Poesie personali


Scritta da: Patrizia
in Poesie (Poesie personali)

Anima

Mi sono sempre chiesta, che rumore fa l'anima?
e se sono due insieme abbracciate,
chissà che cosa sentono?
l'anima, deve essere leggera,
come una carezza data con il pensiero
l'anima, sprigiona dei suoni
che sentono solo i cuori
pieni d'amore,
l'anima è vista solo da occhi sinceri
pieni di lacrime per aver sofferto
e hanno visto solo giornate di pioggia.
L'anima, ascoltala ha bisogno di tregua.
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    Scritta da: Gianluca Ambrosino
    in Poesie (Poesie personali)

    Il cielo di Riruta

    Aculei tetti
    pungono, l'acquitrinoso
    cielo di Riruta.
    Sparsa, l'aria fredda
    fa da sentinella
    ad un sole
    che tutto asciugherà.
    Forti
    gli alberi stanno,
    nella città senza case,
    nel lavoro senza tregua.

    Formiche, si muovono
    per le vie disseminate
    mentre, la polvere
    di rosso tinge
    il capo appesantito
    da borse, grosse tanto
    da contenere
    un sogno irriconoscibile.

    Cantano gli uccelli
    mentre, rombano gli aeroplani
    in quest'atmosfera di calma.
    Quella calma
    che però non percepisci
    e frenetico vedi
    l'incessante cammino.

    Piroettano i pensieri
    assaporanti questo giorno.

    A pieni polmoni
    respiro, una forte essenza,
    sapor che non è di vita
    ma sa di sopravvivenza.
    Composta domenica 30 giugno 2002
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      Scritta da: Gianluca Ambrosino
      in Poesie (Poesie personali)

      La lancia

      Sono una lancia
      e vibro nel vento,
      vibro
      nella tua mente
      mi attorciglio nel tuo ventre,
      sono avida di sangue.

      Sono una lancia
      inerme
      scagliata da altrui mano,
      sono io che ferisco,
      che al tuo addome ambisco,
      alla tua testa
      e a te solo schivarmi resta.

      Sono una lancia
      ma, un giorno ero
      un pezzo di legno
      ero albero
      ero ferro,
      ero l'emozione
      dell'artista che mi ha forgiato.

      Ora eccomi
      a riempire i tuoi ultimi respiri,
      eccomi
      abbracciata a te
      per sempre sarò il tuo nefasto ricordo.

      Per sempre saremo vittime di un destino!
      Composta domenica 31 marzo 2013
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        Scritta da: Gianluca Ambrosino
        in Poesie (Poesie personali)

        I vicoli di Korogocho

        Nella plastica,
        i piedi calcano
        strade scure.

        "Padre, dove andiamo?"
        "Si va alla messa,
        dove si ricorderà
        colei che visse,
        in un mondo senza nome".

        Tra topi
        e rigagnoli di bottino,
        la sera del vento
        accarezza i nasi.

        Gomma,
        fuoco fondente
        acre odore,
        calore!

        La porta ci invita
        sorridente, "Karibu"
        e noi, entriam nel mortal loco
        ove, un bambino, orfano
        fa festa prima della messa.

        La salma
        oggi tornerà
        all'originale casa,
        così vuole la sua tribù
        quindi, si festeggi
        ora sotto questo scuro blu.

        Luci soffuse,
        una voce in Kiswayli
        ed una scadente traduzione in inglese
        mentre, sotto la luna
        scorgo, gli occhi
        ora tristi
        di un ragazzo senza madre
        dal futuro
        che ha poche diottrie
        e non vede al di la
        del giorno passato!

        La lampada ad olio
        canta con noi
        le tristi odi.

        Mentre le luci
        mettono ombra sui nostri visi,
        pallida la Luna
        getta una lacrima.

        I fumi inondano
        i vicoli di Korogocho,
        in questa nebbia
        che attanaglia la gola,
        occhi
        di velluto tenero
        si induriscono
        in un rituale infinito!
        Composta venerdì 30 novembre 2001
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          in Poesie (Poesie personali)

          Buoni maestri cattivo allievo?

          Chi mi ha insegnato a bere
          mi ha lasciato solo sul più bello,
          e col bicchiere vuoto,
          quella puttana che mi ha iniziato
          è scesa dal letto a tempo scaduto,
          ma scaduto solo per lei.
          Mi sono trovato in strada,
          con in bicchiere vuoto
          ed i vestiti in mano.
          Chi mi ha regalato le illusioni
          non mi ha mai lasciato solo,
          mi ha sempre tenuto per mano,
          fino a quando servivo.
          Poi mi ha scaricato in strada
          senza bicchiere
          senza vestito,
          senza dignità,
          senza futuro,
          solo
          con l'unica cosa
          che non avrei voluto avere,
          un passato di merda.
          Composta giovedì 20 giugno 2013
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            Scritta da: logos probus
            in Poesie (Poesie personali)

            La sintesi

            La sintesi è un'apparizione scema di preamboli:
            con nulla di di più e senza appariscenza,
            scandisce i secondi. In una visuale
            di figure geometriche e toni di vocali vitali.

            Ascendendo i raggi del nulla
            misura i principi propri della "mente pura".

            Discende i punti che coincidono e racchiude nel tutto
            ogni pensiero.
            Composta mercoledì 19 giugno 2013
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              Scritta da: logos probus
              in Poesie (Poesie personali)

              Il crepuscolo

              L'ardore dell'orizzonte infocato,
              Il vuoto angolare di una vela
              che spezza il cielo,
              il verso singolare diretto
              ovunque:

              sono immagini
              di un'era che sfiora
              la fine,
              è l'orma dell'ombra
              la striscia di nebbia
              che vela l'onda turbo-lenta;

              proprio tempo la propria ora,
              gli approdi distinti:
              l'oltre crea una terza via.
              Composta mercoledì 19 giugno 2013
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                Scritta da: Fragolosa67
                in Poesie (Poesie personali)

                Tributo a Iseo Ilari

                Piccolo papillon adorna un pagliaccio col doppio petto.
                Mi correggo: non è un pagliaccio ma un gran maestro!
                Visse di canto come un menestrello.
                Portò il cappello e tanto tanto genio.

                Sol la si do che gran temperamento!
                affascinò il mondo e
                fa dimenticar odio e tormento.

                Vinse la guerra a colpi di voce
                e, da buon tenore cantò in ogni situazione.
                Conobbe il mondo e tutte le persone.

                Non ha confini ma in cuor l'Italia e Roma porta
                e ogni gente abbraccia sui palchi e nelle piazze.
                Infatti si sentono scroscii ma non piove
                son tanti applausi per un gran signore.
                Composta mercoledì 19 giugno 2013
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                  in Poesie (Poesie personali)

                  Una persona ed un chissà

                  Hanno visto la mata abbracciare qualcuno,
                  appoggiargli la testa al petto,
                  le braccia strette alla sua vita.
                  Sono tutti rimasti in piedi a guardare,
                  da dietro i vetri,
                  dagli angoli bui.
                  Nessuno vuole passare di lì
                  per non dare noia
                  per non non fare rumore.
                  Sono rimasti
                  lungo il canale
                  accanto a quel marmo che fa da panchina,
                  mentre Venezia li lascia fare,
                  è sempre amica dell'amore.
                  Hanno visto la mata allontanarsi piano,
                  quando era già tardi.
                  L'ultimo buio prima del mattino,
                  lasciando solo una figura in piedi.
                  Lui,
                  l'hanno visto restare lì,
                  fermo
                  in silenzio.
                  Solo al mattino si sono accorti
                  che c'era un albero al posto suo,
                  ma c'è qualcuno che continua a giurare
                  che lì da sempre c'è stata una pianta.
                  Composta mercoledì 19 giugno 2013
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                    in Poesie (Poesie personali)

                    Cercasi compagnia

                    Ho il mio biglietto per il non so dove,
                    me lo hanno dato con i buoni pasto,
                    di quella mensa per chi ha fame
                    ma arriva sempre troppo in ritardo.
                    Ho un ombrello da condividere
                    con chi incontro quando piove
                    ma sono mesi che c'è sole
                    o forse piove quando dormo.
                    Ho sassi in tasca da regalare
                    a chi vuole tirarli addosso al potere,
                    cosa che non ho saputo fare.
                    Per essere certo della loro efficacia
                    li ho fatti pure benedire
                    da un prete saggio
                    che da tempo
                    ha cancellato colori e bandiere
                    dal proprio credo e dal miserere.
                    Ho un bel biglietto per il circo equestre
                    quello che ha
                    i pagliacci assassini
                    e i domatori di cittadini.
                    Ho pure una scheda elettorale
                    e una matita per siglare,
                    fare una croce che sta lì storta
                    o buttare tutto nel posto adatto,
                    di certo opto per il cestino
                    anche se dicono che non si può fare...
                    ed ho due biglietti per il vaffanculo,
                    me li hanno dati col certificato,
                    era la dote quando son nato,
                    sono biglietti di sola andata
                    e percorrenza illimitata,
                    tutto spesato, nessun inganno
                    c'è solamente da trovare qualcuno
                    che sia disposto ad accompagnarmi.
                    Ma sono anni che sto qui a cercare,
                    nemmeno quelli che piangono sempre
                    ed urlano contro l'amaro destino
                    forse hanno voglia di svegliarsi un mattino
                    e senza valigie
                    in mia compagnia
                    sfruttare il biglietto e venire via.
                    Composta mercoledì 19 giugno 2013
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