Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie personali)
È magico il giorno coperto di neve
il silenzioso candore è musica
mentre l'anima danza senza lacerarne il manto.
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È magico il giorno coperto di neve
il silenzioso candore è musica
mentre l'anima danza senza lacerarne il manto.
[Notte sgualdrina]
Seduta tra ombre e riflessi,
la madre dei miei deliri,
le mani mie congiunte
come gigli bianchi
nell'unica morte che conosco.
[Respiro piano]
Lucciole e canti d'estate
sostituendo al requiem
vorrei mi vedessi,
scomparire all'alba
credendo,
anche per un battito di ciglia
che fosse mio
l'incanto.
[nell'addio o nel per sempre].
Dolori piovono nel campo,
traumi all'anima.
Marciscono fiori di pace
bruciati dal sale.
Grigio il cielo
sa di mare.
Amore dato
amore non percepito,
terremoto del cuore
epicentro sconosciuto.
Sete di accettazione
deserto la tua pelle.
Fame di significato
aria le tue parole.
Caldo nel profondo
ghiaccio nei tuoi occhi.
Presenza assente
assenza presente.
Hanno avuto il tempo di allenarsi,
di giocare i campionati,
truccare le partite.
Hanno avuto il tempo
di fare vita bella
soldi e donne,
dare cattivo esempio,
cambiare le casacche
e cambiare allenatori,
di vendersi al maggior offrente.
Hanno avuto i rigori da tirare
ed i falli fatti in campo
e fuori,
non visti,
non fischiati
o perdonati.
Hanno finito i tempi supplementari,
pochi ormai assistono agli allenamenti,
pochi vanno alle partite,
finisce sempre a botte
e lanci di verdure in campo.
Sono sempre meno i "biglietti elettorali" venduti.
Si aspetta soltanto l'arbitro giusto
che fischi il fine partita
fine campionato
fine tutto.
Se non rimane che il sapore dell'amarezza
cos'altro gusteremo
in questi giorni che verranno senza risveglio?
Ora sono giorni mai nati,
ma com'erano delicati,
lo so.
Se ci ripenso
sento intenso un abbraccio vero,
quello mai dato,
sento sincera una carezza vera,
quella mai fatta.
Com'è vero, allora, questo solitario tacere
e questo malcelato ridere dei nostri pensieri,
dolci o amari per sempre nei nostri ricordi.
Ti ho visto di notte
al di là della nebbia
fra i fantasmi del porto.
La luce fioca del vecchio faro
infiammava il destino.
C'eri anche tu,
danzatrice pallida dalla veste scarlatta.
Scalza e impavida in riva alla brezza,
udivi il pianto di un'armonica
che un pezzente suonava
accovacciato su un sasso
mendicando amore.
Brutta vita la nostra,
costretti a stare al buio per giorni,
schiacciati fra due copertine,
oppure ore intere alla luce.
Sentirsi scivolare addosso un dito sudato
o sentire la pioggia di piccoli sputi.
Sempre costretti ad ignorarci
divisi da una stupida frase,
tu sempre in cima
io sempre in fondo,
tu la maiuscola ed io il punto.
Nessuno ha notizie certe.
Ma testimoni attendibili ed astemi
perché senza soldi
hanno dichiarato sotto tortura
che l'ultima volta
le hanno viste insieme
la giustizia ed il buon governo.
Si sospetta l'anarchia
in combutta con massoni
e pronipoti di camicie rosse.
Ancora non sono pervenute richieste di riscatto,
né per loro
né per i poveracci,
ma quello è il riscatto sociale,
è un'altra cosa.
E neppure per i libri,
ma non è nel programma,
e poi ci saranno le elezioni,
nessuno si prende responsabilità,
neppure i funzionari,
perché non hanno fatto carriera.
La cultura ha aperto un'inchiesta
ma un noto chirurgo estetico
di partito
inviato in fretta da Roma
ha provveduto a richiuderla subito,
l'inchiesta.
L'ha rifatta vergine
polvere autentica
e tratti puliti,
come chi deve arringare le folle.
Le folle di folli,
pronti ad andare
dove
dopo aver fatto la croce
regalano la matita.
La croce significa
che si accetta il regalo,
è democrazia,
anche gli analfabeti hanno diritto alla matita,
ed alla loro croce,
ma devono firmare
per avvenuta consegna.
E poi la croce ci ricorda la chiesa,
una socia importante.
Ancora nessuna rivendicazione,
forse hanno avuto un incidente.
Dice un portavoce del nongoverno
che quando ci saranno i soldi
forse daranno inizio alle ricerche.
Nessuno ha previsto stanziamenti
per le cose di buonsenso.
Qualcuno vuole denunciare,
ma tutti sanno
che le denunce non portano a niente,
sono tempo perso.
Sembra sia passato un disegno di legge
(speriamo si sia fermato a questa stazione)
con l'approvazione di assenti
e presenti,
e dal prossimo giugno,
tutti potranno denunciare il tempo perso a fare denunce,
ma non potranno più fare denunce,
chi di dovere ha capito che erano inutili.
Ci sarà un rimborso,
in tempo,
garantisce lo stato.
E questo è il problema.
Nessuno si fida.
L'hanno scritto i giornali,
quelli di destra,
che raccontano balle,
così si dice a sinistra,
e l'hanno scritto anche i giornali di sinistra,
che raccontano balle,
così si dice a destra.
E neppure in mezzo sta la verità,
ha curvato troppo fra destra e sinistra,
è caduta in basso,
la lasciano lì,
è pericolosa,
potrebbe parlare.
Qualcuno potrebbe ascoltare.
E poi indossano giacca e cravatta
per non dare nell'occhio ed avere presenza perfetta
inamidati i sorrisi, quasi etichetta
e poi salgono in cima con l'unico scopo di opprimer le folle
sono tutti in giacca e cravatta.
I cecchini appostati sul colle.