Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Un pezzo di me, un ricordo

Lui mi segue stanco,
chiuso nel luogo scuro,
chiuso nelle mie mutande.
Prima pronto ad ogni desiderio,
adesso
pronto solamente
a fare quel po' di dovere.
Se lo voglio stuzzicare
ripensando a vecchie storie
o gettando gli occhi addosso
ad un corpo da esplorare
non reagisce ne protesta,
lui mi lascia ai miei problemi.
Li risolva la mia testa,
lui si gode la pensione
e la sua dissociazione.
Composta mercoledì 6 marzo 2013
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    in Poesie (Poesie personali)

    La curiosità non soddisfatta

    Anche oggi è con te.
    Ti tiene per mano,
    ti accompagna
    a fine corsa,
    forse sarà stasera?
    Unica compagna,
    ascolta e non critica,
    ti fa affrontare il tuo essere vecchio
    meglio del tuo essere stanco.
    Ma è inutile
    chiederti di dirci il suo nome,
    neanche tu lo sai.
    Composta mercoledì 6 marzo 2013
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      Scritta da: Luigi Principe
      in Poesie (Poesie personali)

      Scelta sventata per un sogno sublime

      Nessuno ha diritto di sguardo dall'alto
      su questa notte
      solo lei ha titolo per sovrastare.
      Intrisa di opportunità e ansie
      la notte orbita sotto i suoi piedi
      imprigionata nel pavimento
      in attesa del suo contatto.
      È un incubo ammaliante
      un canto di sirena,
      la notte sotto i suoi piedi
      e in cambio della sua offerta intera
      lei deve scegliere di caderci dentro...
      Composta sabato 2 marzo 2013
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        Scritta da: Maria Grazia R.
        in Poesie (Poesie personali)

        Volotari

        Odore di urina, escrementi
        e medicinali, pazienti stesi nel letto
        si affidano ai medici e alle loro cure...
        Esseri indifesi alla mercè di un altro essere,
        speranze e sconfitte, sorrisi e lacrime.
        Nessuno esce vincitore
        da questa guerra per la sopravvivenza,
        solo superstiti...
        superstiti di questa lotta per la vita.
        L'uomo che non ha più nulla di umano,
        un numero, un corpo, un sintomo, una malattia.
        Un caso da studiare, da analizzare.
        Cavie da laboratorio, la bravura
        è relativa, il caso... solo il caso
        fa vincitori!
        Composta mercoledì 6 marzo 2013
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          Scritta da: Psiche
          in Poesie (Poesie personali)

          Donna-terra

          Se solo potessi averti per sempre mio,
          come la terra fa con tutti noi
          ti attirerei a me.
          Gravato da una forza invincibile,
          tu staresti disteso a contare le stelle.
          Ed io, con la tua pelle giovane
          vicina, potrei sentire
          la vita che pulsa nel tuo corpo,
          calda come baci di sole
          sul mio cuore di donna-terra
          che gira e mai si stanca
          di offrirti i suoi paradisi più ameni.
          A te solo mostrerei ogni meraviglia
          e per te i miei infiniti abissi
          si farebbero culle a misura d'uomo.
          Ma tu sei il centro, sole mio.
          Tua è la forza più grande,
          irresistibile, che mi attrae
          e mi respinge al tempo stesso,
          inchiodandomi qui,
          su una linea invisibile,
          distante anni luce da te.
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            Scritta da: Franco Mastroianni
            in Poesie (Poesie personali)
            Tra di noi c'era sempre chi stava più su di un gradino
            Quello che non aveva timori
            Nel parlare di Donne raccontare avventure
            Sfoderare parole come brillar di sciabole
            E noi lì solo poco più piccoli a cibarci di quelle favole

            Poi parole per noi messe lì quelle che non riuscivi a capire
            Quelle che ti gettavano addosso la curiosità
            E la mente partiva nell'immaginare

            Tra di noi c'era sempre e c'è ancora
            Quello che non aveva timori

            È rimasto da solo per strada ad immaginare i possibili amori.
            Composta mercoledì 6 marzo 2013
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              in Poesie (Poesie personali)

              7 per me

              Questa è una legge:
              dove non c'è autocritica
              non c'è progresso.

              Lavora Uomo!
              Dio, nella Perfezione,
              è là che attende!

              Uno tra mille
              viventi visionari
              sogna e ci azzecca!

              Succede a tutti:
              fidarsi d'incapaci
              è andarsi contro.

              L'ingratitudine,
              mal corrosivo antico,
              le stirpi uccide.

              non c'è più un "Giusto".
              Il mondo va in rovina:
              Dio ci condanna!

              Finirà quando
              sarà privo di musica
              il Firmamento.
              Composta martedì 5 marzo 2013
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                Scritta da: Ciro Orsi
                in Poesie (Poesie personali)

                La signorina Gelsomina

                Ci parlava di suo nipote, giovane,
                bravo, forte, bello, amato,
                malato purtroppo di male "ai nervi"
                costretto alle cure del manicomio
                ma senza speranza di ritorno
                agli affetti familiari:
                aveva una spina nel cuore,
                la corona del rosario
                sempre tra le mani e
                una fede incrollabile
                nella divina provvidenza.
                Ogni giovedì passava per casa
                dopo la visita al nipote
                per abbracciare le amiche
                dell'infanzia lontana.
                La signorina Gelsomina
                era coetanea delle zie,
                due sorelle maggiori di mia madre,
                conviventi con la nostra numerosa
                famiglia di padre, madre e sei figli.
                Per noi tutti era di famiglia
                facevamo a gara nel coccolarla
                e perché restasse sino a sera
                per cenare tutti insieme
                e nell'attesa le chiacchiere intorno al fuoco
                delle amiche ritrovate
                a parlare dei loro tempi lontani
                la scuola di ricamo dalle suore
                qualche storia d'amore mai nato
                le paure della guerra
                e il dolore per quel ragazzo
                senza speranza di guarire
                e per noi ragazzi i compiti di scuola.
                La signorina Gelsomina
                ci amava come nipoti veri
                e noi l'abbiamo amata come una zia.
                Nascondevo la sua borsetta
                nera di filo ritorto
                perché restasse ancora
                un po' con noi dopo la cena,
                sul tardi le ridavo la borsetta
                lei rendeva grazie
                al Signore per la bella compagnia
                e con mia madre
                l'accompagnavamo a casa sua
                tenendola sottobraccio
                perché col buio ci vedeva poco
                e le gambe non erano più ferme.
                Composta martedì 5 marzo 2013
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