roggio
in Poesie (Poesie generazionali)
Meno male che si va a lavorare,
meno male che almeno lì cerchiamo di non stare male.
Che bella tiritera, la cantiamo da mattina a sera.
Meno male... un bel corno,
abbiamo il medico sempre intorno,
farmacia a piacimento,
nessuno è contento,
tasse da pagare,
ecco il perché stiamo tanto male.
Composta martedì 18 settembre 2018
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    in Poesie (Poesie generazionali)
    Io vi riconosco.

    A voi amiche mie, donne, sorelle,
    che vi siete appena sedute
    soltanto un attimo
    dopo aver lavorato, pulito,
    cucinato, sistemato i figli...
    A voi va il mio pensiero.

    Io vi riconosco.

    A chi prima di essere donna, è madre, moglie, colf, cuoca, lavandaia e tanto altro.
    Alle donne che hanno rinunciato
    a qualsiasi cosa
    con spirito di sacrificio,
    per la propria famiglia,
    per amore, soltanto per amore.

    Io vi riconosco.

    Alle donne che mandano avanti tutto da sole.
    Alle donne che hanno dimenticato se stesse.
    Alle donne che hanno dimenticato...
    di essere anche donne.
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      Scritta da: Marta Emme
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Un antidoto alla noia

      Torvo mi guardavi; non che
      capissi cosa ruminavi,
      di certo a me non pensavi
      quando adirato mi
      apostrofavi e poi cupo
      attorno girellavi o impalato
      stavi; aspettando che
      muovessi i miei passì sì che,
      ancor, con tal contento ti
      racquietassi. Il contento che
      nel frangente dar ti dovrei, è
      la pazienza di accettarti come
      sei; che se non ti amassi non
      mi ci confonderei. Eppur se
      tant'è mai saprai profittarti di
      me perché son io ben più
      forte di te, son io che ho la
      tempra di un re. Sta, la mia
      virtù, nel guardar alle cose
      sempre col mento rivolto in su
      (coraggiosamente, impavida)
      per sdoganare i fetenti
      brulicanti con le lor tribù (i vizi
      come presunzione, egoismo,
      cinismo...). La rumba salda
      (risposte appropriate) e infin la
      calma piatta son gli assi della
      mia fedele servitù, pronta nel
      castrar le mire di un ostinato
      belzebù come a volte, vedi, appari
      tu. Dunque, una bella stoccata,
      inferta con punta arrotondata,
      renderà la vita un po' più sapida,
      e di certo più movimentata,
      'sì come recita l'adagio che l'amore
      non è bello se non è litigarello.
      Purché ci sia sempre chi porge
      il ramoscello (pace).
      Composta mercoledì 27 giugno 2018
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        Scritta da: Marta Emme
        in Poesie (Poesie generazionali)

        La punteggiatura

        La punteggiatura è come
        nell'arrosto la farcitura.
        È come del mattino la
        frescura, che poco o tanto
        dura, nelle giornate di
        gran calura. È come del
        vestito la scollatura. È
        insomma un elemento di
        grande caratura, come lo
        è della lana la cardatura o
        come di un eroe l'investitura.
        Tutto nella vita ha una
        partitura (svolgimento) e a
        questo serve la
        punteggiatura: a dare
        spessore, senso e la giusta
        intonatura (modulazione).
        Anche a quel che, si dice,
        sia dell'uomo la cultura, ove
        ne sono espressione il
        gesto, la parola, il segno e
        la scrittura in un linguaggio
        che è proprio pur della
        natura, di cui l'uomo è
        manifesta creatura. E or con
        la punteggiatura proverò a
        darvi una bella freddura
        (scherzo), perché una virgola
        spostata di un po', fa dir
        quel che non si vuol:
        Mentre Marta salta un ostacolo, cade.
        Mentre Marta salta, un ostacolo cade.
        Dapprima è l'angoscia che
        sale, poi è il sollievo che
        pervade; come quando sulla
        pelle propria l'esempio ricade.
        Composta domenica 10 giugno 2018
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          in Poesie (Poesie generazionali)
          Ti ho trovato in una giornata d'estate,
          stavo male, soffrivo nello spirito,
          nell'anima e nel corpo.
          Ti ho trascinato a me,
          di giorno con le parole,
          di notte con i pensieri.
          Ti ho reclamato agli angeli
          e a Dio, ma tu non ci sei.
          Manca solo un pezzo di me
          per capire che mi devi scoprire tu,
          con una candela accesa, con la musica giusta,
          devi implorare, devi sorridere,
          sarò in fondo a quel tunnel
          che hai costruito per proteggermi,
          sono qui.
          Composta venerdì 22 giugno 2018
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            in Poesie (Poesie generazionali)
            Le creature della notte
            sono le lucciole scintillanti di freschezza ed erba,
            i gemiti di un bambino che non trova pace.
            La notte accoglie tutti, chi sa ridere
            e chi vede soltanto brutture,
            chi è felice e chi urla il dolore.
            Il giorno invece è fatto per pochi,
            destinato a coloro che sanno usare la magia.
            Maledizioni e banchetti,
            festeggiano la vita quelli che possono
            scegliere il proprio destino.
            Composta giovedì 14 giugno 2018
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              Scritta da: Laila Ken
              in Poesie (Poesie generazionali)

              Che strana notte

              Che strana questa notte così strana,
              senza luna e tante stelle,
              una miriade di lucciole che brillano
              su uno sfondo buio,
              così nero da fare paura.

              E tu...

              Tu ti immergi nell'Infinito dove la poesia
              si smarrisce alla ricerca della sua melodia
              per incontrare la ragione.

              Sfumata, la senti la musica di questa melodia
              dolce e seducente che ti ruba
              le inquietudini, le malinconie, le amarezze
              di una vita non sempre facile.

              Sospesa nell'oblio dove spazio e tempo,
              nella loro irrealtà, ti fanno volare senza ali
              e fluttuare in un vuoto pieno di vita.

              Le sensazioni ti sfiorano,
              come leggere piume,
              facendoti cullare nel mondo
              inesorabile della tua fantasia.

              Ed è lì che si proietta il film
              di quella realtà non goduta,
              dei desideri mai concretizzati,
              della tua immagine
              che non diventerà mai persona.

              Una carezza sul viso disegna
              i contorni della tua realtà
              dove la dolcezza, l'amore, la libertà,
              le persone a te più care
              continuano a ballare seguendo la musica
              della melodia della tua vita.

              Il tuo sguardo segue la scia
              di una stella nel suo declino
              senza riuscire ad esprimere un desiderio.

              Ci resti male.
              Ma poi, quale desiderio avresti dovuto esprimere?
              Composta sabato 8 settembre 2018
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                Scritta da: Laila Ken
                in Poesie (Poesie generazionali)

                Il mio silenzio

                Lacrime che dal cuore si estendono fino agli occhi
                e non incontrano il coraggio di farsi notare
                celandosi dietro opachi sorrisi;

                parole che si innalzano lungo le pareti del corpo
                ma che si immobilizzano nella gola per non ferire
                chi non ha avuto riguardo nei tuoi confronti;

                urla che echeggiano nel cervello
                urtandosi e intersecandosi con i propri echi
                e con mille voci assordanti;

                risposte mai date che graffiano le ferite
                dei perché mai pretese per la paura
                che le verità potessero debellare ogni dubbio;

                pensieri rumorosi che come lame
                invisibili e sovrapposte tagliano fin dentro l'anima
                anche il brillare delle stelle;

                idee profonde che cercano i momenti
                più belli della vita
                segnati da sofferenze ma anche da tanto amore;

                solitudine invadente che allontana
                dalla realtà immergendoti
                in una sfera di cristallo;

                Il mio silenzio
                Il mio silenzio piange, urla, grida, invoca, impreca,...
                ma lo fa in modo che gli altri non sentano.
                Composta lunedì 27 agosto 2018
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